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Nove sbarchi in dodici giorni: Crotone non può essere il Campo Profughi d’Europa.

Redazione

Nove sbarchi in dodici giorni costituiscono un dato allarmante se consideriamo che siamo solo all’inizio della stagione estiva, almeno 700 persone che sono sbarcate sulle nostre coste aumentando lo sforzo di volontari e forze dell’ordine che sono sempre in prima linea per consentire i primi soccorsi ed ai quali diciamo grazie per l’immane lavoro compiuto.

Corriamo il rischio di raggiungere un numero esagerato di immigrati clandestini e di aver un flusso migratorio ingestibile per il nostro territorio, già pieno di problemi strutturali e organizzativi.

Il Sud Italia, la Calabria e, per quel che ci interessa, Crotone non può essere il Campo Profughi d’Europa.

Non si tratta di essere insensibili o peggio ancora di essere definiti razzisti, da chi non riesce a comprendere che siamo difronte a drammi umani ma soprattutto difronte ad una situazione insostenibile che non può essere affrontata da un territorio abbandonato a sé stesso che è lontano anni luce dai desiderata di un’Europa matrigna e di un Governo sordo e cieco nei confronti di una Calabria che continua ad essere l’estrema periferia del mondo, derisa e bistrattata

È pura follia non intervenire a difesa di un territorio che pur tra le evidenti carenze infrastrutturali, sociali, sanitarie ed economiche ha necessità di programmare il suo futuro, che non può essere quello di vivere alla mercé del business dell’immigrazione.

Proprio qualche giorno fa il nostro europarlamentare, l’on Vincenzo Sofo ha rilanciato le proposte di FDI in difesa dei nostri confini: blocco navale per fermare le partenze, ridistribuzione in Europa dei soli profughi e rimpatrio degli irregolari con superamento del Trattato di Dublino e dunque del criterio del Primo Approdo.

Solo tramite queste misure potremmo evitare di far diventare il nostro territorio come la base di una immigrazione incontrollata che favorisce essenzialmente il business dell’accoglienza.

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