L’agricoltura in Calabria ha tutte le potenzialità per essere un settore trainante dell’economia e dello sviluppo locale,«funzionale alla tutela delle aree interne e del territorio a partire dal dissesto idrogeologico e per la salvaguardia ambientale che va dalla conservazione del paesaggio rurale alla difesa della biodiversità». Parola di Bruno Costa, da più di un anno ormai alla guida della Flai-Cgil Calabria, la categoria sindacale del settore agroindustriale, il quale crede fortemente che per quanto riguarda occupazione, investimenti, import-export e imprenditoria giovanile, l’agricoltura della nostra regione potrebbe contribuire in maniera considerevole alla crescita.
Ma non solo: «Nelle aree interne della Calabria – sostiene il dirigente sindacale – l’agricoltura diventa il presidio e la salvaguardia del territorio, capace di garantire reddito ed occupazione, evitando così lo spopolamento, e la custodia della cultura enogastronomica e delle tradizioni. L’agricoltura, sia delle produzioni intensive nelle pianure che delle colture di nicchia e delle filiere tradizionali nelle aree interne, porta in sé l’alto valore sociale ed economico di un’area a grave ritardo di sviluppo quale è la Calabria, assumendo la funzione di volano di sviluppo per la crescita economica e sociale di vasti territori».
Esiste, però, una conditio sine qua non: «La Pubblica Amministrazione, ovvero il Governo della Regione Calabria, ha il dovere di assolvere al proprio compito che è quello di Agenzia per lo Sviluppo per tutto il territorio della regione Calabria. Riteniamo – prosegue il segretario regionale della Flai-Cgil, Bruno Costa – che bisogna dare sostegno e ricercare le opportunità di sviluppo reali fondate e pensate in una ottica di cooperazione e quindi di rafforzamento delle filiere produttive ritenute strategiche per lo sviluppo locale, dando spazio alle grandi imprese che, in una costruzione ed in una ottica di cooperazione eviti la frammentazione e premi l’unione anche di piccole aziende, capaci così di reagire alle crisi cicliche e stare sul mercato».
In questo quadro, il sindacato della Flai-Cgil Calabria ha intenzione di giocare il proprio ruolo, e soprattutto di avere la possibilità di avanzare tutta una serie di proposte per il rilancio ed il superamento dei problemi dell’agricoltura calabrese. Certamente, in questi anni è mancato un interlocutore diretto, ovvero un assessore regionale capace di ascoltare ed eventualmente accogliere le istanze provenienti dal sindacato, ed è appunto per questa ragione che dalla Flai-Cgil si affaccia la richiesta di istituzione di un tavolo di confronto con la Regione Calabria, attorno al quale discutere ed intervenire. «Insieme alla segreteria regionale della Flai – fa sapere Bruno Costa – stiamo lavorando alla stesura di un documento sindacale, contenente le nostre proposte, da presentare al governo della Regione e aprire appunto una discussione su questo importante settore economico».
Proposte che partono da un preciso orientamento: il sostegno attraverso adeguate risorse e politiche pubbliche per la salvaguardia dell’occupazione, contro lo sfruttamento del lavoro salariato e per arginare le inaccettabili speculazioni delle multinazionali dell’agro-industria. Ed ancora, innovazione e sostenibilità, per migliorare i servizi e le offerte ai consumatori finali. «Il PSR – spiega il segretario regionale della Flai-Cgil – è l’unico strumento ormai, capace di dare un concreto aiuto all’impresa che vuole operare nel settore agricolo». Incentivazione, miglioramento delle rete dei trasporti, accesso al credito e alla terra, ma soprattutto azioni concrete, queste le parole d’ordine del sindacato guidato da Bruno Costa, il quale ambisce ad «un lavoro etico e di qualità dove la sicurezza e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori siano al centro delle politiche aziendali».
Il richiamo è alla legge 199, approvata dal Parlamento nell’ottobre 2016, contro il fenomeno del caporalato, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento dei lavoratori, che proprio in agricoltura trova il suo terreno più fertile. «Ancor prima la Regione Calabria ha approvato la legge regionale n. 3 su Disposizioni dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e all’emersione del lavoro non regolare, legge che deve essere intersecata con quella Nazionale e fatta vivere nella nostra Regione.
Pensiamo – prosegue Costa – che il collocamento pubblico in agricoltura sia un obiettivo da raggiungere per sconfiggere il caporalato ed agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, così come occorre che la Regione si faccia promotrice di redigere un protocollo d’intesa con la sede Regionale dell’INPS, i Centri per l’Impiego, la Direzione Regionale del Lavoro, le Prefetture, le parti sociali, i soggetti preposti al trasporto, istituendo apposite convenzioni, per l’introduzione del servizio di trasporto a tariffe agevolate per le lavoratrici e i lavoratori agricoli operanti nelle aziende dislocate sul territorio, così come mettere in campo adeguate politiche per l’incontro fra domanda e offerta di servizi abitativi e di ospitalità dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali per contrastare la nascita di ghetti e mettere i lavoratori in condizioni abitative dignitose e salubri.
Bisogna efficacemente contrastare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, sia per la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici ma anche per evitare il dumping e la concorrenza sleale verso quelle imprese sane che aderiscono alla rete del lavoro agricolo di qualità e garantiscono il lavoro dignitoso». Parte, dunque, da queste premesse il documento che la Flai-Cgil della Calabria presenterà alla Regione, nella fondamentale prospettiva di offrire una via di riscatto alle aziende agricole ed ai lavoratori dell’intera regione.