La legislatura regionale è finita per morte cerebrale. Se il centrodestra, quand’era alla guida della Regione, avesse toccato punte così inquietanti di malgoverno, in Calabria ci sarebbero stati scioperi generali e allarmi democratici. Prendiamo atto che i tempi sono cambiati, ma con la stessa responsabilità va detto che adesso proseguire nel percorso sarebbe un inutile prolungamento delle sofferenze inflitte da questo Presidente e dalla sua maggioranza alla Calabria. Questo è il senso politico del dibattito di martedì scorso in Consiglio su un tema scottante come la sanità. Altro che strumentalizzazioni elettoralistiche di quel dibattito durante il quale la maggioranza ha issato una Torre di Babele e ognuno ha parlato una lingua diversa e spesso in forte disappunto col Presidente. Visto che sulla sanità, come su ogni altro settore, il Presidente e la maggioranza sempre più fuori controllo, non hanno uno straccio di progetto da proporre ai calabresi e che la Calabria è stracarica di questioni irrisolte ed è diventata un’isola politica nello scenario nazionale ed europeo, al punto che per farsi ascoltare Oliverio deve incatenarsi a Palazzo Chigi, sarebbe provvidenziale ridare la parola ai cittadini. La seduta di martedì non è stata un incidente di percorso, ma la dimostrazione di un fallimento politico, perché ha dimostrato, in diretta streaming, il totale distacco tra questo Presidente e questa maggioranza con i bisogni della Calabria. Parlano lingue diverse e ormai la separazione in casa rischia di sfociare in rissa permanente, come dimostrano le proteste continue di tutte le categorie sociale. Si è visto nel corso del dibattito che la Calabria chiede una sanità dignitosa mentre Oliverio dopo tre anni chiede al governo soltanto di consentirgli di mettere la mani sul settore. Chi ha vinto le elezioni nel 2014 non ha più alcuna sintonia con la Calabria e dunque la legislatura può essere chiusa per insolvenza totale. Sulla sanità, inoltre, Oliverio ha consumato ogni errore possibile: dallo scontro personale col Commissario in forza Pd alla nomina di un consulente in forza non di meriti specifici ma dell’appartenenza, passando per le nomine dei vertici in ogni Azienda ed Ospedale, nomine che non producono qualità dei servizi e sono la prova ulteriore che al Presidente non ha mai interessato l’efficienza, ma solo il controllo gestionale e politico. Abbiamo, più volte, come opposizione proposto un nostro coinvolgimento, sebbene nel rispetto dei ruoli, perlomeno nella predisposizione di atti utili alla Calabria ad incominciare dalla sanità, ma Oliverio e la maggioranza hanno fatto come le tre scimmiette. Anzi, hanno preferito interloquire con pezzi del centrodestra più ‘morbidi’ nell’illusione di zittire l’opposizione reale. Il deplorevole dibattito sulla sanità di martedì e l’inconcludenza del centrosinistra non sono altro che il logico esito di una politica senza capo né coda”.
TALLINI (FI) COMMENTA QUESTA LEGISLATURA
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