Evento prestigioso quello organizzato dal Lions Club di Cropani – Botricello – Sellia Marina – Medio Jonio, fondato 23 anni addietro, sempre molto attivo e presente sul territorio. L’iniziativa promossa a Sellia Marina ha riguardato un partecipato incontro sulla legalità per ribadire, ancora una volta, che le forze dell’ordine e le leggi non bastano per combattere il crimine: serve invece una partecipazione attiva di tutti i cittadini per creare una cultura della legalità, che parta anche dai gesti concreti di vita quotidiana ed esempi di rettitudine da seguire. Non sono mancati i modelli concreti da emulare, in una sala consiliare gremita in ogni ordine di posto. La legalità non è un concetto astratto per il Lions Club di Cropani – Botricello – Sellia Marina – Medio Jonio, ma un valore prezioso da tutelare e salvaguardare se si vuole costruire una Calabria diversa, una Calabria senza corruzione e violenza. Il service, annunciato dalla cerimoniera di club Angela Pugliese, è stato promosso in memoria del magistrato Emilio Ledonne, già Procuratore generale della Corte d’appello di Bologna e Procuratore nazionale aggiunto antimafia.
Il magistrato, originario di Zagarise, era anche professore e referente del Dipartimento ‘ndrangheta e cosa nostra, ed era quindi uno dei massimi esperti di mafia. Alla presenza della moglie Maria Opipari e dei figli Pasqualino e Fara è stato tracciato il profilo di uomo dello Stato, di magistrato serio e preparato, schivo ma deciso nella lotta alla ‘ndrangheta. Al magistrato è stato consegnato il “Premio Legalità” alla memoria.
Altro “Premio Legalità” è stato consegnato a don Giacomo Panizza, sacerdote antimafia.
Occasione dell’incontro è stata la presentazione del libro “Semi di legalità” del professore Enzo Bubbo, edito dalla casa editrice “Officine editoriali” Da Cleto. L’incontro è stato moderato dal giornalista Luigi Stanizzi, fondatore del premio Mar Jonio, il quale ha fra l’altro rammentato con enfasi che “fare il mafioso non è una scelta che conviene”. Esaltando la figura di Ledonne, ha messo in rilievo come i famigliari del magistrato hanno vissuto “in solitudine e angoscia i timori legati alle reazioni che avrebbero potuto subire, da parte di malviventi, a seguito delle inchieste”. Grande commozione quando Stanizzi ha invitato tutti i presenti ad alzarsi, in onore e memoria di Emilio Ledonne. Il sindaco Francesco Mauro nel suo incisivo intervento, ha da parte sua parlato di Sellia Marina, dove peraltro aveva casa l’alto magistrato, come “paese in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata, tanto da costituirsi parte civile nel processo “Basso profilo”. Il primo cittadino Francesco Mauro si è soffermato sulla stima di cui godeva Ledonne per la sua autorevolezza e serietà.
La presentazione del libro del prof. Bubbo è stata impreziosita ed arricchita dalla recitazione a cura dell’Associazione culturale “Eschilo” di Sellia Marina, che ha inscenato un’intervista immaginaria a Nicola Gratteri e un’intervista doppia a Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, ed ha recitato la poesia “Udii nel tempo” della poetessa Tessa Rubini. Hanno recitato Valentina Falbo, Maria Doria, Salvatore Cannistrà, Alessio Servino, Luciano Leuzzi, Vanessa Fotino. Lo scrittore Enzo Bubbo ha paragonato il suo libro d’esordio a una tela su cui più persone hanno impresso pennellate di legalità, per alimentare desideri e allontanare disastri. Per il professore di lettere di Petronà senza l’incontro meraviglioso con Emilio Ledonne non sarebbe nato il suo libro. Incontro avvenuto nell’estate del 2003 a Cropani in occasione del Premio Mar Jonio. Don Giacomo Panizza, prete bresciano che vive in Calabria dal 1976, fondatore di “Progetto Sud” che dà lavoro dignitoso a centinaia di persone, ha argomentato sulle strategie di inclusione sociale della straordinaria comunità lametina, capace di dare opportunità a chi non ha voce e in grado di palare di giustizia in un contesto dove purtroppo non mancano minacce, richieste estorsive, intimidazioni. In un territorio così difficile, sono state determinanti e coraggiose le decisioni dei disabili ospitati nella struttura, e lo sono tutt’ora. Don Panizza, che con il racconto della sua vita ha incantato l’uditorio, si è chiesto come mai in diverse aree come quella Jonica non esistono le Associazioni Antiracket. Ce ne vorrebbero mille Don Giacomo Panizza e Associazioni Antiracket in Calabria.
Al service dei Lions ha presenziato l’Arma dei Carabinieri di Sellia Marina, rappresentata dal maresciallo Lia Bonerba, che ha definito la legalità come “elemento imprescindibile per una crescita ordinata di una società e come strumento di diritto naturale”. A Lia Bonerba, Vanessa Fotino, Enzo Bubbo e Luigi Stanizzi sono stati consegnati ufficialmente i gagliardetti Lions Club.
Anche dall’uditorio non sono mancati i contributi di riflessione che sono stati molto coinvolgenti: quello dell’infaticabile cerimoniere di circoscrizione Pietro Funaro (che ha ricordato come il club ogni anno assegni un premio ai testimoni di legalità), dei soci Lions Salvatore Russo (che ha puntato il dito contro le deficienze del sistema giustizia, e chiedendo “lo Stato vuole davvero sconfiggere la mafia?) e Felice Raso Costabile (che ha esaltato la funzione sociale dei lions per la legalità), e Domenico Garcea (che si è detto compiaciuto per il tema ed il successo dell’incontro). Presenti il libraio Carlo Scaccia, Paolo Dragone presidente della Consulta Giovanile di Cropani e numerose altre autorità, nonché rappresentanti di altri club Lions.
Molto appassionato il saluto e l’intervento di Luca Cirella, presidente del club, secondo il quale “non c’è legalità se alle parole non seguono i fatti ed il dott Emilio Ledonne è stato testimone di legalità con il suo esempio di vita”.
La presidente di zona VI del Lions Club, Filomena Zungri, ha ribadito più volte “l’esigenza improcrastinabile di valorizzare, anche nelle scuole, storie esemplari di persone che hanno dato voce a una morale e non sono scese a compromessi con il crimine organizzato”. Ha concluso l’incontro il presidente della seconda circoscrizione Maurizio Bonanno che ha stigmatizzato la rassegnazione e ha ricordato al folto uditorio il motto dei Lions: “we serve”, che si traduce nel servire la comunità di appartenenza senza secondi fini e solo per il bene comune.
A questo service ne seguiranno altri, sempre organizzati dai Lions, sul tema della legalità, con l’obiettivo di fare breccia soprattutto nelle coscienze dei giovani, vera scommessa e vero investimento per un futuro migliore per la Calabria ed i calabresi.