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Crotone: Assessore Corigliano su anniversario Giacomo Matteotti

Redazione

100 anni fa, il 10 giugno del 1924, veniva sequestrato e ucciso il leader politico socialista Giacomo Matteotti a causa delle sue denunce di illegalità messe in atto della nascente dittatura fascista.

Il suo omicidio, confermò quanto da lui stesso pubblicamente denunciato, in un precedente discorso del 31 gennaio 1921 alla Camera dei Deputati, circa gli atti di violenza perpetrati dallo squadrismo fascista. Matteotti fu uno dei primi ad aver compreso la natura totalitaria del fascismo e il pericolo che incombeva sulla democrazia italiana.

Esempio di fermezza e coraggio non esitò, pur comprendendo il rischio cui andava incontro, a denunciare in un discorso alla camera del 30 maggio 1924 le violenze e gli innumerevoli brogli commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni. Finito il discorso così commentò a un suo collega di partito: “Io il mio discorso l’ho fatto, ora voi preparate il discorso funebre per me”.

Matteotti rimase profondamente deluso, lui che era un combattente, strenuo difensore delle libertà minacciate, per l’aria di rassegnazione al fascismo, che si respirava in quegli anni.

Uomo di grande sensibilità e umanità, temi a lui molto cari l’istruzione e la cultura.

Liberare la popolazione dall’ignoranza, attraverso la conoscenza e l’istruzione, era l’unico modo, secondo Matteotti, per riscattarla dalla miseria.

La scuola non doveva essere soltanto finalizzata a soddisfare il bisogno di manodopera del mercato del lavoro, ma doveva essere qualcosa di più, doveva anche stimolare il pensiero ed educare alle astrazioni.

Nel riconoscere l’importanza fondamentale della cultura, promuoveva la creazione di biblioteche popolari e viaggi collettivi di istruzione artistica. Riconosceva il valore educativo del nostro vasto patrimonio culturale, adoperandosi affinché fosse fruibile a tutti e tutti ne potessero trarre benefici.

Prestava anche molta attenzione all’ambiente e al paesaggio, censurando l’irragionevole consumo del suolo e invocando un rimboschimento delle aree degradate. Promuoveva inoltre, l’adozione di piani regolatori, di contro ad una disordinata urbanizzazione.

Matteotti lo ricordiamo dunque anche per la contemporaneità del suo pensiero.

Potrebbe benissimo essere un uomo del 2024.

Forte il suo impegno nel combattere l’evasione fiscale, proponeva di rendere più semplice il pagamento dei tributi, per indurre i cittadini a dichiarare il vero.

La sua coerenza, la sua rettitudine, il suo mettere al centro della sua intera attività politica il bene comune, lo si può comprendere ancora di più riguardo a una sua proposta di riforma del catasto, che prevedendo l’aggiornamento dei dati catastali comportava un maggior esborso di tasse da parte dei proprietari terrieri e dunque anche da parte sua (che era proprietario terriero).

Questo e tanto altro è stato Giacomo Matteotti. Un uomo sobrio, schivo agli ordinari esibizionismi della vita pubblica, un pacifista convinto, contrario a ogni guerra e a ogni forma di violenza, contrario alla pena di morte e convinto della valenza rieducativa.

Un uomo dal grande senso dello Stato che lottava per la giustizia e la legalità. Un esempio da imitare e che dovrebbe ispirare la vita di tutti noi.

L’insegnamento che possiamo trarre dalla vita di Matteotti e da quest’amara pagina di storia è, che la democrazia, le libertà democratiche non sono ovvie.

Non sono ottenute una volta per sempre. Per tale motivo, quotidianamente, bisogna presidiarle e contrastare quell’indifferenza e quella rassegnazione che equivale a complicità, innanzi a fatti che possano minarle.

Nicola Corigliano

Assessore alla Cultura

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