L’Ue deve dare anche al Sahel i 6 miliardi (3+3) che ha deciso di dare alla Turchia per chiudere la rotta balcanica. Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani è tornato oggi a chiedere più fondi per l’Africa da Niamey, in Niger, dove si trova in visita ufficiale. I 500 milioni rimessi dall’Unione nel ‘Trust Fund’ per l’Africa “non bastano”, perché “serve una strategia, il problema non si risolve con azioni di polizia che sono solo una delle tessere del mosaico, ma bisogna fare investimenti economici”, ha sottolineato Tajani. L’esperienza maturata in Niger sembra dimostrare che questa sia la strategia giusta.
Paese chiave ‘collo di bottiglia’ del transito del 90% dei migranti che si dirigono verso la Libia e quindi l’Italia, in un anno e mezzo, grazie alla cooperazione con Ue e Onu, ha ridotto del 95% i flussi. Dagli oltre 300mila irregolari del 2016 che hanno attraversato la frontiera nigerina verso la costa libica, oggi si è scesi a solo diecimila. Nel 2015, subito dopo il vertice della Valletta, il Niger ha adottato una legge durissima sui passaggi illegali. “La frontiera ora è chiusa per chi va in Libia – ha spiegato un parlamentare nigerino – invece è sempre aperta per chi vuole tornare indietro”.
La necessità di un maggior sostegno economico da parte dell’Europa è stata messa in evidenza anche dal presidente Mahmoudou Issoufou, che ha denunciato un doppio problema: crescita della popolazione e mancanza di opportunità di lavoro. La popolazione del Niger cresce del 4% all’anno, un ritmo che “non è sostenibile”, ha avvertito Issoufou. E le ragazze devono restare a scuola “il più a lungo possibile”. Tajani, nel corso della sua visita, si è quindi impegnato a estendere il programma Erasmus + anche al Niger. E a portare esperti e imprese europee in rinnovabili, agricoltura e gestione delle risorse idriche, digitale, per creare sviluppo nel Paese. Proprio come ha già fatto in occasione della visita di questi giorni.