Inceneritori? No grazie
Da qualche giorno sento parlare alcuni rappresentanti istituzionali e candidati alle prossime elezioni regionali della necessità di costruire un altro inceneritore nella provincia di Crotone oltre quello già presente di rifiuti ospedalieri. La vera esigenza è costruire gli impianti necessari a garantire l’efficacia e l’efficienza della raccolta differenziata.
E’ chiaro che si tratta di una visione della realtà che non considera né il tema della sostenibilità ambientale né quello della tutela della salute, forse chi lo propone non è realmente interessato al benessere delle nostre comunità. Un inceneritore che avrebbe dovuto trattare il residuo dell’intera regione, tra l’altro, in Calabria già c’è ed è a Gioia Tauro dove ha provocato e provoca enormi problemi ambientali con un aumento esponenziale dei tumori in tutta l’area e senza alcun risultato concreto nel ciclo del trattamento dei rifiuti. Un impianto che è anche sottoutilizzato visto che su quattro forni ne funziona uno ed anche male.
Il territorio di Crotone, è bene ricordarlo, è già stato ampiamente devastato dal punto di vista ambientale: in località Columbra sono presenti due discariche per rifiuti solidi urbani provenienti dai Comuni della Calabria e di altre regioni d’Italia e due discariche per lo smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi provenienti da tutto il mondo; l’inceneritore di rifiuti ospedalieri in loc. Passovecchio; l’impianto di selezione e smaltimento di rsu in loc. Ponticelli. Numerosi sono i siti inquinati a partire dall’ex sito industriale di Crotone di proprietà ENI; il porto commerciale di Crotone e tutto lo specchio di mare a ridosso dell’ex zona industriale; l’ex discarica comunale ancora non bonificata ed ubicata in pieno centro in loc. Farina. A questo vanno aggiunti gli impianti inquinanti per lo sfruttamento energetico del territorio: tre piattaforme e numerosi pozzi di estrazione del gas metano di proprietà ENI in mare che generano il fenomeno della subsidenza ed enormi danni a flora e fauna marina; tre centrali a biomasse a Crotone, Strongoli e Cutro; una centrale turbogas a Scandale; un impianto di estrazione di sale a Belvedere Spinello; un altissimo numero di impianti eolici nei Comuni di Isola Capo Rizzuto, Strongoli, Cutro, Melissa, Cirò realizzati senza tener conto dell’impatto ambientale e le centrali idroelettriche costruite nella prima metà del 900 che pesano sulla disponibilità di acqua per usi agricoli e civili.
Figuriamoci se aggiungiamo al disastro ambientale della provincia di Crotone un altro inceneritore che per restare attivo dovrà bruciare rifiuti provenienti da tutte le parti d’Italia, con danni notevolissimi per l’ambiente e la salute dei cittadini, altro che risolvere il problema dei rifiuti di Crotone.
Ritengo necessario infine ribadire che le istituzioni devono operare scelte nell’esclusivo interesse dei cittadini e che bisogna finirla di prospettare ad ogni emergenza l’apertura di discariche e inceneritori perché questo aiuta sicuramente i privati che fanno profitto, ma certamente non aiuta i cittadini che continuano a vedere la spazzatura per strada, a sborsare cifre esorbitanti a fronte di un servizio inesistente e a pagare in termini di inquinamento e di salute.
Un’altra Calabria è possibile. Un’altra Crotone è possibile.
Filippo Sestito