Mi avevano invitato in Calabria sin da subito e, ringraziando per l’invito, volevo onorarlo il più presto possibile, poi tutta una serie di eventi, impegni professionali, impegni familiari, anche un problema logistico – io abito a Viareggio in Toscana e non è semplicissimo raggiungere questa bellissima terra – mi hanno portato a dover rimandare la visita.
E, quindi, anche per una questione di rispetto nei confronti di chi mi aveva invitato 6-7 mesi fa ho pensato di cominciare proprio dalla Calabria per cercare di allargare le zone visitate anche alle altre regioni del Sud Italia”. Lo ha detto il generale Roberto Vannacci, di cui si parla come prossimo candidato alle elezioni Europee di giugno per la Lega (‘non ho ancora sciolto la riserva’ precisa), autore del libro “Il mondo al contrario”, a Catanzaro seconda tappa dopo Lamezia Terme di un giro nella regione che lo porterà anche a Vibo Valentia e Reggio.
Al Museo storico militare del capoluogo, Vannacci ha tenuto una conferenza stampa accompagnato dai vertici del locali del movimento che dal suo libro prende il nome ‘Il mondo al contrario’, Vittorio Gigliotti, referente per il centro sud e Adolfo Procopi, coordinatore per la Calabria, riproponendo molte delle tematiche che hanno portato al successo la sua pubblicazione come il contrasto all’immigrazione, il concetto di patria, i conflitti bellici, da quello russo-ucraino a quello Israelo-palestinese, al ruolo di Hamas, ad alcuni appunti critici sul ruolo e la funzione della stampa in Italia.
Parlando di grandi opere e salvaguardia ambientale ha poi detto che “la nostra rete infrastrutturale ha bisogno di essere modernizzata e potenziata, soprattutto in zone come il Sud Italia dove probabilmente c’è una carenza di infrastrutture. Quindi se vogliamo stare al passo con i tempi e soprattutto vogliamo rilanciare il Sud – ha sostenuto – dobbiamo realizzare queste opere che sono necessarie per un futuro di benessere e progresso della nazione. L’ambientalismo del no è un aspetto che spesso limita la costruzione di grandi opere, di infrastrutture che consentirebbero di progredire dal punto di vista economico e sociale della nostra nazione appellandosi a impedimenti che sinceramente reputo sicuramente marginali o non sufficienti per impedirne la realizzazione”.
“Sin dai tempi dell’antica Roma – ha detto ancora Vannacci – siamo conosciuti nel mondo per essere grandi costruttori, che realizzano opere incredibili: l’ho visto con le imprese italiane che lavorano nel Nord Africa, nella penisola arabica e ultimamente nel grande Nord, al di là del circolo polare Artico dove ci sono sono tante nostre imprese che stanno realizzando opere inedite e veramente impressionanti. Mi domando perché questa nostro know how, questa nostra capacità, quando dev’essere implementato in Italia trova sempre difficoltà, vuoi perché c’è il falco pellegrino che non può nidificare perché magari non si può spostare 50 chilometri più in là o perché ci sono tutta una serie di impedimenti che, secondo me, sono solo scuse per non realizzare queste opere necessarie”.