Le determinazioni dell’Arpacal, immediatamente consultata dal sottoscritto, hanno fugato ogni dubbio circa i lavori che si stanno effettuando in Corso Mazzini
Paradossalmente però chi aveva lanciato l’allarme non si ritiene soddisfatta dalle analisi compiute e continua ad alzare polveroni oltre che offendere la professionalità di chi è deputato e competente in materia.
Evidentemente il laticlavio consente doti di infallibilità ed autorizza a pensare di essere detentori della verità assoluta.
O magari, non essendo considerati in sede governativa, dove i propri dichiarati appelli, vedi stadio, rimangono inascoltati si cerca un po’ di visibilità’ lanciando allarmi che finiscono per mortificare una città che avrebbe bisogno di sostegno da parte di chi ricopre cariche istituzionali nazionali.
E così’, mentre si lanciano tra i piedi della comunità allarmi del tipo “siamo seduti su una polveriera” magari si gira lo sguardo da un’altra parte rispetto a temi che richiederebbero analoga se non maggiore attenzione ed indignazione ma che risultano scomodi su chi ha costruito una carriera politica sul tema della tutela dei beni archeologici.
Così ci ritroviamo con il Castello chiuso con un danno di immagine per la città, per il turismo, per lo sviluppo di questo territorio, con il problema dello stadio che potrebbe chiudere i battenti.
E magari in un prossimo futuro chiudere la città’, tanto Roma per qualche tempo si presenta ospitale e foriera di prospettive.
E’ singolare come la politica possa portare ad evoluzioni inaspettate: siamo passati dalla paladina del Fai alla senatrice del “Non fai”.
Solo che a non fare è condannata una città.
In questi mesi dalla teoria siamo passati alla pratica: prima le mura si studiavano, adesso i muri si costruiscono.
Con l’abilità’ di un maestro muratore, mattone dopo mattone, si ergono muri davanti alle prospettive di sviluppo della città.
Secchio, cazzuola, cappello di giornale sulla testa con l’ausilio di qualche chilometrico comunicato stampa, si sta costruendo un muro intorno a questa città per isolarla ancora di più.
Ma, come recitava una vecchia pubblicità, “dura minga, non può durare.
La gente è molto più attenta e sveglia di come un certo modo di interpretare la politica pensa.
I muri si possono anche costruire, ma le buone idee li scavalcano.