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Traffico di cocaina tra Genova e Gioia Tauro, scatta sequestro per erede trafficante

Redazione

I Carabinieri, la Polizia e la Guardia di Finanza di La Spezia hanno eseguito questa mattina un’operazione disposta dal Tribunale cittadino su richiesta della Dda di Genova che prevede il sequestro anticipato di beni per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro nei confronti di Bombina Abossida, sorella ed erede del trafficante di cocaina affiliato alla ‘ndrangheta, Santo Abossida, ufficiale di marina mercantile, che venne ucciso il 14 agosto del 2012 a Torretta di Crucoli, nel crotonese, con il figlio in braccio. Un sicario lo freddò con tre colpi di pistola alla tempia.
E’ stato un pentito della ‘ndrangheta calabrese a far smascherare un traffico internazionale di cocaina che sarebbe durato dal 2004 al 2012. L’indagine ha poi consentito di identificare i promotori, gli organizzatori e i partecipanti dell’associazione ed è così scattata l’operazione denominata “Money Monster”.
Il pentito avrebbe raccontato che Genova era una delle città riferimento dei traffico insieme a Gioia Tauro, specialmente per gli sbarchi di cocaina. Gran parte della droga veniva importata in particolare a bordo di un peschereccio.
I destinatari del provvedimento sono indiziati di essere i principali organizzatori e promotori dell’associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, composta da cittadini colombiani e da soggetti di origine calabrese, vicini alla ‘ndrangheta.
Le indagini hanno permesso di documentare la loro pericolosità sociale e la sproporzione tra il valore dei beni posseduti ed i redditi dichiarati, “tali da ritenere che gli stessi siano il frutto dell’attività illecita perpetrata e ne costituiscano il reimpiego” spiegano gli inquirenti.
Il reale ed ingente patrimonio di Bombina Abossida è emerso dopo un furto in casa subito dalla donna nel 2014 a La Spezia: con l’arresto dei ladri e il ritrovamento della refurtiva (35 mila euro in contanti più un tesoro in gioielli) gli inquirenti hanno evidenziato la grande discrasia con i redditi dichiarati dalla donna.
Sono stati gli accertamenti avviati dalla guardia di finanza a sottolineare la differenza fra i patrimoni reali e quello dichiarati dalla donna e i figli di Santo, unici eredi dei beni che il trafficante avrebbe accumulato con l’importazione della cocaina.
La donna aveva investito il denaro in due negozi di alta moda femminile (Smeraldo e Stargate) che sono fra i locali sottoposti a sequestro dei magistrati della Dda di Genova.
Sequestrati anche decine di terreni e immobili fra il crotonese e La Spezia, tra cui una villa con piscina, una ventina di abitazioni, altrettante unità immobiliari adibite a magazzini e cantine, una cinquantina di terreni ed uliveti, due società, conti correnti bancari e postali, cassette di sicurezza, numerosi buoni fruttiferi, polizze assicurative ed autoveicoli.

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