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Attentato Limbadi, Legambiente: “Grave atto che deve spingere ad azione corale contro illegalità, ecomafiosi, corrotti e collusi.

Redazione

L’attentato di Limbadi accende i riflettori sulla recrudescenza criminale in atto nel Vibonese. Un’azione efferata che impone una seria riflessione da parte della società civile e dell’associazionismo oltre che delle istituzioni.

Il rapporto Ecomafia 2017 di Legambiente fotografa dati impietosi che vedono la Calabria ai primi posti della classifica per ecoreati: 411 i reati contestati per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento, 848 gli incendi boschivi che pongono la Calabria al primo posto, in negativo, nella classifica di incendi boschivi, con oltre il 18% di tutti quelli avvenuti in Italia, 429 le infrazioni accertate nel settore dei rifiuti che collocano la nostra regione al quarto posto in Italia per numero di infrazioni accertate.

Numeri in costante crescita che sono il frutto dell’azione di controllo sempre più efficace delle Forze di Polizia, ma anche di una diffusa e costante pressione di ‘ndrangheta, corruzione e collusione. Il territorio vibonese, nonostante l’impegno di Forze di Polizia, Magistratura, Prefetture e Amministratori coraggiosi e spesso sotto tiro e preda degli interessi della ‘ndrangheta che spesso si traducono in reati contro il patrimonio ambientale.

Negli ultimi decenni sono aumentati in modo esponenziale gli abusi edilizi, lo sversamento di liquami in mare, il ritrovamento di discariche abusive, gli incendi boschivi, con grave danno per l’immagine e con ripercussioni importanti sull’economia legale del comprensorio. Non ultimo, in una terra potenzialmente ricca per le bellezze paesaggistiche, l’interesse della criminalità continua a mettere le mani sulla terra, anche su terreni incolti e in apparenza meno produttivi, con il chiaro obiettivo di manifestare il proprio predominio e orientare ogni successivo sviluppo del territorio.

Una strategia di controllo e possesso del territorio che va contrastato dalla società civile e soprattutto da parte dello Stato, in tutte le sue diverse articolazioni.

Oggi più di prima Legambiente segnala l’importanza di un’azione corale per far fronte comune contro illegalità, ecomafiosi, corrotti e collusi e dare concreta speranza alle nuove e vecchie generazioni di calabresi che continuano a lavorare per il futuro di questa regione poiché, così come già affermato da “Libera”, concordiamo sul fatto che si tratti di un messaggio di morte da chi vuole far mostra, in modo eclatante, della propria presenza, una presenza che inizia ad essere disconosciuta grazie al lavoro immane che, in questi mesi, soprattutto le Forze dell’ordine stanno svolgendo. “La ‘ndrangheta – afferma Legambiente Calabria – non piegherà le forze sane e oneste calabresi”.

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