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Crotone: La grande truffa

Redazione

In data 4 ottobre 2023, si è tenuto il Consiglio comunale promosso da un gruppo di consiglieri di opposizione per discutere della vertenza Congesi; prima dell’inizio della discussione, gli stessi hanno presentato un emendamento, con cui hanno richiesto che il Comune di Crotone, quale socio di maggioranza del consorzio, si attivasse per la convocazione di un assemblea straordinaria della società al fine di deliberarne la messa in liquidazione e di porre in essere ogni possibile iniziativa per addivenire ad una transazione con Sorical s.p.a., la quale vanta un credito, a fine anno 2022, di Euro 31.976.517,00 nei confronti di Congesi.

Nella stessa seduta, i consiglieri di maggioranza hanno avanzato una proposta approvata dal consiglio, su cui ci soffermeremo più avanti, sulla scorta di un parere reso dal prof. Fabio Saitta (di cui i consiglieri di opposizione ignoravano il contenuto pur avendone richiesto, invano, copia prima dell’apertura dei lavori) in forza del quale: 1) non sussiste responsabilità solidale dei comuni consorziati rispetto ai debiti maturati dal Consorzio nei confronti di Sorical; 2) non sussiste obbligo dei comuni di accantonare somme sufficienti a garantire l’attività del Consorzio, pena, un’ipotesi di responsabilità dell’ente laddove il soccorso finanziario si concretizzasse.

Orbene, non è il caso, in questa sede, di approfondire, in punto di diritto, la fondatezza o meno delle conclusioni cui giunge l’insigne giurista, sicuramente di alto pregio ma che non condividiamo, ritenendo doveroso invece evidenziare le conseguenze sul piano politico e anche giuridico che deriverebbero dall’asserita insussistenza di una responsabilità dei comuni nei debiti del consorzio, già intuibili dal titolo del presente comunicato.

Ma prima occorre ripercorrere, brevemente, le tappe che hanno portato Congesi ad avere una debitoria, a fine 2022, pari ad Euro 45.000.000,00, di cui Euro 31. 976.517,00 solo nei confronti Sorical spa.

Ed invero, sin dalla nascita, il Consorzio si è trovato, sulla falsariga di quanto si è verificato con la fallita Soakro s.p.a., a dover far fronte ad una grave crisi finanziaria per incapacità a riscuotere i crediti cui faceva da contraltare un aumento esponenziale della posizione debitoria.

Tale situazione era già cristallizzata e ben nota a partire dal 2018. Ed infatti, in sede di assemblea per l’approvazione del bilancio, l’allora vice sindaco della giunta Pugliese, nonché assessore al bilancio, dott. Benedetto Proto, ebbe a dire: “di aver visto alcune criticità che sono state evidenziate nella Relazione e ribadite dall’organo di controllo. Si riferisce fondamentalmente alla crisi di liquidità, con le quali il Consorzio si trova a dover far fronte da quando è sorto e che ora stanno aggravando la situazione. Rileva che il costo del servizio e del personale supera di gran lunga gli incassi e ritiene che ciò vada a minare la continuità aziendale. Raccomanda di considerare l’opportunità di continuare l’attività in queste condizioni. Ritiene che sia necessario avviare per i prossimi mesi un monitoraggio mensile della situazione e al momento opportuno sapersi fermare. Considera che a fronte di queste criticità, i contenziosi in essere, una capacità di riscossione al 50%, i costi del servizio, la spesa del personale etc. la soluzione non sia tanto l’iscrizione a ruolo dei crediti in quanto la ritiene insufficiente .…..”.

Una posizione netta, chiara, prevedibile da parte di un amministratore competente, responsabile e più di tutto, prudente. D’altro canto non avrebbe potuto essere diversamente in considerazione di quanto era evincibile dalla lettura della relazione sulla gestione laddove si lamentava una grave crisi di liquidità generata dagli scarsi risultati della riscossione, con conseguenze sul piano della sostenibilità dell’esposizione debitoria maturata soprattutto nei confronti del fornitore Sorical. Ed infatti, al fine di fronteggiare la suddetta esposizione, i comuni consorziati, in occasione dell’Assemblea dei Comuni del 2 marzo 2018, deliberarono che Congesi, sulla base di una stima prospettica dei consumi storici che accertava l’entità del debito al 31.12 2019, si impegnasse a versare rate mensili di Euro 250.000,00. Tuttavia, stante la morosità, il previsto piano di rientro non è stato rispettato e mai più ripreso (cfr. Relazione sulla gestione pag. 19-20).

Al riguardo, nella propria relazione, il revisore dei conti afferma: “La società, come nel precedente esercizio, presenta un significativo incremento dei crediti e conseguentemente dei debiti. Ciò ha generato nel corso dell’esercizio 2018: – una situazione di forte tensione finanziaria che ha determinato l’incapacità di pagare alla scadenza alcuni debiti significativi verso Sorical spa in liquidazione, fornitore principale di Congesi, e verso l’Erario. Gli amministratori nella Relazione sulla gestione hanno indicato le misure individuate per fronteggiare l’attuale liquidità della società. Permane comunque una significativa incertezza sul futuro della società in quanto il superamento dell’attuale tensione finanziaria è strettamente legato all’incisività ed efficacia con la quale gli amministratori attiveranno tempestivamente la fase della riscossione anche coattiva dei crediti”.

In definitiva, appare evidente che già a partire dal 2018, non sussistessero le condizioni di continuità aziendale del Consorzio, vale a dire la capacità di realizzare l’attivo (riscuotere i crediti) per pagare il passivo (saldare i debiti) ed evitare di chiudere i battenti con la messa in liquidazione o addirittura sottoponendosi a procedura concorsuale.

Alla fine, il Consorzio chiude al 2018 con crediti verso clienti pari ad Euro 18.200.980 e debiti verso fornitori pari ad Euro 14.761.499.

La situazione peggiora ulteriormente nell’anno 2019, posto che il bilancio chiude con un aumento dei crediti verso clienti che salgono ad Euro 24.696.315 e debiti verso fornitori ad Euro 19.265.083.

Il bilancio viene approvato con l’ingresso in scena della nuova giunta Voce, che, non curante dei rilievi del dott. Benedetto Proto e del revisore espressi in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, inaugura una stagione volta al sostegno, approvazione e condivisione della gestione Congesi pur manifestamente fallimentare risultando inesistenti i presupposti di continuità aziendale negli anni a seguire.

Ed infatti, il revisore in sede di relazione afferma: “il bilancio (2019) è stato redatto in base al presupposto della continuità aziendale; tuttavia, il persistere della tensione finanziaria, che ha già caratterizzato il precedente esercizio e che si è acuita nell’esercizio appena concluso rende ancora più marcata la significativa incertezza relativa alla continuità aziendale”.

Ma tant’è!

Nel bilancio 2020, come era facilmente prevedibile, vi è un ulteriore appesantimento della crisi finanziaria del consorzio che chiude con un aumento dei crediti verso clienti pari ad Euro 27.030.361 e dei debiti verso fornitori pari ad Euro 21.711.902.

Anche in questa occasione, il giudizio del revisore è tranchant: “i fattori di rischio con l’utenza, di rischio di credito e di rischio di liquidità sono elementi che potrebbero compromettere la capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento… la presenza dei predetti elementi di rischio può essere scongiurata solo mediante l’adozione di piani d’azione connessi alla valutazione della permanenza della continuità aziendale….indispensabile diventa la valutazione dei flussi di cassa (liquidità) quale indicatore dello stato di salute della società, determinanti più del fatturato e del risultato economico d’esercizio per la continuità aziendale….infatti, solo attraverso un controllo di gestione efficace e tempestivo la società potrà prevedere ed eventualmente gestire la crisi di liquidità in maniera adeguata…il Revisore raccomanda l’adozione di specifici programmi di valutazione dei rischi di crisi aziendale”.

Niente di quanto suggerito dal revisore viene recepito ed infatti, nel 2021, sulla falsariga degli anni precedenti, i dati di bilancio risultano ulteriormente peggiorati, i crediti verso clienti aumentano ad Euro 35.031.917 e i debiti verso fornitori ad Euro 26.422.549.

A fronte di tutto ciò, tuttavia, nella relazione sulla gestione, il presidente di Congesi afferma che la continuità aziendale nel 2022 sarà garantita con “sufficiente certezza” da una serie di azioni messe in campo.

E però, nel 2022, la sufficiente certezza del presidente, come era facilmente prevedibile, risulta smentita stante il tracollo definitivo di Congesi che chiude con crediti verso clienti pari ad Euro 42.952.826, vale a dire con un aumento di oltre sette milioni rispetto al 2021 e debiti verso fornitori pari ad Euro 31.976.517, con un aumento di oltre cinque milioni rispetto all’anno precedente. Alla fine, la posizione debitoria comprensiva dei debiti all’Erario ammonta ad Euro 45.270.766, superiore ai crediti.

Anche in questa occasione, la relazione sulla gestione afferma, inopinatamente, che la continuità aziendale nel 2023 sarà garantita “con sufficiente certezza” da una serie di azioni che, a ben vedere, coincidono con quelle dell’anno precedente e ancor prima con quelle del 2020 salvo qualche novità, comunque, non risolutiva su cui non è il caso di soffermarsi. 

Nè può sottacersi l’inspiegabile “morbidezza” dei revisori in relazione sia al bilancio 2021 che al bilancio 2022, invero, nessun accenno come è avvenuto per il 2018 – 2019 e 2020 riguardo all’oggettiva insussistenza dei presupposti di continuità aziendale, anche se relativamente al 2022, il revisore, timidamente, afferma che la percentuale di riscossione attestatasi al 57 % determina problemi di liquidità immediata che non permette nel lungo periodo una sostenibilità della gestione ordinaria. Di contro, sarebbe stato, a nostro avviso, doveroso dichiarare l’impossibilità di esprimere un giudizio sulla capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento considerata la progressiva, costante e conclamata situazione di deficit finanziario a partire dal primo anno di attività. Ma tant’è!

A questo punto, riteniamo che, a fronte di una situazione finanziaria di Congesi, all’evidenza, fallimentare comprovata da numeri che testimoniano incapacità a riscuotere e conseguente incapacità a saldare i debiti, un’amministrazione responsabile, prudente, competente, socia di maggioranza di un consorzio oramai decotto, avrebbe dovuto prenderne atto e in linea con quanto suggerito illo tempore ai comuni consorziati dal vice sindaco della giunta Pugliese in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, decretare la chiusura definitiva del consorzio invitando il creditore Sorical a sedersi e discutere anche ai fini di una tutela dei lavoratori, uniche potenziali vittime di questa vicenda.

E invece, la storia degli ultimi tempi ci racconta che, in occasione di una riunione convocata dinanzi al Prefetto, cui partecipa solo Sorical al fine di pianificare tempi e modalità di subentro in Congesi e definire altresì la posizione debitoria dello stesso, il sindaco Voce non si presenta preferendo, nel contempo, rivolgersi ad un professore universitario per la redazione di un parere che ha attestato l’assenza di responsabilità solidale del comune nelle obbligazioni del consorzio.

Sulla scorta di detto parere, al consiglio comunale del 4 ottobre, dietro la sapiente regia di Sindaco, vice Sindaco e assessore al bilancio, la maggioranza formula una duplice proposta da sottoporre a Sorical, che, in estrema sintesi, è la seguente: proposta n. 1) fusione per incorporazione di Congesi da parte di Sorical cosicché i rapporti di debito e credito si trasferirebbero in capo a Sorical, in particolare, i debiti maturati dal consorzio nei confronti di Sorical verrebbero elisi e troverebbero – udite …udite – parziale o integrale soddisfazione in ragione dell’avviata azione di riscossione della mole di crediti ad oggi in capo al consorzio i quali diverrebbero del gestore unico per effetto della fusione; 2) in via subordinata, proposta n. 2) che si articola in due fasi e pone quale conditio sine qua non della messa in liquidazione di Congesi, in occasione della quale definire in via transattiva il contenzioso insorto con Sorical, il subentro della stessa, integralmente, nella struttura organizzativa di uomini e mezzi.

Orbene, nessuna delle due proposte, a nostro avviso, è percorribile.

Quanto alla prima, trattasi, all’evidenza, di una proposta che sottende e/o confida in un’ingenuità imprenditoriale del destinatario (Sorical), posto che comporta un’estinzione de plano dei debiti di Congesi controbilanciata dai presunti crediti realizzabili da un’asserita azione di riscossione in corso che, ad oggi, in base alla lettura del bilancio 2022 che indica crediti per oltre 42.000.000, in aumento di oltre 7 milioni rispetto all’anno precedente, è da escludere possa portare i suoi frutti.

La seconda, peggiore della prima, presenta i caratteri tipici del “ricatto” perché accettare quale presupposto per avviare la liquidazione il subentro in Congesi (spacciata capziosamente a garanzia della continuità del servizio) vedrebbe Sorical, creditrice nei confronti del consorzio di oltre Euro 31.000.000,00, piegarsi alle condizioni dettate da un debitore incallito e inaffidabile che sin dal primo anno di attività non ha inteso saldare neppure parzialmente il proprio debito pur ricevendo, regolarmente, la fornitura d’acqua e non il contrario. Il che è inammissibile e improponibile!

Ed è per questo motivo che riteniamo la proposta da noi formulata unitamente ai soli consiglieri: Cantafora, Riga, Pedace, Meo, Giancotti e Cavallo l’unica credibile, concreta ed attuabile perché di fronte ad un consorzio sull’orlo del baratro, la via d’uscita nel pieno rispetto delle norme di legge non poteva che essere la sua messa in liquidazione e, nel contempo, l’avvio, senza indugio, da parte dei comuni consorziati responsabili di avere appoggiato, sostenuto e condiviso una gestione fallimentare conclamata e inesorabile dello stesso, di una transazione volta ad abbattere la debitoria e di un accordo, con il coinvolgimento delle parti sociali, volto a tutelare la posizione dei lavoratori.

Ed invece, volendo tirare le fila del discorso, possiamo concludere, con amarezza e rabbia, che la vecchia politica, mediocre, lassista, immorale, ancora una volta ha vinto perché Congesi continuerà ad operare sotto l’egida del comune di Crotone macinando, alla velocità della luce, crediti che non riscuote e debiti che non paga, tanto, a detta del prof. Saitta, i comuni non rispondono, in via solidale, delle obbligazioni non adempiute contratte dalle partecipate per conto e responsabilità degli stessi fino a quando, un bel giorno, il buon samaritano Sorical, subentrando per legge nella gestione del servizio idrico, non si farà carico di tutti i debiti dei precedenti gestori.

Ed allora, consentiteci una digressione per dire che, nel 2013, il regista Paolo Sorrentino girò un film che, nel descrivere la decadenza di Roma, intitolò “La Grande Bellezza”, ebbene, se mai un giorno volesse girarne un altro di diverso genere per descrivere la decadenza della politica che gestisce la cosa pubblica, prendendo spunto dalla vicenda Congesi, gli suggeriremo di intitolarlo “La Grande Truffa”.

Antonio Manica

Alessia Le Rose

Fabio Manica

In data 4 ottobre 2023, si è tenuto il Consiglio comunale promosso da un gruppo di consiglieri di opposizione per discutere della vertenza Congesi; prima dell’inizio della discussione, gli stessi hanno presentato un emendamento, con cui hanno richiesto che il Comune di Crotone, quale socio di maggioranza del consorzio, si attivasse per la convocazione di un assemblea straordinaria della società al fine di deliberarne la messa in liquidazione e di porre in essere ogni possibile iniziativa per addivenire ad una transazione con Sorical s.p.a., la quale vanta un credito, a fine anno 2022, di Euro 31.976.517,00 nei confronti di Congesi.

Nella stessa seduta, i consiglieri di maggioranza hanno avanzato una proposta approvata dal consiglio, su cui ci soffermeremo più avanti, sulla scorta di un parere reso dal prof. Fabio Saitta (di cui i consiglieri di opposizione ignoravano il contenuto pur avendone richiesto, invano, copia prima dell’apertura dei lavori) in forza del quale: 1) non sussiste responsabilità solidale dei comuni consorziati rispetto ai debiti maturati dal Consorzio nei confronti di Sorical; 2) non sussiste obbligo dei comuni di accantonare somme sufficienti a garantire l’attività del Consorzio, pena, un’ipotesi di responsabilità dell’ente laddove il soccorso finanziario si concretizzasse.

Orbene, non è il caso, in questa sede, di approfondire, in punto di diritto, la fondatezza o meno delle conclusioni cui giunge l’insigne giurista, sicuramente di alto pregio ma che non condividiamo, ritenendo doveroso invece evidenziare le conseguenze sul piano politico e anche giuridico che deriverebbero dall’asserita insussistenza di una responsabilità dei comuni nei debiti del consorzio, già intuibili dal titolo del presente comunicato.

Ma prima occorre ripercorrere, brevemente, le tappe che hanno portato Congesi ad avere una debitoria, a fine 2022, pari ad Euro 45.000.000,00, di cui Euro 31. 976.517,00 solo nei confronti Sorical spa.

Ed invero, sin dalla nascita, il Consorzio si è trovato, sulla falsariga di quanto si è verificato con la fallita Soakro s.p.a., a dover far fronte ad una grave crisi finanziaria per incapacità a riscuotere i crediti cui faceva da contraltare un aumento esponenziale della posizione debitoria.

Tale situazione era già cristallizzata e ben nota a partire dal 2018. Ed infatti, in sede di assemblea per l’approvazione del bilancio, l’allora vice sindaco della giunta Pugliese, nonché assessore al bilancio, dott. Benedetto Proto, ebbe a dire: “di aver visto alcune criticità che sono state evidenziate nella Relazione e ribadite dall’organo di controllo. Si riferisce fondamentalmente alla crisi di liquidità, con le quali il Consorzio si trova a dover far fronte da quando è sorto e che ora stanno aggravando la situazione. Rileva che il costo del servizio e del personale supera di gran lunga gli incassi e ritiene che ciò vada a minare la continuità aziendale. Raccomanda di considerare l’opportunità di continuare l’attività in queste condizioni. Ritiene che sia necessario avviare per i prossimi mesi un monitoraggio mensile della situazione e al momento opportuno sapersi fermare. Considera che a fronte di queste criticità, i contenziosi in essere, una capacità di riscossione al 50%, i costi del servizio, la spesa del personale etc. la soluzione non sia tanto l’iscrizione a ruolo dei crediti in quanto la ritiene insufficiente .…..”.

Una posizione netta, chiara, prevedibile da parte di un amministratore competente, responsabile e più di tutto, prudente. D’altro canto non avrebbe potuto essere diversamente in considerazione di quanto era evincibile dalla lettura della relazione sulla gestione laddove si lamentava una grave crisi di liquidità generata dagli scarsi risultati della riscossione, con conseguenze sul piano della sostenibilità dell’esposizione debitoria maturata soprattutto nei confronti del fornitore Sorical. Ed infatti, al fine di fronteggiare la suddetta esposizione, i comuni consorziati, in occasione dell’Assemblea dei Comuni del 2 marzo 2018, deliberarono che Congesi, sulla base di una stima prospettica dei consumi storici che accertava l’entità del debito al 31.12 2019, si impegnasse a versare rate mensili di Euro 250.000,00. Tuttavia, stante la morosità, il previsto piano di rientro non è stato rispettato e mai più ripreso (cfr. Relazione sulla gestione pag. 19-20).

Al riguardo, nella propria relazione, il revisore dei conti afferma: “La società, come nel precedente esercizio, presenta un significativo incremento dei crediti e conseguentemente dei debiti. Ciò ha generato nel corso dell’esercizio 2018: – una situazione di forte tensione finanziaria che ha determinato l’incapacità di pagare alla scadenza alcuni debiti significativi verso Sorical spa in liquidazione, fornitore principale di Congesi, e verso l’Erario. Gli amministratori nella Relazione sulla gestione hanno indicato le misure individuate per fronteggiare l’attuale liquidità della società. Permane comunque una significativa incertezza sul futuro della società in quanto il superamento dell’attuale tensione finanziaria è strettamente legato all’incisività ed efficacia con la quale gli amministratori attiveranno tempestivamente la fase della riscossione anche coattiva dei crediti”.

In definitiva, appare evidente che già a partire dal 2018, non sussistessero le condizioni di continuità aziendale del Consorzio, vale a dire la capacità di realizzare l’attivo (riscuotere i crediti) per pagare il passivo (saldare i debiti) ed evitare di chiudere i battenti con la messa in liquidazione o addirittura sottoponendosi a procedura concorsuale.

Alla fine, il Consorzio chiude al 2018 con crediti verso clienti pari ad Euro 18.200.980 e debiti verso fornitori pari ad Euro 14.761.499.

La situazione peggiora ulteriormente nell’anno 2019, posto che il bilancio chiude con un aumento dei crediti verso clienti che salgono ad Euro 24.696.315 e debiti verso fornitori ad Euro 19.265.083.

Il bilancio viene approvato con l’ingresso in scena della nuova giunta Voce, che, non curante dei rilievi del dott. Benedetto Proto e del revisore espressi in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, inaugura una stagione volta al sostegno, approvazione e condivisione della gestione Congesi pur manifestamente fallimentare risultando inesistenti i presupposti di continuità aziendale negli anni a seguire.

Ed infatti, il revisore in sede di relazione afferma: “il bilancio (2019) è stato redatto in base al presupposto della continuità aziendale; tuttavia, il persistere della tensione finanziaria, che ha già caratterizzato il precedente esercizio e che si è acuita nell’esercizio appena concluso rende ancora più marcata la significativa incertezza relativa alla continuità aziendale”.

Ma tant’è!

Nel bilancio 2020, come era facilmente prevedibile, vi è un ulteriore appesantimento della crisi finanziaria del consorzio che chiude con un aumento dei crediti verso clienti pari ad Euro 27.030.361 e dei debiti verso fornitori pari ad Euro 21.711.902.

Anche in questa occasione, il giudizio del revisore è tranchant: “i fattori di rischio con l’utenza, di rischio di credito e di rischio di liquidità sono elementi che potrebbero compromettere la capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento… la presenza dei predetti elementi di rischio può essere scongiurata solo mediante l’adozione di piani d’azione connessi alla valutazione della permanenza della continuità aziendale….indispensabile diventa la valutazione dei flussi di cassa (liquidità) quale indicatore dello stato di salute della società, determinanti più del fatturato e del risultato economico d’esercizio per la continuità aziendale….infatti, solo attraverso un controllo di gestione efficace e tempestivo la società potrà prevedere ed eventualmente gestire la crisi di liquidità in maniera adeguata…il Revisore raccomanda l’adozione di specifici programmi di valutazione dei rischi di crisi aziendale”.

Niente di quanto suggerito dal revisore viene recepito ed infatti, nel 2021, sulla falsariga degli anni precedenti, i dati di bilancio risultano ulteriormente peggiorati, i crediti verso clienti aumentano ad Euro 35.031.917 e i debiti verso fornitori ad Euro 26.422.549.

A fronte di tutto ciò, tuttavia, nella relazione sulla gestione, il presidente di Congesi afferma che la continuità aziendale nel 2022 sarà garantita con “sufficiente certezza” da una serie di azioni messe in campo.

E però, nel 2022, la sufficiente certezza del presidente, come era facilmente prevedibile, risulta smentita stante il tracollo definitivo di Congesi che chiude con crediti verso clienti pari ad Euro 42.952.826, vale a dire con un aumento di oltre sette milioni rispetto al 2021 e debiti verso fornitori pari ad Euro 31.976.517, con un aumento di oltre cinque milioni rispetto all’anno precedente. Alla fine, la posizione debitoria comprensiva dei debiti all’Erario ammonta ad Euro 45.270.766, superiore ai crediti.

Anche in questa occasione, la relazione sulla gestione afferma, inopinatamente, che la continuità aziendale nel 2023 sarà garantita “con sufficiente certezza” da una serie di azioni che, a ben vedere, coincidono con quelle dell’anno precedente e ancor prima con quelle del 2020 salvo qualche novità, comunque, non risolutiva su cui non è il caso di soffermarsi. 

Nè può sottacersi l’inspiegabile “morbidezza” dei revisori in relazione sia al bilancio 2021 che al bilancio 2022, invero, nessun accenno come è avvenuto per il 2018 – 2019 e 2020 riguardo all’oggettiva insussistenza dei presupposti di continuità aziendale, anche se relativamente al 2022, il revisore, timidamente, afferma che la percentuale di riscossione attestatasi al 57 % determina problemi di liquidità immediata che non permette nel lungo periodo una sostenibilità della gestione ordinaria. Di contro, sarebbe stato, a nostro avviso, doveroso dichiarare l’impossibilità di esprimere un giudizio sulla capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento considerata la progressiva, costante e conclamata situazione di deficit finanziario a partire dal primo anno di attività. Ma tant’è!

A questo punto, riteniamo che, a fronte di una situazione finanziaria di Congesi, all’evidenza, fallimentare comprovata da numeri che testimoniano incapacità a riscuotere e conseguente incapacità a saldare i debiti, un’amministrazione responsabile, prudente, competente, socia di maggioranza di un consorzio oramai decotto, avrebbe dovuto prenderne atto e in linea con quanto suggerito illo tempore ai comuni consorziati dal vice sindaco della giunta Pugliese in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, decretare la chiusura definitiva del consorzio invitando il creditore Sorical a sedersi e discutere anche ai fini di una tutela dei lavoratori, uniche potenziali vittime di questa vicenda.

E invece, la storia degli ultimi tempi ci racconta che, in occasione di una riunione convocata dinanzi al Prefetto, cui partecipa solo Sorical al fine di pianificare tempi e modalità di subentro in Congesi e definire altresì la posizione debitoria dello stesso, il sindaco Voce non si presenta preferendo, nel contempo, rivolgersi ad un professore universitario per la redazione di un parere che ha attestato l’assenza di responsabilità solidale del comune nelle obbligazioni del consorzio.

Sulla scorta di detto parere, al consiglio comunale del 4 ottobre, dietro la sapiente regia di Sindaco, vice Sindaco e assessore al bilancio, la maggioranza formula una duplice proposta da sottoporre a Sorical, che, in estrema sintesi, è la seguente: proposta n. 1) fusione per incorporazione di Congesi da parte di Sorical cosicché i rapporti di debito e credito si trasferirebbero in capo a Sorical, in particolare, i debiti maturati dal consorzio nei confronti di Sorical verrebbero elisi e troverebbero – udite …udite – parziale o integrale soddisfazione in ragione dell’avviata azione di riscossione della mole di crediti ad oggi in capo al consorzio i quali diverrebbero del gestore unico per effetto della fusione; 2) in via subordinata, proposta n. 2) che si articola in due fasi e pone quale conditio sine qua non della messa in liquidazione di Congesi, in occasione della quale definire in via transattiva il contenzioso insorto con Sorical, il subentro della stessa, integralmente, nella struttura organizzativa di uomini e mezzi.

Orbene, nessuna delle due proposte, a nostro avviso, è percorribile.

Quanto alla prima, trattasi, all’evidenza, di una proposta che sottende e/o confida in un’ingenuità imprenditoriale del destinatario (Sorical), posto che comporta un’estinzione de plano dei debiti di Congesi controbilanciata dai presunti crediti realizzabili da un’asserita azione di riscossione in corso che, ad oggi, in base alla lettura del bilancio 2022 che indica crediti per oltre 42.000.000, in aumento di oltre 7 milioni rispetto all’anno precedente, è da escludere possa portare i suoi frutti.

La seconda, peggiore della prima, presenta i caratteri tipici del “ricatto” perché accettare quale presupposto per avviare la liquidazione il subentro in Congesi (spacciata capziosamente a garanzia della continuità del servizio) vedrebbe Sorical, creditrice nei confronti del consorzio di oltre Euro 31.000.000,00, piegarsi alle condizioni dettate da un debitore incallito e inaffidabile che sin dal primo anno di attività non ha inteso saldare neppure parzialmente il proprio debito pur ricevendo, regolarmente, la fornitura d’acqua e non il contrario. Il che è inammissibile e improponibile!

Ed è per questo motivo che riteniamo la proposta da noi formulata unitamente ai soli consiglieri: Cantafora, Riga, Pedace, Meo, Giancotti e Cavallo l’unica credibile, concreta ed attuabile perché di fronte ad un consorzio sull’orlo del baratro, la via d’uscita nel pieno rispetto delle norme di legge non poteva che essere la sua messa in liquidazione e, nel contempo, l’avvio, senza indugio, da parte dei comuni consorziati responsabili di avere appoggiato, sostenuto e condiviso una gestione fallimentare conclamata e inesorabile dello stesso, di una transazione volta ad abbattere la debitoria e di un accordo, con il coinvolgimento delle parti sociali, volto a tutelare la posizione dei lavoratori.

Ed invece, volendo tirare le fila del discorso, possiamo concludere, con amarezza e rabbia, che la vecchia politica, mediocre, lassista, immorale, ancora una volta ha vinto perché Congesi continuerà ad operare sotto l’egida del comune di Crotone macinando, alla velocità della luce, crediti che non riscuote e debiti che non paga, tanto, a detta del prof. Saitta, i comuni non rispondono, in via solidale, delle obbligazioni non adempiute contratte dalle partecipate per conto e responsabilità degli stessi fino a quando, un bel giorno, il buon samaritano Sorical, subentrando per legge nella gestione del servizio idrico, non si farà carico di tutti i debiti dei precedenti gestori.

Ed allora, consentiteci una digressione per dire che, nel 2013, il regista Paolo Sorrentino girò un film che, nel descrivere la decadenza di Roma, intitolò “La Grande Bellezza”, ebbene, se mai un giorno volesse girarne un altro di diverso genere per descrivere la decadenza della politica che gestisce la cosa pubblica, prendendo spunto dalla vicenda Congesi, gli suggeriremo di intitolarlo “La Grande Truffa”.

Antonio Manica

Alessia Le Rose

Fabio Manica

In data 4 ottobre 2023, si è tenuto il Consiglio comunale promosso da un gruppo di consiglieri di opposizione per discutere della vertenza Congesi; prima dell’inizio della discussione, gli stessi hanno presentato un emendamento, con cui hanno richiesto che il Comune di Crotone, quale socio di maggioranza del consorzio, si attivasse per la convocazione di un assemblea straordinaria della società al fine di deliberarne la messa in liquidazione e di porre in essere ogni possibile iniziativa per addivenire ad una transazione con Sorical s.p.a., la quale vanta un credito, a fine anno 2022, di Euro 31.976.517,00 nei confronti di Congesi.

Nella stessa seduta, i consiglieri di maggioranza hanno avanzato una proposta approvata dal consiglio, su cui ci soffermeremo più avanti, sulla scorta di un parere reso dal prof. Fabio Saitta (di cui i consiglieri di opposizione ignoravano il contenuto pur avendone richiesto, invano, copia prima dell’apertura dei lavori) in forza del quale: 1) non sussiste responsabilità solidale dei comuni consorziati rispetto ai debiti maturati dal Consorzio nei confronti di Sorical; 2) non sussiste obbligo dei comuni di accantonare somme sufficienti a garantire l’attività del Consorzio, pena, un’ipotesi di responsabilità dell’ente laddove il soccorso finanziario si concretizzasse.

Orbene, non è il caso, in questa sede, di approfondire, in punto di diritto, la fondatezza o meno delle conclusioni cui giunge l’insigne giurista, sicuramente di alto pregio ma che non condividiamo, ritenendo doveroso invece evidenziare le conseguenze sul piano politico e anche giuridico che deriverebbero dall’asserita insussistenza di una responsabilità dei comuni nei debiti del consorzio, già intuibili dal titolo del presente comunicato.

Ma prima occorre ripercorrere, brevemente, le tappe che hanno portato Congesi ad avere una debitoria, a fine 2022, pari ad Euro 45.000.000,00, di cui Euro 31. 976.517,00 solo nei confronti Sorical spa.

Ed invero, sin dalla nascita, il Consorzio si è trovato, sulla falsariga di quanto si è verificato con la fallita Soakro s.p.a., a dover far fronte ad una grave crisi finanziaria per incapacità a riscuotere i crediti cui faceva da contraltare un aumento esponenziale della posizione debitoria.

Tale situazione era già cristallizzata e ben nota a partire dal 2018. Ed infatti, in sede di assemblea per l’approvazione del bilancio, l’allora vice sindaco della giunta Pugliese, nonché assessore al bilancio, dott. Benedetto Proto, ebbe a dire: “di aver visto alcune criticità che sono state evidenziate nella Relazione e ribadite dall’organo di controllo. Si riferisce fondamentalmente alla crisi di liquidità, con le quali il Consorzio si trova a dover far fronte da quando è sorto e che ora stanno aggravando la situazione. Rileva che il costo del servizio e del personale supera di gran lunga gli incassi e ritiene che ciò vada a minare la continuità aziendale. Raccomanda di considerare l’opportunità di continuare l’attività in queste condizioni. Ritiene che sia necessario avviare per i prossimi mesi un monitoraggio mensile della situazione e al momento opportuno sapersi fermare. Considera che a fronte di queste criticità, i contenziosi in essere, una capacità di riscossione al 50%, i costi del servizio, la spesa del personale etc. la soluzione non sia tanto l’iscrizione a ruolo dei crediti in quanto la ritiene insufficiente .…..”.

Una posizione netta, chiara, prevedibile da parte di un amministratore competente, responsabile e più di tutto, prudente. D’altro canto non avrebbe potuto essere diversamente in considerazione di quanto era evincibile dalla lettura della relazione sulla gestione laddove si lamentava una grave crisi di liquidità generata dagli scarsi risultati della riscossione, con conseguenze sul piano della sostenibilità dell’esposizione debitoria maturata soprattutto nei confronti del fornitore Sorical. Ed infatti, al fine di fronteggiare la suddetta esposizione, i comuni consorziati, in occasione dell’Assemblea dei Comuni del 2 marzo 2018, deliberarono che Congesi, sulla base di una stima prospettica dei consumi storici che accertava l’entità del debito al 31.12 2019, si impegnasse a versare rate mensili di Euro 250.000,00. Tuttavia, stante la morosità, il previsto piano di rientro non è stato rispettato e mai più ripreso (cfr. Relazione sulla gestione pag. 19-20).

Al riguardo, nella propria relazione, il revisore dei conti afferma: “La società, come nel precedente esercizio, presenta un significativo incremento dei crediti e conseguentemente dei debiti. Ciò ha generato nel corso dell’esercizio 2018: – una situazione di forte tensione finanziaria che ha determinato l’incapacità di pagare alla scadenza alcuni debiti significativi verso Sorical spa in liquidazione, fornitore principale di Congesi, e verso l’Erario. Gli amministratori nella Relazione sulla gestione hanno indicato le misure individuate per fronteggiare l’attuale liquidità della società. Permane comunque una significativa incertezza sul futuro della società in quanto il superamento dell’attuale tensione finanziaria è strettamente legato all’incisività ed efficacia con la quale gli amministratori attiveranno tempestivamente la fase della riscossione anche coattiva dei crediti”.

In definitiva, appare evidente che già a partire dal 2018, non sussistessero le condizioni di continuità aziendale del Consorzio, vale a dire la capacità di realizzare l’attivo (riscuotere i crediti) per pagare il passivo (saldare i debiti) ed evitare di chiudere i battenti con la messa in liquidazione o addirittura sottoponendosi a procedura concorsuale.

Alla fine, il Consorzio chiude al 2018 con crediti verso clienti pari ad Euro 18.200.980 e debiti verso fornitori pari ad Euro 14.761.499.

La situazione peggiora ulteriormente nell’anno 2019, posto che il bilancio chiude con un aumento dei crediti verso clienti che salgono ad Euro 24.696.315 e debiti verso fornitori ad Euro 19.265.083.

Il bilancio viene approvato con l’ingresso in scena della nuova giunta Voce, che, non curante dei rilievi del dott. Benedetto Proto e del revisore espressi in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, inaugura una stagione volta al sostegno, approvazione e condivisione della gestione Congesi pur manifestamente fallimentare risultando inesistenti i presupposti di continuità aziendale negli anni a seguire.

Ed infatti, il revisore in sede di relazione afferma: “il bilancio (2019) è stato redatto in base al presupposto della continuità aziendale; tuttavia, il persistere della tensione finanziaria, che ha già caratterizzato il precedente esercizio e che si è acuita nell’esercizio appena concluso rende ancora più marcata la significativa incertezza relativa alla continuità aziendale”.

Ma tant’è!

Nel bilancio 2020, come era facilmente prevedibile, vi è un ulteriore appesantimento della crisi finanziaria del consorzio che chiude con un aumento dei crediti verso clienti pari ad Euro 27.030.361 e dei debiti verso fornitori pari ad Euro 21.711.902.

Anche in questa occasione, il giudizio del revisore è tranchant: “i fattori di rischio con l’utenza, di rischio di credito e di rischio di liquidità sono elementi che potrebbero compromettere la capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento… la presenza dei predetti elementi di rischio può essere scongiurata solo mediante l’adozione di piani d’azione connessi alla valutazione della permanenza della continuità aziendale….indispensabile diventa la valutazione dei flussi di cassa (liquidità) quale indicatore dello stato di salute della società, determinanti più del fatturato e del risultato economico d’esercizio per la continuità aziendale….infatti, solo attraverso un controllo di gestione efficace e tempestivo la società potrà prevedere ed eventualmente gestire la crisi di liquidità in maniera adeguata…il Revisore raccomanda l’adozione di specifici programmi di valutazione dei rischi di crisi aziendale”.

Niente di quanto suggerito dal revisore viene recepito ed infatti, nel 2021, sulla falsariga degli anni precedenti, i dati di bilancio risultano ulteriormente peggiorati, i crediti verso clienti aumentano ad Euro 35.031.917 e i debiti verso fornitori ad Euro 26.422.549.

A fronte di tutto ciò, tuttavia, nella relazione sulla gestione, il presidente di Congesi afferma che la continuità aziendale nel 2022 sarà garantita con “sufficiente certezza” da una serie di azioni messe in campo.

E però, nel 2022, la sufficiente certezza del presidente, come era facilmente prevedibile, risulta smentita stante il tracollo definitivo di Congesi che chiude con crediti verso clienti pari ad Euro 42.952.826, vale a dire con un aumento di oltre sette milioni rispetto al 2021 e debiti verso fornitori pari ad Euro 31.976.517, con un aumento di oltre cinque milioni rispetto all’anno precedente. Alla fine, la posizione debitoria comprensiva dei debiti all’Erario ammonta ad Euro 45.270.766, superiore ai crediti.

Anche in questa occasione, la relazione sulla gestione afferma, inopinatamente, che la continuità aziendale nel 2023 sarà garantita “con sufficiente certezza” da una serie di azioni che, a ben vedere, coincidono con quelle dell’anno precedente e ancor prima con quelle del 2020 salvo qualche novità, comunque, non risolutiva su cui non è il caso di soffermarsi. 

Nè può sottacersi l’inspiegabile “morbidezza” dei revisori in relazione sia al bilancio 2021 che al bilancio 2022, invero, nessun accenno come è avvenuto per il 2018 – 2019 e 2020 riguardo all’oggettiva insussistenza dei presupposti di continuità aziendale, anche se relativamente al 2022, il revisore, timidamente, afferma che la percentuale di riscossione attestatasi al 57 % determina problemi di liquidità immediata che non permette nel lungo periodo una sostenibilità della gestione ordinaria. Di contro, sarebbe stato, a nostro avviso, doveroso dichiarare l’impossibilità di esprimere un giudizio sulla capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento considerata la progressiva, costante e conclamata situazione di deficit finanziario a partire dal primo anno di attività. Ma tant’è!

A questo punto, riteniamo che, a fronte di una situazione finanziaria di Congesi, all’evidenza, fallimentare comprovata da numeri che testimoniano incapacità a riscuotere e conseguente incapacità a saldare i debiti, un’amministrazione responsabile, prudente, competente, socia di maggioranza di un consorzio oramai decotto, avrebbe dovuto prenderne atto e in linea con quanto suggerito illo tempore ai comuni consorziati dal vice sindaco della giunta Pugliese in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, decretare la chiusura definitiva del consorzio invitando il creditore Sorical a sedersi e discutere anche ai fini di una tutela dei lavoratori, uniche potenziali vittime di questa vicenda.

E invece, la storia degli ultimi tempi ci racconta che, in occasione di una riunione convocata dinanzi al Prefetto, cui partecipa solo Sorical al fine di pianificare tempi e modalità di subentro in Congesi e definire altresì la posizione debitoria dello stesso, il sindaco Voce non si presenta preferendo, nel contempo, rivolgersi ad un professore universitario per la redazione di un parere che ha attestato l’assenza di responsabilità solidale del comune nelle obbligazioni del consorzio.

Sulla scorta di detto parere, al consiglio comunale del 4 ottobre, dietro la sapiente regia di Sindaco, vice Sindaco e assessore al bilancio, la maggioranza formula una duplice proposta da sottoporre a Sorical, che, in estrema sintesi, è la seguente: proposta n. 1) fusione per incorporazione di Congesi da parte di Sorical cosicché i rapporti di debito e credito si trasferirebbero in capo a Sorical, in particolare, i debiti maturati dal consorzio nei confronti di Sorical verrebbero elisi e troverebbero – udite …udite – parziale o integrale soddisfazione in ragione dell’avviata azione di riscossione della mole di crediti ad oggi in capo al consorzio i quali diverrebbero del gestore unico per effetto della fusione; 2) in via subordinata, proposta n. 2) che si articola in due fasi e pone quale conditio sine qua non della messa in liquidazione di Congesi, in occasione della quale definire in via transattiva il contenzioso insorto con Sorical, il subentro della stessa, integralmente, nella struttura organizzativa di uomini e mezzi.

Orbene, nessuna delle due proposte, a nostro avviso, è percorribile.

Quanto alla prima, trattasi, all’evidenza, di una proposta che sottende e/o confida in un’ingenuità imprenditoriale del destinatario (Sorical), posto che comporta un’estinzione de plano dei debiti di Congesi controbilanciata dai presunti crediti realizzabili da un’asserita azione di riscossione in corso che, ad oggi, in base alla lettura del bilancio 2022 che indica crediti per oltre 42.000.000, in aumento di oltre 7 milioni rispetto all’anno precedente, è da escludere possa portare i suoi frutti.

La seconda, peggiore della prima, presenta i caratteri tipici del “ricatto” perché accettare quale presupposto per avviare la liquidazione il subentro in Congesi (spacciata capziosamente a garanzia della continuità del servizio) vedrebbe Sorical, creditrice nei confronti del consorzio di oltre Euro 31.000.000,00, piegarsi alle condizioni dettate da un debitore incallito e inaffidabile che sin dal primo anno di attività non ha inteso saldare neppure parzialmente il proprio debito pur ricevendo, regolarmente, la fornitura d’acqua e non il contrario. Il che è inammissibile e improponibile!

Ed è per questo motivo che riteniamo la proposta da noi formulata unitamente ai soli consiglieri: Cantafora, Riga, Pedace, Meo, Giancotti e Cavallo l’unica credibile, concreta ed attuabile perché di fronte ad un consorzio sull’orlo del baratro, la via d’uscita nel pieno rispetto delle norme di legge non poteva che essere la sua messa in liquidazione e, nel contempo, l’avvio, senza indugio, da parte dei comuni consorziati responsabili di avere appoggiato, sostenuto e condiviso una gestione fallimentare conclamata e inesorabile dello stesso, di una transazione volta ad abbattere la debitoria e di un accordo, con il coinvolgimento delle parti sociali, volto a tutelare la posizione dei lavoratori.

Ed invece, volendo tirare le fila del discorso, possiamo concludere, con amarezza e rabbia, che la vecchia politica, mediocre, lassista, immorale, ancora una volta ha vinto perché Congesi continuerà ad operare sotto l’egida del comune di Crotone macinando, alla velocità della luce, crediti che non riscuote e debiti che non paga, tanto, a detta del prof. Saitta, i comuni non rispondono, in via solidale, delle obbligazioni non adempiute contratte dalle partecipate per conto e responsabilità degli stessi fino a quando, un bel giorno, il buon samaritano Sorical, subentrando per legge nella gestione del servizio idrico, non si farà carico di tutti i debiti dei precedenti gestori.

Ed allora, consentiteci una digressione per dire che, nel 2013, il regista Paolo Sorrentino girò un film che, nel descrivere la decadenza di Roma, intitolò “La Grande Bellezza”, ebbene, se mai un giorno volesse girarne un altro di diverso genere per descrivere la decadenza della politica che gestisce la cosa pubblica, prendendo spunto dalla vicenda Congesi, gli suggeriremo di intitolarlo “La Grande Truffa”.

Antonio Manica

Alessia Le Rose

Fabio Manica

In data 4 ottobre 2023, si è tenuto il Consiglio comunale promosso da un gruppo di consiglieri di opposizione per discutere della vertenza Congesi; prima dell’inizio della discussione, gli stessi hanno presentato un emendamento, con cui hanno richiesto che il Comune di Crotone, quale socio di maggioranza del consorzio, si attivasse per la convocazione di un assemblea straordinaria della società al fine di deliberarne la messa in liquidazione e di porre in essere ogni possibile iniziativa per addivenire ad una transazione con Sorical s.p.a., la quale vanta un credito, a fine anno 2022, di Euro 31.976.517,00 nei confronti di Congesi.

Nella stessa seduta, i consiglieri di maggioranza hanno avanzato una proposta approvata dal consiglio, su cui ci soffermeremo più avanti, sulla scorta di un parere reso dal prof. Fabio Saitta (di cui i consiglieri di opposizione ignoravano il contenuto pur avendone richiesto, invano, copia prima dell’apertura dei lavori) in forza del quale: 1) non sussiste responsabilità solidale dei comuni consorziati rispetto ai debiti maturati dal Consorzio nei confronti di Sorical; 2) non sussiste obbligo dei comuni di accantonare somme sufficienti a garantire l’attività del Consorzio, pena, un’ipotesi di responsabilità dell’ente laddove il soccorso finanziario si concretizzasse.

Orbene, non è il caso, in questa sede, di approfondire, in punto di diritto, la fondatezza o meno delle conclusioni cui giunge l’insigne giurista, sicuramente di alto pregio ma che non condividiamo, ritenendo doveroso invece evidenziare le conseguenze sul piano politico e anche giuridico che deriverebbero dall’asserita insussistenza di una responsabilità dei comuni nei debiti del consorzio, già intuibili dal titolo del presente comunicato.

Ma prima occorre ripercorrere, brevemente, le tappe che hanno portato Congesi ad avere una debitoria, a fine 2022, pari ad Euro 45.000.000,00, di cui Euro 31. 976.517,00 solo nei confronti Sorical spa.

Ed invero, sin dalla nascita, il Consorzio si è trovato, sulla falsariga di quanto si è verificato con la fallita Soakro s.p.a., a dover far fronte ad una grave crisi finanziaria per incapacità a riscuotere i crediti cui faceva da contraltare un aumento esponenziale della posizione debitoria.

Tale situazione era già cristallizzata e ben nota a partire dal 2018. Ed infatti, in sede di assemblea per l’approvazione del bilancio, l’allora vice sindaco della giunta Pugliese, nonché assessore al bilancio, dott. Benedetto Proto, ebbe a dire: “di aver visto alcune criticità che sono state evidenziate nella Relazione e ribadite dall’organo di controllo. Si riferisce fondamentalmente alla crisi di liquidità, con le quali il Consorzio si trova a dover far fronte da quando è sorto e che ora stanno aggravando la situazione. Rileva che il costo del servizio e del personale supera di gran lunga gli incassi e ritiene che ciò vada a minare la continuità aziendale. Raccomanda di considerare l’opportunità di continuare l’attività in queste condizioni. Ritiene che sia necessario avviare per i prossimi mesi un monitoraggio mensile della situazione e al momento opportuno sapersi fermare. Considera che a fronte di queste criticità, i contenziosi in essere, una capacità di riscossione al 50%, i costi del servizio, la spesa del personale etc. la soluzione non sia tanto l’iscrizione a ruolo dei crediti in quanto la ritiene insufficiente .…..”.

Una posizione netta, chiara, prevedibile da parte di un amministratore competente, responsabile e più di tutto, prudente. D’altro canto non avrebbe potuto essere diversamente in considerazione di quanto era evincibile dalla lettura della relazione sulla gestione laddove si lamentava una grave crisi di liquidità generata dagli scarsi risultati della riscossione, con conseguenze sul piano della sostenibilità dell’esposizione debitoria maturata soprattutto nei confronti del fornitore Sorical. Ed infatti, al fine di fronteggiare la suddetta esposizione, i comuni consorziati, in occasione dell’Assemblea dei Comuni del 2 marzo 2018, deliberarono che Congesi, sulla base di una stima prospettica dei consumi storici che accertava l’entità del debito al 31.12 2019, si impegnasse a versare rate mensili di Euro 250.000,00. Tuttavia, stante la morosità, il previsto piano di rientro non è stato rispettato e mai più ripreso (cfr. Relazione sulla gestione pag. 19-20).

Al riguardo, nella propria relazione, il revisore dei conti afferma: “La società, come nel precedente esercizio, presenta un significativo incremento dei crediti e conseguentemente dei debiti. Ciò ha generato nel corso dell’esercizio 2018: – una situazione di forte tensione finanziaria che ha determinato l’incapacità di pagare alla scadenza alcuni debiti significativi verso Sorical spa in liquidazione, fornitore principale di Congesi, e verso l’Erario. Gli amministratori nella Relazione sulla gestione hanno indicato le misure individuate per fronteggiare l’attuale liquidità della società. Permane comunque una significativa incertezza sul futuro della società in quanto il superamento dell’attuale tensione finanziaria è strettamente legato all’incisività ed efficacia con la quale gli amministratori attiveranno tempestivamente la fase della riscossione anche coattiva dei crediti”.

In definitiva, appare evidente che già a partire dal 2018, non sussistessero le condizioni di continuità aziendale del Consorzio, vale a dire la capacità di realizzare l’attivo (riscuotere i crediti) per pagare il passivo (saldare i debiti) ed evitare di chiudere i battenti con la messa in liquidazione o addirittura sottoponendosi a procedura concorsuale.

Alla fine, il Consorzio chiude al 2018 con crediti verso clienti pari ad Euro 18.200.980 e debiti verso fornitori pari ad Euro 14.761.499.

La situazione peggiora ulteriormente nell’anno 2019, posto che il bilancio chiude con un aumento dei crediti verso clienti che salgono ad Euro 24.696.315 e debiti verso fornitori ad Euro 19.265.083.

Il bilancio viene approvato con l’ingresso in scena della nuova giunta Voce, che, non curante dei rilievi del dott. Benedetto Proto e del revisore espressi in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, inaugura una stagione volta al sostegno, approvazione e condivisione della gestione Congesi pur manifestamente fallimentare risultando inesistenti i presupposti di continuità aziendale negli anni a seguire.

Ed infatti, il revisore in sede di relazione afferma: “il bilancio (2019) è stato redatto in base al presupposto della continuità aziendale; tuttavia, il persistere della tensione finanziaria, che ha già caratterizzato il precedente esercizio e che si è acuita nell’esercizio appena concluso rende ancora più marcata la significativa incertezza relativa alla continuità aziendale”.

Ma tant’è!

Nel bilancio 2020, come era facilmente prevedibile, vi è un ulteriore appesantimento della crisi finanziaria del consorzio che chiude con un aumento dei crediti verso clienti pari ad Euro 27.030.361 e dei debiti verso fornitori pari ad Euro 21.711.902.

Anche in questa occasione, il giudizio del revisore è tranchant: “i fattori di rischio con l’utenza, di rischio di credito e di rischio di liquidità sono elementi che potrebbero compromettere la capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento… la presenza dei predetti elementi di rischio può essere scongiurata solo mediante l’adozione di piani d’azione connessi alla valutazione della permanenza della continuità aziendale….indispensabile diventa la valutazione dei flussi di cassa (liquidità) quale indicatore dello stato di salute della società, determinanti più del fatturato e del risultato economico d’esercizio per la continuità aziendale….infatti, solo attraverso un controllo di gestione efficace e tempestivo la società potrà prevedere ed eventualmente gestire la crisi di liquidità in maniera adeguata…il Revisore raccomanda l’adozione di specifici programmi di valutazione dei rischi di crisi aziendale”.

Niente di quanto suggerito dal revisore viene recepito ed infatti, nel 2021, sulla falsariga degli anni precedenti, i dati di bilancio risultano ulteriormente peggiorati, i crediti verso clienti aumentano ad Euro 35.031.917 e i debiti verso fornitori ad Euro 26.422.549.

A fronte di tutto ciò, tuttavia, nella relazione sulla gestione, il presidente di Congesi afferma che la continuità aziendale nel 2022 sarà garantita con “sufficiente certezza” da una serie di azioni messe in campo.

E però, nel 2022, la sufficiente certezza del presidente, come era facilmente prevedibile, risulta smentita stante il tracollo definitivo di Congesi che chiude con crediti verso clienti pari ad Euro 42.952.826, vale a dire con un aumento di oltre sette milioni rispetto al 2021 e debiti verso fornitori pari ad Euro 31.976.517, con un aumento di oltre cinque milioni rispetto all’anno precedente. Alla fine, la posizione debitoria comprensiva dei debiti all’Erario ammonta ad Euro 45.270.766, superiore ai crediti.

Anche in questa occasione, la relazione sulla gestione afferma, inopinatamente, che la continuità aziendale nel 2023 sarà garantita “con sufficiente certezza” da una serie di azioni che, a ben vedere, coincidono con quelle dell’anno precedente e ancor prima con quelle del 2020 salvo qualche novità, comunque, non risolutiva su cui non è il caso di soffermarsi. 

Nè può sottacersi l’inspiegabile “morbidezza” dei revisori in relazione sia al bilancio 2021 che al bilancio 2022, invero, nessun accenno come è avvenuto per il 2018 – 2019 e 2020 riguardo all’oggettiva insussistenza dei presupposti di continuità aziendale, anche se relativamente al 2022, il revisore, timidamente, afferma che la percentuale di riscossione attestatasi al 57 % determina problemi di liquidità immediata che non permette nel lungo periodo una sostenibilità della gestione ordinaria. Di contro, sarebbe stato, a nostro avviso, doveroso dichiarare l’impossibilità di esprimere un giudizio sulla capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento considerata la progressiva, costante e conclamata situazione di deficit finanziario a partire dal primo anno di attività. Ma tant’è!

A questo punto, riteniamo che, a fronte di una situazione finanziaria di Congesi, all’evidenza, fallimentare comprovata da numeri che testimoniano incapacità a riscuotere e conseguente incapacità a saldare i debiti, un’amministrazione responsabile, prudente, competente, socia di maggioranza di un consorzio oramai decotto, avrebbe dovuto prenderne atto e in linea con quanto suggerito illo tempore ai comuni consorziati dal vice sindaco della giunta Pugliese in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, decretare la chiusura definitiva del consorzio invitando il creditore Sorical a sedersi e discutere anche ai fini di una tutela dei lavoratori, uniche potenziali vittime di questa vicenda.

E invece, la storia degli ultimi tempi ci racconta che, in occasione di una riunione convocata dinanzi al Prefetto, cui partecipa solo Sorical al fine di pianificare tempi e modalità di subentro in Congesi e definire altresì la posizione debitoria dello stesso, il sindaco Voce non si presenta preferendo, nel contempo, rivolgersi ad un professore universitario per la redazione di un parere che ha attestato l’assenza di responsabilità solidale del comune nelle obbligazioni del consorzio.

Sulla scorta di detto parere, al consiglio comunale del 4 ottobre, dietro la sapiente regia di Sindaco, vice Sindaco e assessore al bilancio, la maggioranza formula una duplice proposta da sottoporre a Sorical, che, in estrema sintesi, è la seguente: proposta n. 1) fusione per incorporazione di Congesi da parte di Sorical cosicché i rapporti di debito e credito si trasferirebbero in capo a Sorical, in particolare, i debiti maturati dal consorzio nei confronti di Sorical verrebbero elisi e troverebbero – udite …udite – parziale o integrale soddisfazione in ragione dell’avviata azione di riscossione della mole di crediti ad oggi in capo al consorzio i quali diverrebbero del gestore unico per effetto della fusione; 2) in via subordinata, proposta n. 2) che si articola in due fasi e pone quale conditio sine qua non della messa in liquidazione di Congesi, in occasione della quale definire in via transattiva il contenzioso insorto con Sorical, il subentro della stessa, integralmente, nella struttura organizzativa di uomini e mezzi.

Orbene, nessuna delle due proposte, a nostro avviso, è percorribile.

Quanto alla prima, trattasi, all’evidenza, di una proposta che sottende e/o confida in un’ingenuità imprenditoriale del destinatario (Sorical), posto che comporta un’estinzione de plano dei debiti di Congesi controbilanciata dai presunti crediti realizzabili da un’asserita azione di riscossione in corso che, ad oggi, in base alla lettura del bilancio 2022 che indica crediti per oltre 42.000.000, in aumento di oltre 7 milioni rispetto all’anno precedente, è da escludere possa portare i suoi frutti.

La seconda, peggiore della prima, presenta i caratteri tipici del “ricatto” perché accettare quale presupposto per avviare la liquidazione il subentro in Congesi (spacciata capziosamente a garanzia della continuità del servizio) vedrebbe Sorical, creditrice nei confronti del consorzio di oltre Euro 31.000.000,00, piegarsi alle condizioni dettate da un debitore incallito e inaffidabile che sin dal primo anno di attività non ha inteso saldare neppure parzialmente il proprio debito pur ricevendo, regolarmente, la fornitura d’acqua e non il contrario. Il che è inammissibile e improponibile!

Ed è per questo motivo che riteniamo la proposta da noi formulata unitamente ai soli consiglieri: Cantafora, Riga, Pedace, Meo, Giancotti e Cavallo l’unica credibile, concreta ed attuabile perché di fronte ad un consorzio sull’orlo del baratro, la via d’uscita nel pieno rispetto delle norme di legge non poteva che essere la sua messa in liquidazione e, nel contempo, l’avvio, senza indugio, da parte dei comuni consorziati responsabili di avere appoggiato, sostenuto e condiviso una gestione fallimentare conclamata e inesorabile dello stesso, di una transazione volta ad abbattere la debitoria e di un accordo, con il coinvolgimento delle parti sociali, volto a tutelare la posizione dei lavoratori.

Ed invece, volendo tirare le fila del discorso, possiamo concludere, con amarezza e rabbia, che la vecchia politica, mediocre, lassista, immorale, ancora una volta ha vinto perché Congesi continuerà ad operare sotto l’egida del comune di Crotone macinando, alla velocità della luce, crediti che non riscuote e debiti che non paga, tanto, a detta del prof. Saitta, i comuni non rispondono, in via solidale, delle obbligazioni non adempiute contratte dalle partecipate per conto e responsabilità degli stessi fino a quando, un bel giorno, il buon samaritano Sorical, subentrando per legge nella gestione del servizio idrico, non si farà carico di tutti i debiti dei precedenti gestori.

Ed allora, consentiteci una digressione per dire che, nel 2013, il regista Paolo Sorrentino girò un film che, nel descrivere la decadenza di Roma, intitolò “La Grande Bellezza”, ebbene, se mai un giorno volesse girarne un altro di diverso genere per descrivere la decadenza della politica che gestisce la cosa pubblica, prendendo spunto dalla vicenda Congesi, gli suggeriremo di intitolarlo “La Grande Truffa”.

Antonio Manica

Alessia Le Rose

Fabio Manica

La Grande Truffa

In data 4 ottobre 2023, si è tenuto il Consiglio comunale promosso da un gruppo di consiglieri di opposizione per discutere della vertenza Congesi; prima dell’inizio della discussione, gli stessi hanno presentato un emendamento, con cui hanno richiesto che il Comune di Crotone, quale socio di maggioranza del consorzio, si attivasse per la convocazione di un assemblea straordinaria della società al fine di deliberarne la messa in liquidazione e di porre in essere ogni possibile iniziativa per addivenire ad una transazione con Sorical s.p.a., la quale vanta un credito, a fine anno 2022, di Euro 31.976.517,00 nei confronti di Congesi.

Nella stessa seduta, i consiglieri di maggioranza hanno avanzato una proposta approvata dal consiglio, su cui ci soffermeremo più avanti, sulla scorta di un parere reso dal prof. Fabio Saitta (di cui i consiglieri di opposizione ignoravano il contenuto pur avendone richiesto, invano, copia prima dell’apertura dei lavori) in forza del quale: 1) non sussiste responsabilità solidale dei comuni consorziati rispetto ai debiti maturati dal Consorzio nei confronti di Sorical; 2) non sussiste obbligo dei comuni di accantonare somme sufficienti a garantire l’attività del Consorzio, pena, un’ipotesi di responsabilità dell’ente laddove il soccorso finanziario si concretizzasse.

Orbene, non è il caso, in questa sede, di approfondire, in punto di diritto, la fondatezza o meno delle conclusioni cui giunge l’insigne giurista, sicuramente di alto pregio ma che non condividiamo, ritenendo doveroso invece evidenziare le conseguenze sul piano politico e anche giuridico che deriverebbero dall’asserita insussistenza di una responsabilità dei comuni nei debiti del consorzio, già intuibili dal titolo del presente comunicato.

Ma prima occorre ripercorrere, brevemente, le tappe che hanno portato Congesi ad avere una debitoria, a fine 2022, pari ad Euro 45.000.000,00, di cui Euro 31. 976.517,00 solo nei confronti Sorical spa.

Ed invero, sin dalla nascita, il Consorzio si è trovato, sulla falsariga di quanto si è verificato con la fallita Soakro s.p.a., a dover far fronte ad una grave crisi finanziaria per incapacità a riscuotere i crediti cui faceva da contraltare un aumento esponenziale della posizione debitoria.

Tale situazione era già cristallizzata e ben nota a partire dal 2018. Ed infatti, in sede di assemblea per l’approvazione del bilancio, l’allora vice sindaco della giunta Pugliese, nonché assessore al bilancio, dott. Benedetto Proto, ebbe a dire: “di aver visto alcune criticità che sono state evidenziate nella Relazione e ribadite dall’organo di controllo. Si riferisce fondamentalmente alla crisi di liquidità, con le quali il Consorzio si trova a dover far fronte da quando è sorto e che ora stanno aggravando la situazione. Rileva che il costo del servizio e del personale supera di gran lunga gli incassi e ritiene che ciò vada a minare la continuità aziendale. Raccomanda di considerare l’opportunità di continuare l’attività in queste condizioni. Ritiene che sia necessario avviare per i prossimi mesi un monitoraggio mensile della situazione e al momento opportuno sapersi fermare. Considera che a fronte di queste criticità, i contenziosi in essere, una capacità di riscossione al 50%, i costi del servizio, la spesa del personale etc. la soluzione non sia tanto l’iscrizione a ruolo dei crediti in quanto la ritiene insufficiente .…..”.

Una posizione netta, chiara, prevedibile da parte di un amministratore competente, responsabile e più di tutto, prudente. D’altro canto non avrebbe potuto essere diversamente in considerazione di quanto era evincibile dalla lettura della relazione sulla gestione laddove si lamentava una grave crisi di liquidità generata dagli scarsi risultati della riscossione, con conseguenze sul piano della sostenibilità dell’esposizione debitoria maturata soprattutto nei confronti del fornitore Sorical. Ed infatti, al fine di fronteggiare la suddetta esposizione, i comuni consorziati, in occasione dell’Assemblea dei Comuni del 2 marzo 2018, deliberarono che Congesi, sulla base di una stima prospettica dei consumi storici che accertava l’entità del debito al 31.12 2019, si impegnasse a versare rate mensili di Euro 250.000,00. Tuttavia, stante la morosità, il previsto piano di rientro non è stato rispettato e mai più ripreso (cfr. Relazione sulla gestione pag. 19-20).

Al riguardo, nella propria relazione, il revisore dei conti afferma: “La società, come nel precedente esercizio, presenta un significativo incremento dei crediti e conseguentemente dei debiti. Ciò ha generato nel corso dell’esercizio 2018: – una situazione di forte tensione finanziaria che ha determinato l’incapacità di pagare alla scadenza alcuni debiti significativi verso Sorical spa in liquidazione, fornitore principale di Congesi, e verso l’Erario. Gli amministratori nella Relazione sulla gestione hanno indicato le misure individuate per fronteggiare l’attuale liquidità della società. Permane comunque una significativa incertezza sul futuro della società in quanto il superamento dell’attuale tensione finanziaria è strettamente legato all’incisività ed efficacia con la quale gli amministratori attiveranno tempestivamente la fase della riscossione anche coattiva dei crediti”.

In definitiva, appare evidente che già a partire dal 2018, non sussistessero le condizioni di continuità aziendale del Consorzio, vale a dire la capacità di realizzare l’attivo (riscuotere i crediti) per pagare il passivo (saldare i debiti) ed evitare di chiudere i battenti con la messa in liquidazione o addirittura sottoponendosi a procedura concorsuale.

Alla fine, il Consorzio chiude al 2018 con crediti verso clienti pari ad Euro 18.200.980 e debiti verso fornitori pari ad Euro 14.761.499.

La situazione peggiora ulteriormente nell’anno 2019, posto che il bilancio chiude con un aumento dei crediti verso clienti che salgono ad Euro 24.696.315 e debiti verso fornitori ad Euro 19.265.083.

Il bilancio viene approvato con l’ingresso in scena della nuova giunta Voce, che, non curante dei rilievi del dott. Benedetto Proto e del revisore espressi in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, inaugura una stagione volta al sostegno, approvazione e condivisione della gestione Congesi pur manifestamente fallimentare risultando inesistenti i presupposti di continuità aziendale negli anni a seguire.

Ed infatti, il revisore in sede di relazione afferma: “il bilancio (2019) è stato redatto in base al presupposto della continuità aziendale; tuttavia, il persistere della tensione finanziaria, che ha già caratterizzato il precedente esercizio e che si è acuita nell’esercizio appena concluso rende ancora più marcata la significativa incertezza relativa alla continuità aziendale”.

Ma tant’è!

Nel bilancio 2020, come era facilmente prevedibile, vi è un ulteriore appesantimento della crisi finanziaria del consorzio che chiude con un aumento dei crediti verso clienti pari ad Euro 27.030.361 e dei debiti verso fornitori pari ad Euro 21.711.902.

Anche in questa occasione, il giudizio del revisore è tranchant: “i fattori di rischio con l’utenza, di rischio di credito e di rischio di liquidità sono elementi che potrebbero compromettere la capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento… la presenza dei predetti elementi di rischio può essere scongiurata solo mediante l’adozione di piani d’azione connessi alla valutazione della permanenza della continuità aziendale….indispensabile diventa la valutazione dei flussi di cassa (liquidità) quale indicatore dello stato di salute della società, determinanti più del fatturato e del risultato economico d’esercizio per la continuità aziendale….infatti, solo attraverso un controllo di gestione efficace e tempestivo la società potrà prevedere ed eventualmente gestire la crisi di liquidità in maniera adeguata…il Revisore raccomanda l’adozione di specifici programmi di valutazione dei rischi di crisi aziendale”.

Niente di quanto suggerito dal revisore viene recepito ed infatti, nel 2021, sulla falsariga degli anni precedenti, i dati di bilancio risultano ulteriormente peggiorati, i crediti verso clienti aumentano ad Euro 35.031.917 e i debiti verso fornitori ad Euro 26.422.549.

A fronte di tutto ciò, tuttavia, nella relazione sulla gestione, il presidente di Congesi afferma che la continuità aziendale nel 2022 sarà garantita con “sufficiente certezza” da una serie di azioni messe in campo.

E però, nel 2022, la sufficiente certezza del presidente, come era facilmente prevedibile, risulta smentita stante il tracollo definitivo di Congesi che chiude con crediti verso clienti pari ad Euro 42.952.826, vale a dire con un aumento di oltre sette milioni rispetto al 2021 e debiti verso fornitori pari ad Euro 31.976.517, con un aumento di oltre cinque milioni rispetto all’anno precedente. Alla fine, la posizione debitoria comprensiva dei debiti all’Erario ammonta ad Euro 45.270.766, superiore ai crediti.

Anche in questa occasione, la relazione sulla gestione afferma, inopinatamente, che la continuità aziendale nel 2023 sarà garantita “con sufficiente certezza” da una serie di azioni che, a ben vedere, coincidono con quelle dell’anno precedente e ancor prima con quelle del 2020 salvo qualche novità, comunque, non risolutiva su cui non è il caso di soffermarsi. 

Nè può sottacersi l’inspiegabile “morbidezza” dei revisori in relazione sia al bilancio 2021 che al bilancio 2022, invero, nessun accenno come è avvenuto per il 2018 – 2019 e 2020 riguardo all’oggettiva insussistenza dei presupposti di continuità aziendale, anche se relativamente al 2022, il revisore, timidamente, afferma che la percentuale di riscossione attestatasi al 57 % determina problemi di liquidità immediata che non permette nel lungo periodo una sostenibilità della gestione ordinaria. Di contro, sarebbe stato, a nostro avviso, doveroso dichiarare l’impossibilità di esprimere un giudizio sulla capacità della società di continuare ad operare come entità in funzionamento considerata la progressiva, costante e conclamata situazione di deficit finanziario a partire dal primo anno di attività. Ma tant’è!

A questo punto, riteniamo che, a fronte di una situazione finanziaria di Congesi, all’evidenza, fallimentare comprovata da numeri che testimoniano incapacità a riscuotere e conseguente incapacità a saldare i debiti, un’amministrazione responsabile, prudente, competente, socia di maggioranza di un consorzio oramai decotto, avrebbe dovuto prenderne atto e in linea con quanto suggerito illo tempore ai comuni consorziati dal vice sindaco della giunta Pugliese in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, decretare la chiusura definitiva del consorzio invitando il creditore Sorical a sedersi e discutere anche ai fini di una tutela dei lavoratori, uniche potenziali vittime di questa vicenda.

E invece, la storia degli ultimi tempi ci racconta che, in occasione di una riunione convocata dinanzi al Prefetto, cui partecipa solo Sorical al fine di pianificare tempi e modalità di subentro in Congesi e definire altresì la posizione debitoria dello stesso, il sindaco Voce non si presenta preferendo, nel contempo, rivolgersi ad un professore universitario per la redazione di un parere che ha attestato l’assenza di responsabilità solidale del comune nelle obbligazioni del consorzio.

Sulla scorta di detto parere, al consiglio comunale del 4 ottobre, dietro la sapiente regia di Sindaco, vice Sindaco e assessore al bilancio, la maggioranza formula una duplice proposta da sottoporre a Sorical, che, in estrema sintesi, è la seguente: proposta n. 1) fusione per incorporazione di Congesi da parte di Sorical cosicché i rapporti di debito e credito si trasferirebbero in capo a Sorical, in particolare, i debiti maturati dal consorzio nei confronti di Sorical verrebbero elisi e troverebbero – udite …udite – parziale o integrale soddisfazione in ragione dell’avviata azione di riscossione della mole di crediti ad oggi in capo al consorzio i quali diverrebbero del gestore unico per effetto della fusione; 2) in via subordinata, proposta n. 2) che si articola in due fasi e pone quale conditio sine qua non della messa in liquidazione di Congesi, in occasione della quale definire in via transattiva il contenzioso insorto con Sorical, il subentro della stessa, integralmente, nella struttura organizzativa di uomini e mezzi.

Orbene, nessuna delle due proposte, a nostro avviso, è percorribile.

Quanto alla prima, trattasi, all’evidenza, di una proposta che sottende e/o confida in un’ingenuità imprenditoriale del destinatario (Sorical), posto che comporta un’estinzione de plano dei debiti di Congesi controbilanciata dai presunti crediti realizzabili da un’asserita azione di riscossione in corso che, ad oggi, in base alla lettura del bilancio 2022 che indica crediti per oltre 42.000.000, in aumento di oltre 7 milioni rispetto all’anno precedente, è da escludere possa portare i suoi frutti.

La seconda, peggiore della prima, presenta i caratteri tipici del “ricatto” perché accettare quale presupposto per avviare la liquidazione il subentro in Congesi (spacciata capziosamente a garanzia della continuità del servizio) vedrebbe Sorical, creditrice nei confronti del consorzio di oltre Euro 31.000.000,00, piegarsi alle condizioni dettate da un debitore incallito e inaffidabile che sin dal primo anno di attività non ha inteso saldare neppure parzialmente il proprio debito pur ricevendo, regolarmente, la fornitura d’acqua e non il contrario. Il che è inammissibile e improponibile!

Ed è per questo motivo che riteniamo la proposta da noi formulata unitamente ai soli consiglieri: Cantafora, Riga, Pedace, Meo, Giancotti e Cavallo l’unica credibile, concreta ed attuabile perché di fronte ad un consorzio sull’orlo del baratro, la via d’uscita nel pieno rispetto delle norme di legge non poteva che essere la sua messa in liquidazione e, nel contempo, l’avvio, senza indugio, da parte dei comuni consorziati responsabili di avere appoggiato, sostenuto e condiviso una gestione fallimentare conclamata e inesorabile dello stesso, di una transazione volta ad abbattere la debitoria e di un accordo, con il coinvolgimento delle parti sociali, volto a tutelare la posizione dei lavoratori.

Ed invece, volendo tirare le fila del discorso, possiamo concludere, con amarezza e rabbia, che la vecchia politica, mediocre, lassista, immorale, ancora una volta ha vinto perché Congesi continuerà ad operare sotto l’egida del comune di Crotone macinando, alla velocità della luce, crediti che non riscuote e debiti che non paga, tanto, a detta del prof. Saitta, i comuni non rispondono, in via solidale, delle obbligazioni non adempiute contratte dalle partecipate per conto e responsabilità degli stessi fino a quando, un bel giorno, il buon samaritano Sorical, subentrando per legge nella gestione del servizio idrico, non si farà carico di tutti i debiti dei precedenti gestori.

Ed allora, consentiteci una digressione per dire che, nel 2013, il regista Paolo Sorrentino girò un film che, nel descrivere la decadenza di Roma, intitolò “La Grande Bellezza”, ebbene, se mai un giorno volesse girarne un altro di diverso genere per descrivere la decadenza della politica che gestisce la cosa pubblica, prendendo spunto dalla vicenda Congesi, gli suggeriremo di intitolarlo “La Grande Truffa”.

Antonio Manica

Alessia Le Rose

Fabio Manica

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