Si smarca ancora dalla Lega Silvio Berlusconi e, parlando a Radio Capital si dice contrario al ritorno della leva obbligatoria proposta da Matteo Salvini e torna sulla questione della chiusura delle moschee. Intanto ribadisce che in caso di mancata maggioranza dopo le elezioni si dovrebbe tornare al voto.
“Decide il Capo dello Stato – ha evidenziato – cosa fare ma se non si torna al voto non avremmo scelta che mandare avanti questo governo e andare al voto con questo governo, magari facendo una legge elettorale migliore anche se non so se ci si sarebbe una maggioranza per cambiarla”.
“Noi – ha detto ancora – avremo una maggioranza di centrodestra quindi non avrebbe senso che il Capo dello Stato desse l’incarico ad un altro esterno. Il primo partito della coalizione sarà Fi che proporrà il nome del nuovo premier. Ogni altra ipotesi è pura fantasia. Tajani continuo a ritenere che sarebbe un’ottima soluzione è uno dei 5 fondatori di Fi e ha un grande prestigio internazionale. Ma ci sono anche altri nomi”.
“Sono contrario – ha detto inoltre Berlusconi – al ritorno della leva militare. Nel programma del centrodestra non ne abbiamo parlato”. Per quanto riguarda, invece, la questione delle moschee, il Cav ha sottolineato: “La nostra Costituzione prevede la libertà di tutte le confessioni che non contrastano l’ordinamento italiano e lo Stato liberale non entra nelle convinzioni religiose ma se in nome dell’islam qualcuno giustifica la violenza e considera le donne segregate saremmo molto rigorosi. Le moschee devono essere luoghi di culto e non zone franche dove si fa propaganda. Salvini ogni tanto è pirotecnico, non possiamo chiudere le moschee”.
Poi un suggerimento a Renzi: “Renzi un merito lo ha avuto ed e’ quello di aver eliminato i comunisti per cui gli consiglierei di cambiare il nome del partito da Pd a socialdemocratico“. “Quanto all’invito alla manifestazione della Meloni – ha detto ancora – perché dovrei assumere l’impegno su una cosa ovvia. Non ci sarà nessun accordo con il Pd perché noi con il centrodestra garantiremo un governo stabile. Io non vedo la necessità di liturgie dannose che possono far pensare ad un’ipotesi di accordo. Io rispetto le scelte degli alleati se vogliono chiedere ai loro candidati un accordo anti inciuci”.