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Crotone, Arcuri – Manica: Come richiesto dal nostro ruolo di consiglieri comunali, vogliamo accentrare la nostra attenzione e proporre alcune nostre riflessioni, necessarie e cogenti

Redazione

È di questi ultimi giorni la notizia della pubblicazione delle graduatorie relative al decreto 30 dicembre 2021
“Contributi ai comuni da destinare a investimenti in progetti di rigenerazione urbana anni 2021/2026“. Crotone
risulta beneficiaria di 20 milioni di risorse (cifra che, del resto, era destinata a tutti i comuni capoluoghi di provincia)
che riguarderanno sette interventi di rigenerazione urbana a partire dal 2021 sino al 2026. La novità riempie di
contentezza e sulla quale, così com’è naturale e come richiesto dal nostro ruolo di consiglieri comunali, vogliamo
accentrare la nostra attenzione e proporre alcune nostre riflessioni, necessarie e cogenti, a seguito dell’intervento,
a sorpresa e non sull’argomento specifico, dell’assessore all’urbanistica, Ilario Sorgiovanni, che, colto,
probabilmente, da euforia per la notizia del finanziamento, ha inteso aggiungere alcune sue considerazioni che
meritano da parte nostra necessarie puntualizzazioni. Nella graduatoria appena pubblicata sul sito del Governo
italiano-Ministero dell’interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, in cui appare Crotone, vi sono alcuni
aspetti che meritano un approfondimento. Uno dei parametri che è stato preso in considerazione ai fini della
concessione dei finanziamenti, tanto da aver scatenato le ire dei sindaci di molti comuni del Nord, è stato l’Indice di
Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM). L’incidenza di tale parametro (nel caso di Crotone è il più alto tra i
capoluoghi di provincia calabresi e tra i più alti tra i capoluoghi di provincia italiani) ha permesso alla nostra città di
ottenere punteggi aggiuntivi nella valutazione, a differenza di quanto accaduto nel Programma Innovativo
Nazionale per la Qualità dell’Abitare e che per il futuro auspichiamo possa essere utilizzato al meglio per
intercettare le numerose risorse del PNRR. Nella graduatoria, peraltro, traspare la frammentazione degli interventi
proposti dall’amministrazione comunale, sette micro interventi, piuttosto che un piano di rigenerazione urbana
sostenibile unico e ambizioso allo stesso tempo. Questa nostra affermazione, senza vena polemica, è originata da
due ordini di motivi. Il Primo. Gli interventi di rigenerazione urbana, come alternative strategiche al consumo di
suolo, producono effetti moltiplicatori quanto più essi sono contestualizzati all’interno di un quadro che tenga conto
anche del tessuto produttivo e sociale del territorio circostante. Il secondo. Le risorse saranno spalmate in sei anni,
ovvero dal 2021 al 2026. Ciò che desta preoccupazione, atteso che siamo tra i pochi comuni ad avere la maggior
parte dell’erogazione, oltre 14 milioni, tra il 2024 e il 2026 e con scadenze intermedie e inderogabili a partire
dall’anno 2023, ci chiediamo sarà in grado l’Amministrazione Voce a rispettare questi tempi, vista la situazione
economica finanziaria dell’ente? Andiamo oltre.
Dalle dichiarazioni dell’assessore Sorgiovanni, cui si è fatto cenno precedentemente e che riportiamo integralmente
dal sito ufficiale del Comune, si apprende: “È in fase conclusiva la conferenza di servizi con la Meridionale Petroli
per la bonifica dell’ex area Sensi. Un percorso che ridarà nuova vita ad una zona degradata ma importante della
città. Ma anche gettate le basi per la definizione di strumenti importanti con il PSC, il Piano Spiagge, oltre che
l’azione di recupero delle ingenti somme dovute per gli oneri concessori”. Al riguardo, vorremmo sapere se alla
conferenza di servizi stia partecipando l’Autorità di Sistema Portuale di Gioia Tauro e se su quell’area, una volta
bonificata, verrà realizzato, come da intendimenti dell’Autorità di Gioia Tauro, il loro Centro Direzionale o verrà
ripresa la progettualità del Contratto Istituzionale di Sviluppo lasciata dall’amministrazione comunale precedente.
Queste notizie sono per noi necessarie per capire se anche l’ultima parte dell’area retro-portuale ancora rimasta
libera sarà occupata “militarmente” come già avvenuto con la Capitaneria di Porto, con la Protezione Civile, con la
Guardia di Finanza e prossimamente con la Questura di Crotone. La riqualificazione dell’area Sensi, peraltro, deve
rappresentare l’occasione per regolamentare le attività e le concessioni all’interno del porto vecchio. La
regolamentazione delle concessioni unitamente alla bonifica dell’ex area Sensi potrebbe permettere al Comune di
Crotone di richiedere la gestione del porto vecchio in autonomia, in considerazione del fatto che lo stesso è la porta
d’accesso e, quindi, una parte integrante ed ineliminabile del centro storico della città. Per quanto riguarda il PSC, il
Piano Spiagge ed il recupero delle somme dovute per gli oneri concessori, vorremmo sapere quale significato
attribuire alle dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica visto che niente ad oggi è stato fatto, nessuna iniziativa e
nessun atto su come dotare la città dei necessari strumenti di gestione di governo del territorio. Intanto, si
promuovono progetti di trasformazione urbanistica senza tenere conto della ricognizione dei beni demaniali, ancor
prima dell’inventario dei beni pubblici e degli usi civici che dovrebbero rivestire non solo un ruolo di primaria
importanza per tutte le ricadute edilizie ed urbanistiche che gli stessi comportano, ma soprattutto per mettere
ordine agli usi e agli abusi che su questi beni sono stati perpetrati e continuano ad essere perpetrati.
Per quanto attiene al Piano Comunale di Spiaggia, considerato che è strumento di forte rilevanza per lo sviluppo
economico del nostro territorio, in questi mesi, ci saremmo aspettati che l’assessore Sorgiovanni illustrasse
quantomeno le linee di indirizzo che l’amministrazione Voce intende perseguire in tal senso, ma ancora una volta
niente. Tuttavia, anche su tale tematica, il ruolo di consiglieri comunali ci impone di fornire alcune riflessioni.
Considerato che a sud della nostra costa condividiamo le spiagge con il comune di Isola Capo Rizzuto, una delle
capitali del turismo calabrese e italiano e a nord con il comune di Strongoli (già in fase di adozione del PCS) con le
bianche e straordinarie spiagge all’interno del parco fluviale del Neto, perché non pianificare seguendo una nuova
visione olistica che sappia fare sistema anche con i comuni “transfrontalieri”?
Finiamo queste nostre riflessioni con un breve giudizio in merito alle attività poste in essere da questa
amministrazione. Al di là di qualche risorsa più o meno importante che sarà persa o che sarà recuperata, ciò che
desta maggiore preoccupazione è l’aver riscontrato negli attuali governanti l’assenza di una visione della città per i
prossimi 10 anni, avendo dato l’impressione, non solo a noi, di brancolare nel buio, impantanati, per lo più, nella
quotidianità che il più delle volte li ha portati a perdere di vista l’insieme delle problematiche e delle opportunità.
Danilo Arcuri
Antonio Manica

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