Dal 1° gennaio entrerà in vigore il divieto di circolazione per i veicoli degli Euro 2 ed Euro 3 (già vietati i veicoli Euro 0 ed Euro 1), per essere più precisi, dovrebbero essere ritirati dalla di circolazione sull’intero territorio nazionale i veicoli a motore delle categorie M2 e M3 alimentati a benzina o gasolio di classe.
La maggior parte degli autobus e scuolabus impiegati dai diversi Comuni pertanto dal 1° gennaio salvo deroghe non potranno più circolare.
Pertanto, è necessario intervenire con urgenza al fine di reperire i fondi per consentire il rinnovo, in tempi brevi, oltre che degli autobus anche degli scuolabus sul nostro territorio regionale, ciò al fine di evitare che tantissimi comuni a far data dal 01/01/2024 siano impossibilitati, a causa della carenza economica, di dotarsi di nuovi scuolabus e quindi di fornire questo servizio di vitale importanza soprattutto per i plessi di quei comuni delle aree interne, delle zone di montagna o classificate come zone svantaggiate dal PSR Calabria, ma anche per tutti gli altri sistemi di trasporto pubblico locale dell’intera Regione.
Erano già intervenute Anav e Asstra che avevano segnalato al Governo come il divieto di circolazione degli Euro 2 (era stato già rinviato) prima e poi degli autobus Euro 3 e l’eliminazione in così poco tempo di gran parte dei mezzi circolanti, nonchè la mancanza di adeguate infrastrutture a sostegno della mobilità sostenibile avrebbero causato gravi disservizi al tpl.
Difatti, tenuto conto della situazione degli autobus calabresi il divieto di circolazione sopradetto rischia di rendere inutilizzabili oltre il 30% dei mezzi oggi circolanti per il trasporto pubblico locale.
Risulta evidente come la mancanza di mezzi e infrastrutture per la mobilità ecologica e sostenibile renderebbe impossibile rimpiazzare tutti questi mezzi.
Dinnanzi a questo pericolo potrebbe essere risolutivo un rinvio del ritiro degli Euro 3 al 2025, anche se al momento non ci sono conferme in tal senso, permanendo i dubbi in merito all’impatto che queste misure potrebbero avere nei confronti dei Comuni e, più in generale per i trasporto pubblico locale calabrese, specie per quei territori che senza tpl rimarrebbero del tutto isolati.
In caso di mancanza di risorse e tempo per rimpiazzare tutti i vecchi mezzi, l’aiuto potrebbe arrivare dagli autobus usati, ovvero ricorrere ad autobus Euro 5 o Euro 6 che hanno già un trascorso alle spalle ma presentano ancora indubitabili caratteristiche di sicurezza e funzionalità consentirebbe di assorbire il colpo inferto al tpl dal decreto 121/20221 e di garantire la continuità del trasporto che altrimenti sarebbe costretto a subire forti disservizi con ritardi e soppressioni di corse o anche di intere linee aprendo una stagione complicata per lavoratori e studenti.
Il ricorso agli autobus usati, inoltre, permetterebbe di sostenere il peso della richiesta di trasporto e traghettare li parco mezzi circolante verso una più efficace integrazione di mezzi elettrici, a idrogeno e ibridi e delle relative reti infrastrutturali.
Altra soluzione, più virtuosa e coraggiosa, al fine di rendere possibile tale epocale rigenerazione del parco macchine dedicato al trasporto scolastico, potrebbe essere quella di ricorrere a più linee di finanziamento, dai fondi PNRR dedicati alla mobilità sostenibile, ai fondi dedicati alla non autosufficienza, ai fondi della strategia delle aree interne nonché ai fondi del PSR Calabria o del POR Calabria.
Resta inteso che occorrerà sostenere le singole amministrazioni, se del caso favorendo come sopradetto un accesso tempestivo a nuove risorse finanziarie per evitare che dal 1° gennaio venga sospeso il trasporto pubblico locale per tutti quei territori ove i mezzi circolanti non siano più a norma per via del divieto di circolazione.