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Cassa integrazione, il secondo rapporto Uil 2018

Redazione

La Uil Avellino/Benevento ha reso noti i dati del 2° rapporto Uil sulla cassa integrazione, che registra un aumento del 34% di ore autorizzate rispetto al precedente mese di gennaio. La regione che registra il maggior aumento è il Molise con un +417,2%, quella con la maggiore riduzione la provincia autonoma di Bolzano con un -47,4%. Inoltre, la provincia che registra il maggior aumento delle ore di cassa integrazione è Lodi con un +678,4%, quella con la maggiore riduzione Crotone col 96,3% in meno. Analizzando i dati su scala provinciale sannita, viene fuori che sono state autorizzate 49.604 ore di cassa integrazione ordinaria. Mentre sono 58.928 le ore di cassa integrazione straordinaria erogate. Non sono state somministrate ore di cassa integrazione in deroga, per cui il totale è di 108.532 ore. Nel gennaio 2018, le ore di cassa integrazione ordinaria risultavano pari a 34.663. L’indicatore della straordinaria segnava 12.870 ore. Non erano state somministrate ore di cassa integrazione in deroga, per cui il totale era stato di 47.533 ore.

L’analisi evidenzia, dunque, che alla differenza dei dati comparati gennaio/febbraio 2018 corrisponde una percentuale di +43,1 per gli ammortizzatori sociali ordinari, +357,9% per la cassa integrazione straordinaria e 0,0 per quella in deroga. Totale complessivo di +128,3%. Nel mese di febbraio 2018 sono state autorizzate complessivamente 23,2 milioni di ore di cassa integrazione, salvaguardando circa 136 mila posti di lavoro. Dal cumulo delle ore autorizzate nel 1° bimestre 2018, si ottengono 40,5 milioni di ore, in flessione del 37,4% rispetto allo stesso periodo del 2017. Il calo delle ore autorizzate si è registrato per tutte le gestioni. Questo dato è in controtendenza per la provincia di Benevento, laddove a fronte delle 148.177 ore del 1° bimestre del 2017, sono state autorizzate 156.065 ore nel 2018 con un incremento del 5,3%. Dopo la flessione registrata negli ultimi 4 mesi, il dato congiunturale di febbraio 2018 mostra una ripresa delle richieste di cassa integrazione – nelle sue principali gestioni – che desta preoccupazione, soprattutto perché si tratta di dati al netto delle prestazioni di integrazioni al reddito presenti nei Fondi di Solidarietà, a partire dal Fis. Il raffronto effettuato sul cumulo di ore autorizzate nel 1° bimestre di quest’anno, con 40,5 milioni di ore, rispetto allo stesso periodo del 2017, sembra invece mostrare un complessivo rallentamento nell’utilizzo dello strumento di integrazione al reddito (-37,4%) che ci porta a valori sempre più vicini a quelli dell’anno 2008, quando le ore ammontavano a 31,7 milioni. Il calo delle ore autorizzate, oltre a interessare tutte le gestioni, si manifesta anche nelle tre macro aree (-44% al Centro, -37,1% al Nord, -31,9% al Mezzogiorno), ed è un fenomeno che interessa la quasi totalità delle realtà regionali, con l’eccezione degli aumenti della Valle d’Aosta (97,2%), Basilicata (44,6%), Sardegna (35,5%), Provincia Autonoma di Trento (12,9%) e Marche (7,3%). La media dei posti di lavoro salvaguardati dall’ammortizzatore sociale nei primi due mesi dell’anno, ammonta a 119 mila unità. Cifra che naturalmente è molto più significativa, se calcolata sui beneficiari.

“In attesa di sapere nel corso dell’anno come evolverà l’utilizzo della cassa integrazione – ha dichiarato Fioravante Bosco (Uil Av/Bn) – il nostro mercato del lavoro evidenzia fenomeni contrastanti: da una parte la tendenza a una flessione della cassa integrazione, che spingerebbe ad essere ottimisti, dall’altra, però, una crescita delle domande di disoccupazione che ci riconduce alla cruda realtà dell’alta presenza di un’occupazione temporanea, come testimoniano i dati dell’Osservatorio Inps sul precariato, dai quali si evince che nel 2017 il rapporto tra attivazioni a tempo determinato e indeterminato è stato, rispettivamente, di tre a uno. In provincia di Benevento vi è poco da stare allegri poiché l’aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate nel primo bimestre 2018 attesta che il numero degli occupati continua a retrocedere”.

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