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CONSORZIO DI BONIFICA “IONIO CROTONESE”: LA GESTIONE DELL’ACQUA TORNA PROPOTENTEMENTE AL CENTRO DELLE EMERGENZE

Redazione

Istituzioni locali, Consorzio di Bonifica, associazioni e sindacati devono fare fronte comune di fronte alla popolazione

Crotone 20/03/2023

La primavera e l’estate del 2022 ci avevano fatto toccare con mano, un assaggio delle conseguenze di un clima che cambia. Temo che il 2023 si stia già confermando peggiore, perché, salvo un consistente rinforzo delle piogge primaverili, è molto probabile che gli effetti della scarsità d’acqua saranno ancora più intensi.
Come abbiamo potuto sperimentare, gli ultimi mesi del 2022 sono stati caratterizzati da una crisi idrica per il nostro territorio senza precedenti. Non solo i reiterati problemi sul bacino del Tacina (Isola e Cutro per intenderci) hanno compromesso la piantumazione degli ortaggi autunno-invernali, ma è arrivata anche la carenza idrica sul bacino del Neto. Come non ricordare, con profondo sgomento, la comunicazione della Regione Calabria ai comuni di Crotone e Rocca di Neto che la disponibilità della risorsa di acqua potabile fosse solo di 21 giorni. Ed anche le riunioni in Regione e in Prefettura, ove si apprendeva che i laghi Arvo ed Ampollino erano quasi vuoti (cosa mai accaduta!).
La convinzione che una crisi può, se affrontata con metodo, essere anche una opportunità, ci ha indotto, come Consorzio di Bonifica di Crotone, a percorrere l’obiettivo di far assumere alla classe dirigente del nostro territorio la piena consapevolezza di tutto quello che riguarda la gestione dell’acqua. Abbiamo dunque stilato un documento che, pur non avendo la pretesa di essere esaustivo, pensavamo e pensiamo fosse da condividere e rielaborare con tutti gli Enti interessati: amministrazione provinciale e comunali, associazioni di categoria e sindacati con guida Regione Calabria. Abbiamo messo a fuoco le questioni che ruotano intorno al governo dell’acqua, affinchè la Regione potesse dare indirizzi coerenti e coordinati per affrontare la situazione in un’ottica non solo di breve periodo.
In sostanza, proposte operative per porre rimedio ad una situazione che porta nocumento a settori vitali e non solo dell’economia della nostra provincia. Con l’ordine di priorità previsto per legge: uso civile, agricolo, turistico, industriale.
Abbiamo parlato e scritto di opportunità, così come ci siamo imposti da tempo anche operativamente tanto da non perdere un solo secondo nel progettare e farci assegnare risorse da tutti i piani di finanziamento vecchi e più recenti; perché siamo in campo da tempo in una innovazione metodologica con la legittima ambizione di risolvere talune problematiche. L’assunzione della consapevolezza e della complessità delle questioni è nodo vitale perché, in una visione complessiva, permette anche di rivendicare unitariamente e nel rispetto dei ruoli, quanto la logica ed il buon senso dovrebbero consentire e consentono. Siamo un territorio fragile, debole, piccolo che però non si è mai arreso ne vuole arrendersi!
In gennaio il documento sottoscritto quasi da tutti è stato consegnato alla Regione. Esso contiene tre proposte:
⦁ Far conservare il più possibile l’acqua nei due bacini silani. In stagioni di siccità cosi acuta dovrebbe essere una cosa normale e di buon senso. Per essere più chiari, i rilasci di acqua ai fini idroelettrici dovrebbero essere collegati ai fabbisogni del territorio (potabile, agricolo, industriale)
⦁ Per evitare quanto accaduto a fine 2022, occorre monitorare collegialmente (Regione, A2A e rappresentanze Istituzionali del territorio) con cadenza trimestrale i livelli dei bacini al fine di poter programmare consapevolmente le attività economiche.
⦁ Fare un catasto delle sorgenti idriche al fine di mettere a conoscenza della reale disponibilità di acqua.
Siamo ora giunti a marzo 2023. Varie riunioni si sono tenute presso la Cittadella regionale. Alla data del 1 marzo, i due bacini silani avevano 35 milioni di mc a fronte di una capienza di160 milioni di mc. La situazione è dunque preoccupante almeno per quanto riguarda l’agricoltura. Speriamo di sbagliare, ma non pare che le politiche di gestione dell’acqua abbiano in questo momento l’obiettivo precipuo della sua conservazione nei due bacini. Registriamo infatti, forse in una misura ridotta rispetto all’anno scorso, che i volumi di acqua continuino a prendere la via del mare. A costo di essere pedissequi ed oramai anche fastidiosi, ribadiamo che in questa situazione conclamata di carenza idrica, che la produzione idroelettrica, quindi i rilasci di acqua, se non saranno commisurati ai fabbisogni del territorio, non riusciremo ad aumentare le riserve nei due bacini.
È indubbio che la crisi idrica quest’anno si presenti con una maggiore accentuazione delle problematiche. Non sembra che sia cambiato nulla in merito all’approccio sulla gestione della risorsa. In più, questa situazione climatica, non più eccezionale, che imperversa in tutta la penisola, necessita di un perentorio e deciso intervento per tentare di attenuare le conseguenze di tipo economico che appesantiranno maggiormente le nostre imprese, ribadendo, con ancora più dati oggettivi a disposizione, il coinvolgimento, oltre a quelle agricole, di altri diversi settori “essenziali”.
Ci stiamo avvicinando alla stagione irrigua nella totale incertezza. Cosa questa che mal si sposa con le necessità di programmazione delle aziende. Siamo convinti che si deve dare seguito, come territorio, a marcare il contenuto del documento concertato, per fare in modo che la nostra classe dirigente assuma, sempre più, maggiore consapevolezza sulla complessità delle questioni. Si dovrebbe finalmente comprendere che nessuna soluzione pioverà dal cielo. Ed il territorio deve saper rivendicare con perentorietà ed autorevolezza questioni vitali come queste dell’acqua, a maggior ragione se sono state già più volte promesse iniziative concrete ed assunzioni di responsabilità chiare.
Pitagora diceva: “Scegli sempre il cammino che sembra il migliore anche se sembra il più difficile”.

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