Le recenti dichiarazioni del sindaco sul reddito di cittadinanza fanno acqua da tutte le parti. Quanto afferma il Primo cittadino è carente nelle argomentazioni, nei dati, nelle forma e pone seri dubbi sulla reale percezione dei problemi di questo territorio.
Reputiamo doveroso evidenziare quanto segue:
1) Risale esattamente a due anni fa l’indagine sulla Qualità della Vita in Italia, condotta dell’Università La Sapienza di Roma e Italia Oggi. Anche in quella occasione, guarda caso, Crotone ultima e Bolzano prima.
2) Che a Crotone ci sia il lavoro nero è la scoperta dell’acqua calda. Forse il sindaco doveva concentrarsi su un altro indicatore di povertà: i consumi delle famiglie. La Calabria, secondo l’ISTAT, è l’ultima regione d’Italia per consumi. E sapete qual è la voce di spesa più rilevante? Gli alimenti. Significa che le famiglie calabresi spendono poco, e quello che spendono è per pagarsi da mangiare. Il lavoro nero conclamato da Pugliese, se fosse così rilevante, avrebbe un effetto diverso sulla classifica dei consumi, che prescindono dalla provenienza lecita o meno del denaro speso. Invece, siamo ultimi anche in questa classica che riflette la scarsa capacità di spesa delle famiglie;
3) A luglio del 2018 il sindaco rilasciò un’intervista in cui dichiarava che i dati relativi alla povertà e all’assenza di lavoro sono terribili, soprattutto a Crotone. Adesso, per una manciata di visibilità nazionale, ha ritrattato le dichiarazioni di quattro mesi fa;
4) Se il sindaco afferma che i dati ISEE sono fasulli, sta difatti dicendo che l’economia crotonese è più florida di quella di Napoli e Palermo (seconda e terza classificata per Il Sole 24 Ore), due capoluoghi di regione che hanno Università e turismo che Crotone vede solo con il binocolo;
5) Pugliese critica l’assistenzialismo ma delega allo Stato la creazione di posti di lavoro, che è una forma di assistenzialismo politico, dimenticando che il lavoro lo creano le imprese e la politica deve realizzare le condizioni affinché ciò avvenga;
6) Il sindaco afferma (nell’ultimo post di ieri) che le sue dichiarazioni hanno suscitato un dibattito nazionale. Per favore spiegategli che di reddito di cittadinanza, degli effetti positivi e dei rischi, se ne parla da quando il M5S lo propose la prima volta, quasi dieci anni fa;
Crediamo che i discorsi da bar siano più decorosi di quelli fatti dal sindaco. Nei bar si racconta che l’economia locale si regge sulle pensioni dei nostri nonni, fra Pertusola, Montedison e Montecatini. Nei bar si dice che le case di proprietà non sono un oggettivo indicatore di ricchezza, perché sono l’esito di investimenti di quegli stessi nonni che potevano permettersi di investire sul mattone. Nei bar si dice che non abbiamo imparato nulla dal passato: prima eravamo fabbrica-dipendenti, adesso siamo diventati Datel-dipendenti. Un’economia che sopravvive grazie a una azienda, una. E c’è chi ancora ha dei dubbi.
Avremmo voluto vedere un sindaco che davanti a tutta Italia ricordasse che quella classifica riflette le vere condizioni sociali di molti crotonesi, che sono gli ultimi da decenni, che accettano l’umiliazione del lavoro nero perché quasi nessuno assume, che si curano nella malasanità calabrese perché non hanno i soldi per partire fuori, che non pagano l’affitto, che aprono un’azienda e chiudono dopo sei mesi. E invece no: si denigra una popolazione per disprezzare una manovra politica, credendo per giunta di assumere una posizione autorevole quando, l’unica azione autorevole che il Comune ha svolto finora, è chiudere le scuole.
Ci auguriamo che la recente figuraccia che Crotone ha fatto a livello nazionale faccia riflettere i 12.860 crotonesi che hanno dato fiducia all’attuale amministrazione.