Il GaV dopo due manifestazioni di protesta a Roma e dopo aver notificato due dossier ai più alti organi dello Stato nei quali sono state evidenziate storture e contraddizioni, ancora oggi non ha ottenuto risposte né sul merito, né sui criteri adottati a motivazione del provvedimento di chiusura: “una situazione che grida giustizia – affermano i componenti – e quel che più inquieta è il silenzio assordante delle istituzioni tutte”.
“Nelle ultime ore – continuano i rappresentanti del movimento – persinol’ex sottosegretario alla giustizia Jole Santelli ha confermato la scriteriata scelta di accorpare il Tribunale di Rossano a Castrovillari, la cui sede è impensabile possa sopperire alla domanda di giustizia proveniente dal vasto territorio. La stessa Santelli si prodigò – a suo dire – per il mantenimento in vita del Tribunale di Rossano e di Lamezia, ma senza riuscirvi (almeno per Rossano). Per quanto ci riguarda – come GaV – è rimasta immutata l’anomalia della sperequazione formulata al tempo di mantenere in vita i tribunali diPaola o Castrovillari a scapito di un presidio collocato nella terza città della Calabria, la prima dell’intera provincia di Cosenza, Corigliano-Rossano. Una scelta che non ha né testa né coda e su cui nessuno ha inteso adoperarsi affinché si desse vita a un’operazione etico/morale di trasparenza”.
La questione “tribunale” è quasi sparita dall’agenda delle rivendicazioni di partiti, sindacati e movimenti, segnale evidente che ormai nessuno crede in questo Stato, negli uomini e nelle donne da esso rappresentato. Basta dare uno sguardo al calendario delle problematiche indicate in seno alla protesta programmata per il 16 novembre del 2017 presso la cittadella regionale degli uffici di Catanzaro, per avere cognizione della scarsa attenzione che si presta al “caso Rossano”. È evidente che in un contesto generalizzato di disinteresse nazionale e regionale, anche i responsabili locali di partiti/sindacati/associazioni si sentono impotenti nell’intraprendere qualsivoglia iniziativa.
“Il GaV andrà avanti fino in fondo – prosegue con audacia la nota – è al vaglio l’ipotesi di passare a una forma di protesta estrema a Roma. I tempi purtroppo sono ormai maturi. Tanti pareri convergenti, persino delle commissioni parlamentari preposte, per non approdare a nulla a distanza di ben cinque anni E non è un caso se, ancora oggi, il GaV non ottiene risposte dal Capo dello Stato, dal presidente del consiglio, dal ministro della giustizia, dal consiglio superiore della magistratura, dai giudici della corte costituzionale”.
“In molti, su questa vicenda con fare vile, sono guidati dalla rassegnazione. – conclude la nota – Il GaV non si arrenderà mai, nella speranza che qualcuno prima o poi vorrà aprire questa brutta pagina di storia che macchia le più alte cariche dello Stato”.