“Non è corretto mistificare la realtà, come è avvenuto a cura di alcuni esponenti di associazioni del Terzo settore operanti a Crotone, che si occupano di accoglienza dei migranti.
Nessun migrante, infatti, è stato espulso dall’Hub regionale per via del “decreto sicurezza Salvini”; è quanto sostiene il Segretario della Lega Salvini Premier di Crotone, l’avv. Giancarlo Cerrelli.
I fatti sono altri: è accaduto – in esecuzione a una normativa antecedente all’entrata in vigore del decreto Salvini – che 24 migranti di nazionalità nigeriana (e non saranno i soli) dopo la permanenza per alcuni giorni nell’Hub regionale di Isola Capo Rizzuto per l’espletamento dell’istruttoria volta ad ottenere il permesso di soggiorno nel nostro Paese, una volta ottenutolo “per motivi umanitari” e non avendo motivo ulteriore di permanere all’interno dell’Hub Regionale, ai sensi della normativa previgente al decreto Salvini, sono stati invitati a lasciare la struttura del Sant’Anna”.
Chi ha diffuso ad arte la notizia con l’esclusivo intento di creare uno scoop ha omesso, però, di dire che i migranti usciti dall’Hub sapevano da tempo il giorno in cui sarebbe terminata la loro permanenza nella struttura, in quanto era terminato, per loro, l’iter volto a ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari; una volta ottenuto il permesso, con o senza il decreto Salvini, questi migranti avrebbero dovuto in ogni caso lasciare l’Hub.
Il decreto Salvini, dunque, non c’entra nulla, se non per il fatto che questi soggetti che hanno ottenuto il permesso di soggiorno ora devono trovarsi un lavoro per vivere e non potranno ricorrere ad un’accoglienza di secondo livello, in quanto non rientrano in quelle categorie che la legge prevede hanno diritto ad un’ulteriore protezione.
È il caso di rilevare che prima del decreto Salvini era prevista, un’accoglienza di secondo livello anche ai migranti con permesso di soggiorno per motivi umanitari – categoria che prima del decreto Salvini era molto labile ed elastica e in cui rientravano i migranti che non avevano i requisiti per godere dello status di rifugiato – e ciò soprattutto per consentire ad alcune associazioni e cooperative, che sono parte di una filiera operanti nel terzo settore, per mezzo degli SPRAR, di lucrare sul business dell’immigrazione.
Si vedrà ora – conclude Cerrelli – chi ha veramente lo spirito del volontario e chi ha veramente a cuore la sorte dei migranti e chi, invece, usa i migranti per portare avanti una retorica da libro Cuore, per celare interessi sottesi.