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Cosenza città del dialogo interreligioso

Redazione

Prosegue il percorso di Cosenza, città del dialogo interreligioso.
Una nuova importante tappa è stato l’incontro, svoltosi nei giorni scorsi nella sala capitolare del Chiostro di San Domenico, tra le diverse espressioni del Gruppo di dialogo interreligioso per la Pace, operanti in città.
All’incontro ha partecipato la delegata del Sindaco Occhiuto ai rapporti con le comunità religiose, Alessandra De Rosa, consigliere comunale e Presidente della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi.
“Tra le attività portate avanti dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mario Occhiuto – ha sottolineato Alessandra De Rosa – c’è senz’altro l’attuazione del tavolo permanente e del Gruppo interreligioso che vede impegnati  i rappresentanti ecclesiali delle religioni presenti in città e gli altri soggetti interessati, alla realizzazione del progetto  “Cosenza: città del dialogo interreligioso” nato nell’aprile del 2011.
L’obiettivo – ha affermato inoltre Alessandra De Rosa – è quello di approfondire la reciproca conoscenza ma anche di superare  le diversità e le contrapposizioni, attraverso una serena riflessione sulle singole esperienze, per arrivare ad una armonica convivenza fondata su un costante dialogo interreligioso nel rispetto del credo di ciascuno e ad una fattiva integrazione tre le diverse etnìe sempre più presenti in città o che transitano sul suo territorio”.
“L’interesse al dialogo interreligioso – ha sottolineato dal canto suo la Presidente dell’Associazione “Coesistenza”, Rosa Ciacco, tra le promotrici dell’iniziativa con la quale è stata celebrata la ricorrenza dell’anno di attività del Gruppo interreligioso per la Pace – è gemmato a seguito dell’invito rivolto da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986 ad Assisi. Incontri interreligiosi – ha affermato ancora Rosa Ciacco – erano già iniziati a Cosenza nel 2007: persone appartenenti a comunità e associazioni religiose e laiche presenti nell’area urbana di Cosenza hanno incominciato, in modo informale, a conoscersi e confrontarsi in più occasioni: tavole rotonde, incontri di preghiera, feste della convivialità, conferenze, che hanno messo in relazione le varie fedi operanti sul territorio”. Sono state diverse le fasi che hanno contraddistinto la formazione dell’attuale Gruppo interreligioso. Dal 2011 il SAE (Segretariato per le Attività Ecumeniche) di Cosenza ha promosso una serie di incontri interreligiosi coinvolgendo le diverse Chiese Cristiane del territorio, l’IBISG (Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai), la comunità di Fede Baha’i e l’associazione Daawa. In seguito, la rete ha conosciuto un ulteriore ampliamento, estendendosi all’Associazione Stella Cometa, alla Commissione Diocesana Migrantes, all’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo, al MO.C.I. (Movimento Cooperazione Internazionale), all’associazione Coesistenza e al CIC (Centro Islamico di Cosenza).
Sull’onda dello “Spirito di Assisi”, che fa della fraternità il concetto cardine dell’opera di dialogo tra le religioni, coloro che hanno avvertito la necessità di  rispondere all’esigenza di pace, hanno deciso di riunirsi il 27 di ogni mese per “pregare per la Pace”, laddove per preghiera non deve intendersi altro che operare fattivamente per la Pace, in prima persona, essere “preghiera vivente”, operatori di Pace nel quotidiano. “Un percorso, questo del dialogo interreligioso, che attesta la presenza sul territorio cosentino – ha rimarcato nel corso dell’ultimo incontro Rosa Ciacco dell’Associazione “Coesistenza”- di coscienze sveglie, di elevata consapevolezza, sia tra i cittadini che nelle istituzioni. E che sempre di più identifica Cosenza come città dell’integrazione”.
La configurazione del Gruppo interreligioso è avvenuta nel tempo in maniera spontanea e naturale, ha visto aderire e proseguire nel percorso individui che si sono impegnati in prima persona ad operare per la pace partendo dal loro quotidiano, mossi da sincera convinzione. Nell’incontro di qualche giorno fa, infatti, l’elemento che è stato posto in evidenza da tutti i presenti, è stata la volontà di contribuire a realizzare la pace, a “non spargere corruzione sulla terra, dopo che è stata resa prospera” secondo le parole del Corano, nella consapevolezza che la pace individuale sia imprescindibile dalla pace sociale (N. Daishonin) e viceversa, come sostiene Hans Kung, che invita a rendersi consapevoli della propria personale responsabilità”.
Le parole di Papa Francesco, ricordate all’inizio dell’incontro, hanno trovato tutti d’accordo: “Se c’è una parola che dobbiamo ripetere fino a stancarci è questa: dialogo. Siamo invitati a promuovere una cultura del dialogo cercando con ogni mezzo di aprire istanze affinché questo sia possibile e ci permetta di ricostruire il tessuto sociale. La cultura del dialogo implica un autentico apprendistato, un’ascesi che ci aiuti a riconoscere l’altro come un interlocutore valido; che ci permetta di guardare lo straniero, il migrante, l’appartenente a un’altra cultura come un soggetto da ascoltare, considerato e apprezzato”.

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