Questa che pubblichiamo vuole essere una lettera aperta al procuratore della Repubblica di Crotone, dottor Giuseppe Capoccia, e al prefetto, dottoressa Maria Carolina Ippolito. Come movimento Crotone è dei crotonesi, ci rivolgiamo a tali alte cariche, e naturalmente anche alla cittadinanza, per la grave e annosa questione dei rifiuti e dei veleni: per informare e fare chiarezza.
Infatti, su questa e su altre vicende, il sindaco Voce non dice la verità, ma parla sempre col trucco e con l’inganno, pensando forse di poter giocare i crotonesi. Nello specifico, pensiamo anzitutto al tema della raccolta differenziata. Sulla vicenda legata al conferimento dei rifiuti RSU nella discarica di Columbra, il sindaco ha raccontato baggianate: egli, infatti, ha paventato “spese pazze” che farebbero lievitare i costi della TARI, qualora i rifiuti RSU provenienti da fuori provincia venissero depositati in città. Possiamo affermare che ciò non risponde al vero e il sindaco si contraddice, nonostante si sia enfatizzato il rilancio della raccolta differenziata, che ha invero percentuali bassissime. Se ciò fosse vero, differenziando meglio i rifiuti si pagherebbe mano la TARI. Al fine di destinare anche l’indifferenziata allo stoccaggio in discarica, rilanciamo la nostra proposta di mettere al servizio della ATO 3 la discarica per rifiuti indifferenziati di Santa Marina di Scandale, che, ricordiamo, si colloca in una posizione strategica e centrale del territorio crotonese. Questo sì che diminuirebbe ulteriormente e notevolmente i costi della TARI.
Il sindaco Voce da “incendiario” si è trasformato in “pompiere”? Le sue osservazioni altresì non fanno menzione di quanto è emerso dalla riunione della Conferenza dei Servizi convocata presso il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare del 24 ottobre 2019, di cui la nota del comitato cittadino Le Colline dei Veleni era parte integrante. Infatti, dal verbale dello stesso incontro emerge come il PAUR (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) indichi una serie di prescrizioni la cui principale è che “in ogni caso, il desino dei rifiuti deve essere posto fuori del territorio regionale”. La Regione ha espresso, dunque, parere favorevole al Pob 2. Anche l’amministrazione comunale di allora ha concordato che i rifiuti venissero portati al di fuori del territorio del Comune e della Provincia di Crotone. Ecco ciò che dà adito ai sospetti: siamo stati in grado di recuperare un documento fondamentale, ovvero una osservazione – curiosamente scritta a mano – di Syndial (dal 2019 ENI Rewind), datata 24 ottobre 2019 e inviata alla direzione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il documento di cui siamo venuti in possesso, datato 24 ottobre 2019 e protocollato (numero 0021817) dal Ministero dell’Ambiente l’indomani, recita testualmente: “Con riferimento alla prescrizione del PAUR secondo cui il sito di smaltimento finale deve trovarsi fuori dalla Regione, Syndial rileva che i siti di destino dovranno essere individuati nel pieno rispetto della normativa ambientale vigente e del principio di libera concorrenza anch’esso normato, al fine di garantire una loro selezione sulla base di criteri di idoneità tecnico-professionale e non in forza della collocazione geografica”.
Anzitutto, ci domandiamo stupiti come mai l’allora Syndial abbia presentato un’osservazione scritta a mano, in luogo della consueta forma dattiloscritta dei documenti ufficiali; il cerchio si chiude, e molto probabilmente l’ex Syndial ha presentato un ricorso al Pob 2 al fine proprio di depositare i suoi veleni nella discarica di Columbra. Una vera e propria bomba ecologica. Qua intravediamo una comunanza di intenti con le ultime dichiarazioni del sindaco Voce. Egli si è, dunque, accordato con la multinazionale perché conferisca i suoi veleni proprio nel territorio? A che titolo lo stesso Voce ha incontrato, recentemente, ENI Rewind? Atteso che gli organi competenti sono: Ispra, ArpaCal, Iss, Inail ecc… , perché, invece di relazionarsi con tutti questi soggetti, ha incontrato direttamente la sola ENI Rewind? Non è legittimo pensare che si stia accordando separatamente, e su cosa e per cosa? Il nostro sindaco deve essere chiaro e trasparente (come aveva promesso in campagna elettorale) e non deve ingannare nessuno. Basta corbellerie!
Questa si palesa come una attività di disturbo che, inevitabilmente, porterà ritardi circa l’attività stessa di bonifica. Ciò non configura anche un reato penale?
È per tutto ciò che invitiamo la Procura e la Prefettura a vigilare che il bene pubblico non sia macchiato da interessi personali, o personalistici; e a verificare che non ci siano “zone grigie” nei rapporti tra il sindaco Voce ed Eni Rewind.
per Crotone è dei crotonesi
Antonio Oliverio,
Marzia Leto,
Pietro Infusino