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Cariati/Continua silenzio su richieste accesso atti. Presidente Montesanto ieri urlava, oggi no.

Redazione

Ricordate le urla disperate, la proteste roboanti e addirittura lo show dello sciopero della fame dell’allora consigliera comunale di opposizione Alda Montesanto quando nei suoi improbabili blitz negli uffici comunali oberati di lavoro non riusciva ad ottenere, seduta stante, il rilascio di copie di atti e documenti non solo già pubblici ma che comunque venivano consegnati poco dopo?

Noi de L’Alternativa C’è la ricordiamo benissimo e proprio per questo ci saremmo aspettati, se non proprio le urla disperate, lo show nei corridoi degli uffici e le proteste da ultras o nientemeno che lo sciopero della fame (qualora il primo sia mai stato fatto!), quanto meno un minimo di coerenza e di responsabilità in più da parte dell’attuale Presidente del Consiglio nonché delegata dal Sindaco alla cultura.

Continuano, infatti, da mesi la latitanza, le omissioni, i silenzi e l’indifferenza totale della sua Amministrazione Comunale rispetto alle normalissime richieste di accesso agli atti reiterate (e supportate da diffide) dal nostro gruppo consigliare per entrare nel merito di atti e documenti di tanta e noi riteniamo allegra e discutibile spesa pubblica sulla quale – scandiscono – è sacrosanto e doveroso che i cittadini conoscano pure le virgole, senza alcun mistero e senza alcun ritardo.

Invece non vi è nessun intervento in merito della ex paladina della trasparenza Alda Montesanto, oggi valletta onnipresente di una gigantesca confusione di ruoli e di interessi, vestendo infatti sia i panni che dovrebbero essere imparziali (ma che tali non vengono interpretati) della presidente dell’assise civica; sia ricoprendo contestualmente il ruolo, che è di governo, di delegata alla cultura; anche se – conclude il Gruppo de L’Alternativa C’è – di atti e fatti in merito a questa delega così importante nessuno ha reale contezza, salvo forse le numerose ore di permesso mensile che la stessa parrebbe sottrarre alla sua attività di insegnante scolastica in virtù del ruolo istituzionale vantato, con intuibili disagi tanto sul personale quanto soprattutto sulla qualità della formazione delle classi e degli alunni, priva del previsto numero di docenti.

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