“Nel vasto panorama dei rapporti umani, l’ombra del bullismo si proietta sinistra e persistente, assumendo ora una nuova forma nell’era digitale: il cyberbullismo. Come un oscuro riflesso del suo predecessore, il bullismo, questa manifestazione contemporanea si insinua nei solchi più profondi della vita moderna, intrecciando le sue radici nel tessuto stesso della tecnologia.”
Il 10 febbraio 2024, la Chiesa di San Michele Arcangelo a Filippa, frazione di Mesoraca, ha accolto un distinto convegno giuridico dal titolo “Bullismo e Cyberbullismo: Consapevolezza e Difesa”. L’evento, accreditato dal COA di Crotone e patrocinato dal Corecom Regione Calabria, è stato magistralmente coordinato da Don Santo Riccelli, il carismatico parroco della Chiesa di San Michele Arcangelo.
Tra i relatori di spicco, l’Avv. Rosina Lombardo, membro del CPO del COA di Crotone, ha condiviso preziose esperienze maturate nelle scuole della provincia, grazie a convegni e corsi promossi dal Movimento Forense di Crotone. La Dott.ssa Maria Brusco, autrice del libro “Compendio semplice solo per ragazzi” sul bullismo, ha arricchito l’uditorio con il suo punto di vista illuminante. Particolare risonanza è stata attribuita alla partecipazione degli studenti della classe IV A dell’Istituto Aldo Moro di Mesoraca, che hanno contribuito con una recita poetica in occasione della giornata internazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, affiancata dalla creazione di un suggestivo cartellone. Il convegno, contraddistinto dalla sua pregevole valenza educativa, ha coinvolto non solo avvocati, ma anche giovani, genitori, parrocchiani e l’intera comunità, sensibilizzando su una tematica sociale di straordinaria attualità.
Fulvio Scarpino, Presidente del Corecom Calabria, ha sottolineato come “Nel vasto panorama dei rapporti umani, l’ombra del bullismo si proietta sinistra e persistente, assumendo ora una nuova forma nell’era digitale: il cyberbullismo. Come un oscuro riflesso del suo predecessore, il bullismo, questa manifestazione contemporanea si insinua nei solchi più profondi della vita moderna, intrecciando le sue radici nel tessuto stesso della tecnologia.”
Se il bullismo tradizionale aveva confini negli spazi scolastici e sociali, il cyberbullismo trova terreno fertile nel vasto regno del cyberspazio. Attraverso connessioni elettroniche e dispositivi onnipresenti, i bulli possono perpetrare attacchi senza confini, avvolgendo le vittime in un abbraccio virtuale altrettanto dannoso quanto concreto. Le differenze tra i due fenomeni sono significative. Mentre il bullismo tradizionale vede il bullo come figura dominante, il cyberbullismo, senza confini geografici, coinvolge individui globalmente. L’anonimato degli aggressori aggiunge mistero e terrore, mentre la vittima, spesso dietro uno schermo, è invisibile al suo aguzzino, alimentando il cyberbullismo con una percezione di impunità. Nonostante le sfide del cyberbullismo, l’impegno rimane saldo: affrontare il fenomeno con fermezza, consapevolezza ed empatia. L’educazione resta la chiave, e solo con un impegno congiunto si può sperare di illuminare le tenebre del cyberbullismo con la luce della comprensione e della solidarietà umana. Affrontare questa emergenza richiede un approccio multidimensionale coinvolgendo istituzioni, scuole, famiglie e comunità. La sensibilizzazione e la formazione degli adulti sono cruciali per riconoscere, prevenire e intervenire efficacemente contro il bullismo e il cyberbullismo. Le scuole, con referenti specifici, devono fornire un ambiente sicuro e inclusivo, mentre le famiglie devono essere presenti nella vita digitale dei giovani, guidandoli responsabilmente. Le piattaforme online devono assumersi la responsabilità di garantire un ambiente digitale sicuro. Solo un impegno congiunto può creare un ambiente sicuro e rispettoso per le generazioni future. In conclusione, secondo i relatori, affrontare il bullismo e il cyberbullismo richiede un impegno collettivo e continuo di tutta la società. Solo attraverso una strategia integrata si può sperare di creare un ambiente sicuro e rispettoso per le future generazioni. Emergendo chiaramente, l’affrontare il bullismo e il cyberbullismo richiede un impegno collettivo e sinergico. In questo complesso scenario, famiglia,
scuola e chiesa giocano ruoli cruciali nel plasmare un ambiente sicuro e rispettoso per le generazioni future. La famiglia, come nucleo primario della società, è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare il problema del cyberbullismo. Gli adulti devono essere attivamente presenti nella vita digitale dei giovani, offrendo supporto emotivo e guidando le interazioni online in modo responsabile. Attraverso una comunicazione aperta e il coinvolgimento attivo, le famiglie possono contribuire a creare un ambiente in cui i giovani si sentano sostenuti e compresi, riducendo il rischio di isolamento sociale. Le scuole, invece, rappresentano un terreno fertile per la sensibilizzazione e la formazione degli studenti, degli insegnanti e del personale scolastico. Designare referenti specifici per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo, coordinando iniziative di supporto agli studenti coinvolti, è fondamentale per creare un ambiente educativo che promuova la diversità, l’inclusione e il rispetto reciproco.
La Chiesa, come luogo di aggregazione e riflessione spirituale, ha testato di essere un catalizzatore positivo nella lotta contro il bullismo. Don Santo Riccelli, promotore del convegno con la collaborazione fondamentale dell’Avv. Rosina Lombardo, ha dimostrato con questo evento il potenziale della Chiesa nel sensibilizzare la comunità su tematiche sociali cruciali. Attraverso iniziative come il convegno “Bullismo e Cyberbullismo: Consapevolezza e Difesa”, la Chiesa offre uno spazio di riflessione e dialogo, contribuendo alla formazione di un contesto più consapevole e responsabile.