Confcommercio è critica nell’organizzazione della fiera Crotonexpo da parte della società La Rosa Fiere. Nonostante gli incontri tenutisi tra i rappresentanti di categoria, gli organizzatori e l’amministrazione comunaleper discutere degli aspetti legati al contesto economico nel cui ambito la fiera si svolge, l’associazione di categoria crotonese esprime vive perplessità.
Negli incontri è stata esaminata l’attuale situazione vissuta dal comparto del commercio e l’occasione è stata utile per comprendere le diverse cause che stanno alla base di una situazione di oggettiva difficoltà vissuta dagli operatori del comparto del commercio, del turismo e dei servizi.
“Per fornire le opportune informazioni– scrive in una nota della società La Rosa Fiere – riteniamo evidenziare che tale manifestazione non rappresenta il meglio della produzione artigianale calabrese, per come invece riportato da alcuni organi di stampa, bensì un mercatino popolare che, in questi momenti drammatici attraversati dai nostri operatori, sicuramente non stimola fiducia e ripresa e soprattutto non innova. In un’ottica positiva e propositiva intendiamo, dunque, fornire il nostro pensiero sullo svolgimento della ennesima rappresentazione della fiera Crotone Expo.”
“Ulteriore considerazione emersa – aggiunge la società – è stata che nel nostro territorio le uniche imprese che, oltre al pubblico, sostengono con posti di lavoro la nostra economia sono quelle locali: questo dato è inequivocabile per cui nasce l’esigenza di attuare politiche mirate a creare condizioni di miglioramento per le imprese e per lo sviluppo, partendo, sicuramente, dal turismo e dalla promozione delle nostre produzioni tipiche. Gli operatori che vendono i propri prodotti nella fiera Crotonexpo non sono certo da noi rappresentati, poiché le politiche che questa associazione intende perseguire non sono quelle spicciole, volte a tutelare gli interessi di pochi, ma sono più generali, a tutela di interessi superiori delle nostre categorie e del nostro territorio. Le fiere/mercatino non possono avere una durata simile (9 giorni) svuotando la Città e non lasciando nulla alla stessa, anzi prendendo e scappando altrove. Questo avviene da ben 18 anni: è il momento di cambiare, di fare scelte strutturali serie che vadano verso un senso diverso di qualità e di accoglienza.”
“Sarebbe opportuno per il futuro, – continua la società La Rosa Fiere – come da noi rappresentato nelle sedi dovute, consentire solo lo svolgimento di manifestazioni di portata innovativa, in linea con le esigenze delle nostre imprese, limitate ad una mera esposizione dei prodotti e non alla vendita. In questa manifestazione, facciamo notare, che i prodotti posti in vendita sono per il 90%, se non per il 100%, gli stessi reperibili nelle attività presenti nella nostra provincia con una differenza: che i nostri operatori subiscono imposizioni di tutti i generi mentre gli operatori presenti in fiera prendono dal locale e portano via. Le nostre non sono politiche protezionistiche, ma oltre alla nostra voce chi altri rappresenta queste palesi ingiustizie di mercato? Come è noto la Confcommercio sta compiendo da tempo delle azioni mirate alla riappropriazione dei centri urbani da parte dei cittadini. La strategia si pone come obiettivo la creazione di uno strumento di network marketing a servizio del cittadino/turista, il tutto partendo dall’assunto che sviluppare e/o rilanciare il centro di una città non è un risultato che può prodursi da sé. Per fare ciò servono delle precondizioni di base, bisogna operare su diverse criticità che il centro della nostra città presenta. Ad oggi, invece si è creato all’ingresso nord della città un vero e proprio imbuto, ove le multinazionali e i cinesi la fanno da padrona bloccando, di fatto, i consumatori ed evitando che questi entrino in Città. Vi è, dunque, la necessità che si attui un cambiamento radicale seguendo un’ottica di sviluppo delle attività economiche, attraverso una permanente attenzione rivolta al funzionamento dei servizi primari, al decoro urbano, alla valorizzazione della zona del centro città allargata, evidenziando il pregio storico ed artistico e sviluppando nuovi servizi legati allo intrattenimento, allo svago ed alla creatività, riuscendo a trasformare il concetto di interesse economico del singolo a vantaggio di un interesse economico collettivo. In questa ottica registriamo il forte interesse e la disponibilità dell’assessorato alla attività produttive, forse non completamente messo nelle condizioni di poter mettere al centro delle dinamiche comunali le imprese. In base a quanto segnalato, – prosegue – riconoscendo una grande disponibilità a voler collaborare da parte dei privati organizzatori dell’evento, chiediamo che la fiera così organizzata non abbia svolgimento; in alternativa che venga consentito lo svolgimento solo per quattro giornate. Si richiede, inoltre, di voler dare massima evidenza, cogliendo il pieno senso di responsabilità, al rilascio di autorizzazioni atte a permettere lo svolgimento delle fiera e di essere coinvolti, come associazione nell’osservare le dinamiche amministrative. Si richiede, inoltre, che con l’eventuale svolgimento della fiera vengano realizzati, a carico dei privati, degli eventi per famiglie e di valorizzazione dei nostri prodotti enogastronomici all’interno della città.”
“Siamo certi – conclude la società – che quanto da noi rappresentato verrà colto come importante spunto di riflessione da parte degli enti interessati a migliorare il nostro contesto, frutto di un modo sano e corretto di comunicare. Queste considerazioni nascono da un malessere sempre crescente, non dovuto sicuramente solo a situazioni locali, ma solo le dinamiche locali possono, anzi devono, intraprendere una strada che ancora vediamo lontana.”