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IMMIGRAZIONE : AFFERMARE DIRITTI E DOVERI CONTRO IL RISCHIO RAZZISMO

Redazione

L’episodio dell’aggressione all’atleta azzurra di colore Daisy Osakue, ma anche quelli meno noti, che non hanno risalto sulla stampa, sono il frutto di un clima di intolleranza nero-xenofoba, di gente stupida, che si sente autorizzata, alla violenza verbale o fisica contro la gente di colore, dai toni e dalle azioni, del Ministro degli Interni Matteo Salvini, che deve proprio alla tematica scottante dell’immigrazione le sue recenti fortune elettorali. La campagna elettorale non è finita, perché già si pensa alle europee del 2019, che, quasi certamente, ottimizzeranno il risultato delle destre estreme, a fronte dello smarrimento della Sinistra italiana ed europea, eccezion fatta per quella spagnola, al governo per via giudiziaria, o quella greca, condizionata, nel programma di governo, dalla troica dell’Europa. Una Sinistra, parlo, in special modo, di quella italiana, che non ha saputo coniugare il fenomeno dell’immigrazione  con l’affermazione piena della legalità, di singoli ed alcune associazioni; la cultura dell’accoglienza col traguardo dell’integrazione, con il rispetto delle culture diverse, ma, in primo luogo, il rispetto delle leggi del paese ospitante, sia pure transitoriamente. Fin quando la gente verrà pagata, da non dimenticare, con soldi dell’Unione Europea, di cui una parte (pocket money) ai richiedenti asilo e l’altra agli enti gestori, facendoli girare a vuoto nelle nostre città e contrade, inevitabilmente si allontana il processo dell’integrazione. Bisogna creare continue e non episodiche occasioni di incontro fra gli immigrati e le comunità locali; un confronto fra le diverse culture; il rispetto delle religioni di ognuno. Attuare, nelle diverse forme consentite, anche in deroga ad alcune restrizioni, uno scambio fra il piccolo contributo economico giornaliero corrisposto con l’utilizzo in lavori socialmente utili, nei quartieri e nelle campagne, per accrescere la socialità e la cultura del lavoro e dei doveri, propedeutici per una futura integrazione. A questi scopi serviva anche l’istituzione della Consulta Provinciale sulla emigrazione ed immigrazione, approvata su mia proposta dalla Giunta, di cui ero componente e dal Consiglio Provinciale, restata sulla carta e mai avviata, dai successivi amministratori, forse perché non prevedeva indennità di carica o gettoni di presenza, nel silenzio generale di partiti, enti ed associazioni!!

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