“Parlare di pace fiscale non vuol dire fare nuovi condoni ma un fisco amico che favorisca l’estinzione dei debiti” cioè “un fisco che ha a cuore accanto alla riscossione anche il suo presupposto, cioè creare ricchezza e consumi e in ultima analisi il benessere e la crescita del Paese”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giovanni Tria in audizione davanti alla commissione Finanze del Senato. Bisogna passare “da uno stato di paura nei confronti dell’amministrazione finanziaria alla certezza del diritto e alla fiducia”, ha aggiunto, mutando “il rapporto tra stato e contribuenti adottando come principio guida la buona fede e la reciproca collaborazione tra le parti”. Tria ha spiegato inoltre che i l Mef ha avviato un task force “per analizzare i profili di gettito in vista della definizione della flat tax, in un quadro coerente di politica fiscale e in armonia con i principi costituzionali di progressività che l’attuale sistema Irpef fa fatica a garantire”.
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