La senatrice Rosa Silvana Abate (Commissione Agricoltura) ha stigmatizzato nei giorni scorsi quanto già denunciato oltre un anno e mezzo fa dal Presidente internazionale dell’ISDE, l’Associazione Medici per l’Ambiente, Ferdinando Laghi: il tentativo di un privato di portare nella Piana di Sibari una piattaforma per il trattamento e lo smaltimento di grandi quantità di rifiuti di ogni sorta (fosse settiche, fanghi di ogni tipo, scarti di macelleria, ecc.), provenienti soprattutto da Campania, Puglia e Basilicata.
La Sibaritide non è soltanto una delle zone più fertili della Calabria, cuore pulsante della regione nel campo dell’agricoltura di qualità. Oltre ad ospitare il celebre Parco archeologico di Sibari, fra i più grandi e importanti siti culturali d’Europa, nello specifico, l’area ASI (oggi CORAP) di Cammarata, in agro di Castrovillari, scelta per la piattaforma progettata dalla Ecologica Sud Servizi S.r.l. è limitrofa ad una serie di importanti testimonianze archeologiche che spaziano dall’Antichità classica all’alto Medioevo, tutelate ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Le più note si trovano nelle località Camerelle, Dolcetti, Familongo e Celimarro.
Dopo aver recepito le istanze dei cittadini, ho segnalato la situazione alla Direzione Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, chiedendo particolare attenzione nell’esprimere la valutazione di competenza. Al collega on. Paolo Parentela (Commissione Ambiente), che ha chiesto l’accesso agli atti al Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, è stato infatti comunicato che l’istruttoria tecnica del progetto è sospesa in attesa dei pareri del CORAP e della Soprintendenza ABAP. Auspico che la straordinaria importanza culturale di quel distretto sia riconosciuta espressamente e siano tutelate le opportunità lavorative degli addetti del comparto agricolo come di quelli del settore culturale e turistico.