Sinistra europea sempre più in crisi dopo il tracollo del Pd, che ha confermato una tendenza che attraversa da tempo tutto il Continente. La disfatta dei dem segue infatti quelle dei socialisti degli anni scorsi in Francia, Spagna, Olanda e da ultimo nelle elezioni in Germania. Sembra una foto di altri tempi quella istantanea del settembre 2014 che ritraeva i leader della sinistra europea alla festa dell’Unità di Bologna con Matteo Renzi. Uniti in un abbraccio, l’ex premier francese Manuel Valls, il segretario del Psoe Pedro Sanchez e altri leader socialisti si presentarono sul palco in camicia bianca. Quasi una nuova uniforme della sinistra dopo il gessato di Silvio Berlusconi e il loden di Mario Monti. Giovani ed emergenti, lanciarono un messaggio di unità e di sfida alle forze popolari europee. Un messaggio evidentemente non colto dagli elettori, affascinati invece negli anni a venire dalle ricette dei partiti popolari ma anche e soprattutto dei movimenti populisti e dell’ultradestra, anche xenofoba.
La debacle più forte è avvenuta in Francia, con il crollo dei socialisti passati dal 51,4% del 2012 ad un misero 6,3% alle elezioni nella primavera 2017 e il premier socialista Valls travolto dall’ondata di En marche! guidata da Emmanuel Macron e dall’avanzata dei lepenisti. L’emorragia a sinistra ha messo in crisi anche i socialisti spagnoli, con il loro leader, Pedro Sanchez, persosi nella lunga crisi politica spagnola. Il suo Psoe, dopo i deludenti risultati alle regionali, è passato dal 28,7% del 2010 al 22,6 del 2017. Altro astro caduto, rispetto agli incoraggianti sondaggi iniziali, è stato il tedesco Martin Schulz. L’Spd è passata infatti dallo già striminzito 25,7% ottenuto nel 2013 al 20,08% alle recenti elezioni politiche, il risultato peggiore dell’antica socialdemocrazia tedesca. Non ultimi i laburisti olandesi, crollati nelle elezioni di un anno fa al 5,7% dal 28,4 del 2012.
Da quel settembre 2014, l’unico a restare ancora alla guida di un esecutivo è il greco Alexis Tsipras. E in tutta Europa a far breccia ai governi conservatori restano il premier sloveno Robert Fico, il portoghese Antonio Costa, il premier maltese Joseph Muscat, quello svedese Stefan Lofven e la primo ministro romena Viorica Dancila.