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Orto botanico Girifalco, Ferrara (M5S): “ripristino entro fine giugno o revoca”

Redazione

«Entro la fine di giugno l’orto botanico di Girifalco dovrà essere ripristinato, altrimenti si rischia la revoca del pagamento finale e l’autorizzazione al progetto.» Lo rende noto l’eurodeputata del MoVimento 5 Stelle, Laura Ferrara. Nel mese di febbraio, allertata dagli attivisti della zona, la Ferrara aveva interrogato la Commissione europea circa il finanziamento di 600mila euro per la realizzazione “dell’Orto Botanico Centro di educazione ambientale e terapeutico” di Girifalco, il quale oggi versa in condizioni di abbandono oltre che essere stato gravemente danneggiato e quindi non funzionale.

«I lavori appaltati sono stati completati nel dicembre 2015 e finanziati nell’ambito del POR Calabria FESR 2007-2013», fa sapere l’europarlamentare.

«L’ente destinatario dei fondi comunitari è il Comune di Girifalco, – aggiunge la Ferrara -che nel luglio 2016 affida la gestione e la manutenzione ad una cooperativa locale. Ho informato la Commissione dello stato di abbandono dell’opera. La Commissione, nella risposta inviatami ieri, conferma, così per come informata dall’Autorità di gestione che, “in seguito alle forti piogge che hanno interessato l’area dal 22 al 25 gennaio 2017, l’orto botanico ha subito gravi danni e la sua funzionalità deve essere totalmente ripristinata”. La Commissione ha così chiesto all’amministrazione comunale di intervenire e attivare definitivamente il progetto. “Le autorità locali si impegnano a ripristinare l’orto botanico entro la fine di giugno 2018” scrive la Commissione, che avverte che se i lavori di ripristino non verranno completati entro il termine stabilito, l’autorità di gestione revocherà l’autorizzazione del progetto e la Commissione tratterrà l’importo corrispondente dal pagamento finale. Il progetto doveva rappresentare una possibilità di recupero e riscatto per gli ospiti dell’ospedale psichiatrico – conclude la Portavoce 5stelle – oggi è una selva di erbacce ed anche le piante pregiate lì ubicate, si sono perse. Continueremo a monitorare lo stato dell’arte e cercheremo di tutelare questo bene comune, affinché non sia l’ennesimo spreco di denaro pubblico e il progetto riprendi una nuova vita».

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