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Violenza donne, per 4 giovani su 10 dipende anche da ‘lei’

Redazione

Preoccupati per l’aumento delle aggressioni sulle donne ma nella quasi metà dei casi inaspettatamente convinti che ‘lei’ sia corresponsabile delle violenze che subisce. Abbastanza studiosi ma poco attenti a sport e alimentazione. Molto ‘social’ ma poco attenti alla privacy. A scattare la fotografia degli adolescenti italiani è l’indagine “Adolescenti e Stili di Vita”, condotta su un campione nazionale di 2654 studenti delle superiori e presentata oggi a Milano.
Realizzata da Laboratorio Adolescenza e l’Istituto di Ricerca IARD, l’indagine mette in luce aspetti nuovi rispetto al fenomeno della violenza di genere: il 56,8% dei ragazzi ma, soprattutto, il 38,8% delle ragazze ritiene che lei sia ‘almeno in parte, corresponsabile delle violenze che subisce’. “Il dato – commenta Cinzia Marroccoli, presidente di Telefono Donna Potenza – è la dimostrazione che sono ancora impregnati di una cultura dominante che cerca di minimizzare l’accaduto e deresponsabilizzare l’autore della violenza”. Rispetto all’alimentazione, continua ad esserci una ampia fascia (34% dei maschi e 43% delle femmine) di giovani che non fa la prima colazione, mentre più dell’80% consuma snack, aumentando i rischi di sovrappeso. Che sia dovuto a mancanza di tempo o soldi, inoltre, praticano poco sport: il 31% dei maschi e il 53% delle ragazze non lo fa per meno di due ore a settimana.
Solo il 4,2% ammette di andare male a scuola, percentuale ottimistica secondo le pagelle. Studiano in media 2 o 3 ore al giorno, ma un 20% meno di un’ora. In particolare le giovani, riferisce Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia dell’Università di Trento e curatore scientifico della ricerca, sono più studiose e vedono nella professione un motivo di realizzazione.
Un adolescente su 10 dichiara di aver giocato almeno una volta al gioco d’azzardo online.
Quasi tutti usano i social, ma solo il 40% utilizza abitualmente gli strumenti per la tutela della privacy. Questo, afferma Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza, “non deriva da pigrizia o disinformazione, ma dal tipo di utilizzo: desiderio di esporsi e proteggere la propria immagine diventa una sorta di contraddizione in termini”.(ANSA).

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