“La Calabria è terra di ricchezza identitaria, dobbiamo preservarne la storia sulla strada di un futuro che non può prescindere da tale immensa risorsa. Approfitto della visita nella nostra regione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente della Repubblica di Albania, Ilir Meta, per evidenziare ancora una volta, dando loro il mio benvenuto, l’importanza delle forti tradizioni radicate sul nostro territorio”.
Il sindaco Mario Occhiuto coglie l’occasione della odierna celebrazione a San Demetrio Corone dove l’Italia e l’Albania si ritrovano insieme con le più alte cariche istituzionali per commemorare il 550esimo anniversario della morte del patriota Giorgio Castriota Skanderberg, affermando come dalla storia identitaria si possa ripartire per costruire un progetto di sviluppo regionale.
“Le contaminazioni dei flussi arbereshe toccano pure il capoluogo bruzio – dichiara Occhiuto – dove fra l’altro il busto dell’eroe Skanderberg si può ammirare in uno dei più bei scorci della nostra città. L’Amministrazione comunale di Cosenza, come è noto, in questi ultimi anni ha promosso politiche di scambio culturale con l’estero, favorendo di conseguenza un incremento del turismo. In quest’ottica, vogliamo continuare a estendere la nostra azione di cambiamento valorizzando i beni immateriali, e dunque la vasta cultura arbereshe, la sua musica, l’intero suo mondo, per ottenere ricadute positive in termini di presenze di visitatori e crescita economica. C’è bisogno di investire nel campo culturale, attuando una svolta culturale complessiva – prosegue Occhiuto – Guardiamo alla Calabria come a un grande teatro di eventi all’aperto, un luogo fatto di tanti luoghi da rivitalizzare sfruttando al meglio le consistenti risorse strutturali a disposizione. Ciò che occorre cambiare, è innanzitutto l’immaginario negativo che all’esterno si ha nei riguardi della nostra regione. Ma, soprattutto, dobbiamo fare in modo che i calabresi siano orgogliosi della loro cultura e della loro importante tradizione identitaria. Siamo un popolo dalle solidissime tradizioni culturali, nella letteratura, nell’archeologia, nella filosofia, nell’enogastronomia. Qui sono nati Tommaso Campanella, Bernardino Telesio, Leonida Repaci. Solo con l’orgoglio dell’appartenenza è possibile diffondere un’idea diversa della Calabria, e rispondente all’altra faccia della realtà. Abbiamo la fortuna di avere all’interno queste radicate identità, come quella arbereshe, che convivono con le nostre stesse tradizioni culturali. I giovani devono essere orgogliosi della loro Calabria, devono amarla e rispettarla. Così ne parleranno con fierezza ovunque si trovino”.