“La gestione improvvisata e poco seria dell’emergenza immigrazione tramite l’allestimento di una Maxi-Tendopoli a San Ferdinando, a pochi passi dal centro cittadino, ha prodotto quello che noi speravamo non accadesse, ma che sapevamo sarebbe accaduto: un’escalation di violenza e di atti al di fuori dei confini della legalità”.
Lo afferma in una nota Roberto Irrera, referente politico di CasaPound Italia a Gioia Tauro.
“Qualcuno – sottolinea Irrera – sventolando la bandiera dell’anti-razzismo, ha cercato di mettere a tacere le nostre rimostranze su una questione estremamente delicata come questa qualcun altro invece ha rilevato superficialità nelle nostre dichiarazioni contro la Tendopoli, ponendo l’accento sulla questione criminalità organizzata, come se una cosa escludesse l’altra, come se le due cose fossero distinte e separate”.
Per il referente di Casapound, poi, ad oggi “il bilancio è tragico. Prendiamo le ultime tre vicende: il 27 gennaio alle 5 del mattino la Tendopoli è stata bruciata, come scoperto dalle recenti indagini, da abitanti della stessa per un regolamento di conti che è costato la vita alla giovane nigeriana Becky Moses. Il 28 marzo invece un 23enne gambiano è stato tratto in arresto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti oltre che resistenza a pubblico ufficiale”.
Ultima, ma non per importanza, sempre secondo Irrera, la vicenda che ha visto coinvolta una giovane turista inglese sequestrata e violentata da un 37 enne del Burkina Faso.
“Quel mondo pericoloso e disagiato che vedevamo nei tg, ed immaginavamo come lontano, adesso – puntualizza ancora – sta prendendo forma anche nella Piana di Gioia Tauro, dove è già difficile convivere con la criminalità del posto, e adesso ci tocca fare i conti anche con quella d’importazione”.
“Chiediamo a tutti di aprire gli occhi – conclude l’esponente di Cpi -, e di porre la lente su una questione che se non trattata adesso, rischia di diventare poi difficilmente gestibile vista la mole di immigrati che giornalmente giunge qui, sicuramente non composta da soli criminali, ma i fatti sopracitati mettono una volta per tutte a tacere la parabola ipocritamente moralista di chi vuole dipingere una realtà fantasiosa fatta di soli martiri ed onesti lavoratori. Sarebbe auspicabile invece una presa di posizione netta da parte della Prefettura, del Ministero degli Interni e della Regione Calabria, per evitare che la criticità degeneri ulteriormente, e le premesse ci sono tutte”.