“Tutti gli sforzi delle amministrazioni comunali per far ripartire lo sviluppo territoriale del nostro Paese sono seriamente messi in discussione dall’attuale governo centrale”.
Così il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto che, anche in qualità di delegato Anci all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, interviene riguardo allo stop di fondi del Governo verso i Comuni, finanziamenti che sarebbero stati investiti per le periferie. Con il “Milleproroghe” al Senato sono infatti stati bloccati 3,8 miliardi di euro attivati dal “Piano periferie” stracciando impegni già firmati.
“Si tratta di un grande passo indietro nel processo di trasformazione delle città italiane – afferma Occhiuto – soprattutto da un punto di vista culturale e sociale. Dopo i tanti decenni che in passato avevano visto un’espansione delle nostre città in modo indiscriminato e speculativo con la creazione di periferie degradate e insicure, si era finalmente arrivati a destinare risorse su progetti di rigenerazione urbana. Ma tutto ciò oggi è compromesso da una politica disfattista. È veramente paradossale assistere al tentativo di storno di risorse a danno di tutte le città italiane su programmi di tale interesse culturale e strutturale. Le opere previste nei programmi del Piano Periferie servono non solo a migliorare le città, ma la vita degli uomini che vivono e abitano le città. Una grande azione di rinascita del nostro Paese era stata concretamente avviata coinvolgendo i Comuni, per la prima volta negli ultimi cento anni, attraverso operazioni strategiche di rigenerazione urbana. Tale straordinaria iniziativa aveva avuto il significato politico di invertire un processo culturale di decadenza delle città che, nel nostro Paese, è testimonianza di un disinteresse più generale nei confronti delle politiche delle aree urbane, al contrario di quanto succede nelle altre nazioni europee. Questo comporta un danno rilevantissimo, non solo culturale, perché i Comuni italiani hanno investito tempo e risorse nei progetti di rigenerazione delle periferie portati avanti negli ultimi anni. Investimenti consistenti, pubblici e privati, dell’ordine di circa quattro miliardi di euro complessivi rischiano di andare in fumo danneggiando non solo gli stessi i Comuni ma anche le imprese. Per non parlare del fatto – conclude Occhiuto – che saranno i cittadini a pagarne le conseguenze più disastrose perché verranno meno le prospettive di riqualificazione che ormai erano a portata di mano. Come ha già dichiarato il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, noi sindaci dei 96 Comuni capoluogo e di alcune città metropolitane, valuteremo le azioni da portare avanti, anche in virtù degli oneri sostenuti per la progettazione e per l’avvio delle opere programmate”.