Ancora una volta i cittadini di Reggio Calabria sono costretti ad assistere ad una nuova performance di arroganza e di antidemocraticità di Giuseppe Falcomatà, nella sua duplice, e spesso ambigua, veste di sindaco del Comune e della Città Metropolitana e dei “suoi” consiglieri.
Alle ore 16.30 del 3 Gennaio 2017, circa 100 cittadini (insegnanti, genitori, personale amministrativo, collaboratori scolastici e professionisti del comprensorio di Catona-Rosalì) si sono dati appuntamento nella sede della città metropolitana per protestare contro la decisione ritenuta unilaterale, prepotente e assolutamente sconsiderata del sindaco e dei consiglieri metropolitani, di annettere il plesso scolastico di Rosalì all’ Istituto Comprensivo di Campo Calabro.
In testa la dirigente scolastica Simona Sapone decisa ad arrivare fino ai tribunali amministrativi per difendere gli interessi dei cittadini del territorio di Rosalì.
Ma andiamo per gradi.
Il 4 Dicembre 2017 il consiglio metropolitano approvava con 9 voti a favore e 3 contrari il piano di dimensionamento scolastico all’interno del quale veniva annesso il plesso della scuola dell’infanzia di “Ferrito”, ricadente nel Comune di Villa San Giovanni, all’ Istituto Comprensivo di Campo Calabro per consentire a quest’ultimo di raggiungere il numero minimo di alunni per acquisire nuovamente l’autonomia amministrativa.
Nulla di strano fino a quando, a seguito di una nota del dirigente scolastico dell’ Istituto Comprensivo di Villa San Giovanni fatta pervenire alla Città Metropolitana nella quale, presumibilmente, si protestava contro lo scippo del plesso di Ferrito, i consiglieri metropolitani Zavettieri e Marino, in accordo con il sindaco Falcomatà e un manipolo di consiglieri, hanno pensato bene, per non si sa bene quali accordi politici, di svendere, attraverso l’approvazione di un emendamento del 21 Dicembre, il plesso scolastico di Rosalì, ricadente nel Comune di Reggio Calabria facente parte dell’Istituto Comprensivo “Radice-Alighieri”.
Tutto questo veniva attuato in fretta e furia, senza interpellare ovviamente i diretti interessati (Dirigente scolastica dell’ I.C. “Radice Alighieri” di Catona, genitori e abitanti del territorio di Rosalì), su iniziativa del consigliere Zavettieri e con l’avallo del sindaco Falcomatà e dei consiglieri metropolitani Castorina, Quartuccio, Marino e del vicesindaco Mauro, contestualmente, questi, Consiglieri Comunali di Reggio Calabria.
Se questo poteva solo sembrare paradossale, lo è sicuramente il pregresso proprio perchè lo stesso sindaco Falcomatà e gli stessi consiglieri comunali Castorina, Quartuccio, Marino e Mauro avevano approvato, a Palazzo San Giorgio in Consiglio Comunale, il piano scolastico comunale decidendo di mantenere l’assetto già in vigore per poi, qualche tempo dopo, attraversare Piazza Italia, entrare a Palazzo Alvaro, cambiare veste (o maschera) ed “uccidere” il plesso di Rosalì a favore del Comune di Villa San Giovanni.
“Uccidere” il plesso di Rosalì perché questo non ha nulla a che vedere con il Comune di Campo Calabro né territorialmente né logisticamente. Questa decisione unilaterale causerà infatti l’esodo degli alunni di Rosalì verso le scuole di Catona con l’inevitabile chiusura del plesso.
Se tutte queste vicende potevano avere delle (a nostro avviso) fantasiose giustificazioni, non è invece in alcun modo giustificabile il comportamento tenuto ieri a palazzo Alvaro dall’amministrazione comunale e metropolitana, per nulla a servizio del popolo e delle sue istanze.
In questa vicenda si è assistito ad alcune fantastiche lezioni di strategia e controffensiva alle proteste dei cittadini.
La prima tattica pare rispondere alla regola “se non puoi affrontarli, disperdili”: Durante l’incontro di ieri con i rappresentanti del territorio (circa 100 cittadini) infatti, il sindaco Falcomatà, il vice sindaco Mauro e l’assessore Marino hanno pensato bene di non affrontare la platea intervenuta per la protesta ma hanno accettato di ricevere solo una sparuta delegazione.
La seconda regola meschina risponde alla logica: “quando li hai isolati, attacca”: infatti durante l’audizione, dalle dichiarazioni rilasciate, sembra che la dirigente scolastica Simona Sapone sia stata letteralmente umiliata dall’atteggiamento arrogante e prepotente dei tre politici, che hanno in separata sede confermato le ragioni (?) della loro decisione non lasciando alcuna speranza di risoluzione del problema.
Regola numero tre messa in atto dai rappresentanti del PD è stata “evita il confronto diretto col pubblico”: Il sindaco Falcomatà durante l’audizione sembra si sia alzato uscendo da una porta di servizio per non affrontare i cittadini indignati per questa assurda vicenda. Al danno la beffa e pure l’umiliazione.
L’associazione Cittadini non è d’accordo con scelte che non tengono in considerazione le istanze del territorio e, anzi, sono adottate mettendo a tacere in modo antidemocratico le richieste di chi tali decisioni dovrà subirle senza aver la possibilità di dire la propria e manifestare i propri bisogni.
Ciò che finora è successo a Rosalì è vergognoso e le conseguenze che ne scaturiranno saranno non solo di natura economica, ma sociale: la presenza di scuole sul territorio sono un punto saldo per il riscatto educativo, a partire dai più piccoli che dovranno rinunciare alla scuola di quartiere, vivendo sulla propria pelle tutti i disagi connessi al fatto di doversi spostare ogni giorno.
Come cittadini ci chiediamo: dove sono e cosa stanno facendo i rappresentanti del territorio di Catona appartenenti a partiti di centrosinistra come il consigliere comunale Marra o il consigliere regionale Giuseppe Neri?
Invitiamo chi di competenza a rivedere immediatamente tale scellerata decisione. E’ il momento che la politica si spogli della casacca di partito per lottare veramente a favore dei cittadini e non dei “padroni” di corrente politica.
Invitiamo tutta la cittadinanza ad unirsi alla protesta dei nostri concittadini di Rosalì e al personale dell’ Istituto Comprensivo “Radice – Alighieri” di Catona affinchè sia ristabilita la democrazia e la legalità.