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Rifondazione Comunista critica al sindaco di Cosenza per salto nel medioevo!

Redazione

A Cosenza stiamo assistendo ad una caccia alle streghe di stampo medievale. 

Dopo il famigerato servizio della trasmissione di Rai Due “Nemo”, tutti coloro i quali hanno osato testimoniare lo stato di degrado del centro storico cosentino sono stati accusati di voler diffamare la città. Il servizio rivelava, oltre alle gravi situazioni di disagio abitativo, che una parte notevole dei fondi ex Gescal (per come già denunciato dai comitati cittadini) fosse finita negli anni a finanziare il ponte di Calatrava, mostrando al contempo il contrasto con dei casi drammatici anche dell’interland cittadino, tra cui quello di una ragazza disabile segregata in casa, che nulla profferiva sull’archi-sindaco, a cui l’Aterp non risponde per mancanza di fondi. Nel montaggio si ometteva la residenza della ragazza, sebbene il fatto che non fosse di Cosenza non rilevasse alcunché, visto che si contestava la distrazione di fondi utilizzati per costruire opere non certo necessarie ed al di fuori della loro originaria destinazione.

Un sindaco democratico avrebbe potuto criticare il servizio, segnalare le cose fatte per il centro storico, dare magari conto dell’assessorato affidato al futile Vittorio Sgarbi e poi ribadire anche le responsabilità di altri (sia tra i suoi predecessori che alla Regione Calabria), sarebbe toccato poi ai cittadini valutare la distanza tra propaganda e realtà. Invece, in barba a qualsiasi responsabilità istituzionale, il nostro si è scatenato con becere invettive e una violenza verbale inaccettabile, accusando gli intervistati di essere “guerrafondai”, pieni di “sporchi interessi politici” e su “informative sommarie” (quindi tutte da verificare) si è esercitato nella loro diffamazione visto che avrebbero avuto precedenti penali, precedenti con la droga e pure problemi economici. 

Ci chiediamo: cosa c’entra tutto questo con il merito del servizio? 

Tutto questo è servito solo a creare diversivi e far partire la caccia alle streghe! Tra gli obiettivi della diffamazione Stefano, un giovane conosciuto da tutti come uno degli animatori del comitato “Cosenza vecchia”, lavoratore onesto e attivista dei diritti sociali, “colpevole” solo, insieme ad altri, di denunciare da tempo lo stato di degrado del centro storico. 

La risposta di Occhiuto trasuda disprezzo sociale per chi è costretto a vivere giornalmente il degrado dei quartieri, spiegando implicitamente che la dimensione economica di un individuo ne designi pure la caratura morale. E’ servita solo per creare i “mostri” in città, come si può agevolmente leggere dal tono dei commenti dei vari seguaci del sindaco, e far dimenticare che in qualsiasi momento chiunque può verificare come sia cadente e mal ridotto il centro storico (altro che servizio fatto a tavolino!). 

Come se già ciò non bastasse, domenica scorsa i vigili di Cosenza, senza averne alcuna autorità e ignorando l’amministrazione di Rovito (che a ragione ne chiede formalmente conto!), sono saliti in quel comune per intimare alla ragazza del servizio di ritrattare e per poi girare un video in cui mostrare il luogo di residenza. E’ intollerabile l’uso del corpo dei vigili urbani per minacciare e intimorire dei cittadini ed in particolare chi da anni aspetta solo che un ascensore le permetta di uscire da casa. 

Come Rifondazione Comunista esprimiamo solidarietà agli intervistati del video ed alla ragazza che ha subito l’inaccettabile abuso e li ringraziamo per aver fatto in pieno il loro dovere di cittadini. Chi ha visto il servizio di Nemo pensa non che Cosenza sia meno bella ma solo che, purtroppo, da tempo la nostra città e la Regione Calabria siano state e siano ostaggio di politici incapaci ed arroganti.

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