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Alla scoperta dei luoghi cassiodorei, Falbo incontra il Segretario del Pontificio Istituto

Redazione

Incontro in Camera di Commercio con monsignor Dell’Osso per illustrare il grande progetto di mappatura e ricerca dell’antica diocesi di Squillace promossa dal Pontificio Istituto di Archeologia

Un grande progetto di ricerca e studio prenderà a breve il via allo scopo di portare alla luce e valorizzare i cosiddetti “luoghi cassiodorei” in vista del processo di beatificazione, ancora in fieri, di Flavio Aurelio Cassiodoro Magno. L’iniziativa – realizzata dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana nell’ambito di una convenzione stipulata con l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace – è stata al centro di un incontro avvenuto nei giorni scorsi con il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo.

 

Il segretario generale del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, monsignor Carlo Dell’Osso, insieme al professor Gabriele Castiglia e al dottor Domenico Benoci, ha illustrato al presidente dell’ente camerale i dettagli del progetto che prevede una mappatura completa del territorio che si estende tra i comuni di Stalettì e Squillace, la ricostruzione dell’antica diocesi di Squillace e la ricerca del monastero benedettino dove è fiorita l’attività cassiodorea e che, secondo alcune tesi, potrebbe trovarsi nelle immediate vicinanze dell’alveo del torrente Alessi.

 

L’iniziativa avrà una durata quinquennale e prevede, inoltre, campagne di scavo e indagini archeologiche allo scopo di arricchire il bagaglio di conoscenze di quei luoghi che hanno accolto la vita e l’opera di Cassiodoro. Il segretario generale del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana ha avviato una serie di interlocuzioni con gli enti locali per illustrarne le potenzialità, in termini di positive ricadute sui territori.

 

«Ho molto apprezzato questa iniziativa tanto da averla già esposta in giunta camerale» ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo. «Un progetto che, come ente, intendiamo sostenere e appoggiare. I nostri beni archeologici e culturali rappresentano una risorsa enorme per la crescita dei territori e, di conseguenza, del tessuto economico e imprenditoriale. La conoscenza della nostra storia è la chiave di volta per rafforzare in noi la consapevolezza della nostra identità e guardare con rinnovata forza al futuro».  

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