L’arrivo dei talebani a Kabul ci mette di fronte a una drammatica evidenza: l’uguaglianza tra i generi, in alcune culture e in alcuni territori, resta ancora oggi più una chimera che un obiettivo da raggiungere.
Le donne afgane vengono rappresentate, purtroppo, come una minoranza etnica, e sono, continuamente, sotto minaccia da parte dei talebani.
È tutto questo nel silenzio assordante dell’Occidente che sembra aver voltato le spalle all’Afghanistan, cercando, scientificamente, di guardare a ciò che sta succedendo.
Siamo, infatti, tutti poco convinti delle intenzioni del governo talebano che, secondo le dichiarazioni ufficiali, consentirà alle donne di lavorare, andare a scuola, restare a casa da sole.
Intanto sulle saracinesche di un salone di bellezza le immagini di donne in pose “occidentali” vengono coperte da vernice bianca.
Intanto alcune donne bruciano i documenti di tanti anni di lavoro, per farne perdere le tracce.
Intanto le scuole e le università sono già state chiuse alle donne e molte di loro sono state allontanate dai luoghi di lavoro.
Intanto alcune famiglie sono costrette a consegnare le loro figlie si soldati.
Alle donne di Kabul stanno rubando il futuro, e questa crisi umanitaria colpisce la pancia e il cuore di ognuno di noi, ma i potenti restano silenti e impassibili davanti il grido di dolore delle donne afghane.
È evidente che l’impegno a cui siamo chiamati deve essere quotidiano e incessante.
È prioritario rafforzare la consapevolezza che i diritti umani vanno difesi, tutelati, ovunque non solo quando ci toccano da vicino.
Noi dobbiamo #andareavanti, mai farci scoraggiare, mai indietreggiare.
Sono questi i momenti in cui è fondamentale richiamare alla coscienza di tutti la necessità di garantire la parità di genere, a cominciare dai nostri figli e dalla loro educazione.
Crotone, Ventura(Laboratorio Crotone): “Alle donne di Kabul stanno rubando il futuro”
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