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Tajani, con politiche scellerate governo sale disoccupazione

Redazione

“Con il Decreto Dignità e le politiche scellerate del governo, il tasso di disoccupazione ad ottobre sale al 10,6%. Aumenta al 32,5% la percentuale dei giovani che non trovano lavoro. Tra agosto e ottobre abbiamo perso 40.000 posti. Mentre in tutto il resto d’Europa la disoccupazione scende”. Così in un post su Facebook il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani dopo i dati Istat. “Dopo 6 mesi di questo governo tutti gli indicatori economici sono negativi – prosegue -. Siamo il fanalino di coda dell’Europa: per la prima volta dal 2014 la crescita è negativa; la produzione industriale e le esportazioni calano; da maggio abbiamo perso 300 miliardi di ricchezza”.

Tajani precisa che “gli interessi sui mutui salgono” e “secondo l’Associazione Bancaria Italiana, il costo dei prestiti alle imprese è salito del 50% rispetto a maggio”. Il presidente del Parlamento Ue sottolinea: “Altro che flat tax! Restiamo il Paese più tartassato d’Europa: 64% di pressione fiscale totale, a fronte di una media Ue del 40%; le nostre tasse sul lavoro sono tra le più alte d’Europa. Con la manovra economica il peso del fisco sulle imprese aumenta ancora del 2.1%” e chiede subito di “invertire la rotta prima di andare incontro a una nuova recessione”. Poi l’affondo: “E’ giusto spendere di più, ma non per pagare chi sta sul divano o chi lavora in nero con il reddito di cittadinanza, ma per abbassare le tasse a chi davvero vuole lavorare e alle imprese che assumono. E per fare investimenti”.

Quindi indica alcune proposte: detassazione totale per 6 anni di tutti i contratti d’ingresso nel mercato del lavoro per giovani fino a 25 anni e per la riassunzione degli over 50; riduzione delle aliquote per le partite iva con l’estensione del regime forfettario del 15% fino a 100mila euro; Portare la tassazione sul lavoro sotto la media europea; Prestiti garantiti al 100% dallo Stato fino a 50.000 euro a chi vuole completare la formazione o creare un’attività; Pagare tutti i debiti arretrati della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Infine sul Sud, “se non riparte, l’Italia intera resterà al palo. Non servono aspirine, ma una cura da cavallo. Le risorse ci sono: ad oggi, meno del 10% dei fondi regionali Ue è stato speso”. A tal proposito ricorda di avere “proposto un Fondo d’Investimento di 20 miliardi utilizzando queste risorse per mobilizzare almeno 250 miliardi d’investimenti in tre anni. Servirebbe a ridare credito alle Pmi e a sviluppare internet veloce, reti elettriche ed idriche, strade, porti e aeroporti. Così si fa davvero ripartire l’Italia e si creano vere opportunità per i nostri giovani”.

 

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