La situazione in Italia, in Calabria e a Crotone è molto preoccupante dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Dopo il Covid e il ritorno della guerra in Europa, siamo ancora fermi al palo con costi economici spaventosi che sono stati scaricati esclusivamente sulle spalle delle famiglie e dei lavoratori.
Le forze populiste e reazionarie attribuivano non senza ragioni il caos alle politiche delle “sinistre di governo”. Ora, dopo anni in cui le destre reazionarie e oscurantiste governano tutte le istituzioni, come raramente era capitato prima, Meloni al governo, Occhiuto alla Regione Calabria, Ferrari alla Provincia di Crotone e Voce, al Comune di Crotone sembra che il colpevole sia sempre e comunque chi ha governato male in passato.
E’ del tutto evidente che in passato si sia governato facendo gli interessi dei potenti, ma è altrettanto evidente che anche oggi si governa contro i lavoratori e le persone fragili.
Prendiamo ad esempio la situazione di Crotone, dopo anni di governo la situazione della bonifica dell’area Sin non si sblocca, a dettare le regole è ancora l’ENI mentre a pagarne il prezzo è l’economia e la salute dei cittadini crotonesi sempre più inquinati da discariche, inceneritori, come quello appena autorizzato dal Comune ad A2A, gassificatori e centrali turbogas. Sul versante del lavoro le vertenze più importanti come quella dei lavoratori dell’Abramo Customer Care sono precipitate senza che nessun livello istituzionale muovesse un dito. Centinaia di famiglie rischiano di restare senza un euro e nessuna istituzione ha avuto il tempo in questi 4 anni e passa di trovare una soluzione.
Noi siamo vicini ai lavoratori e sosterremo qualunque altra protesta decideranno di attuare. Non abbiamo vestiti nuovi da proteggere né interessi forti da tutelare.
In tutto questo le elezioni europee sono vicine, e i “nostri” rappresentanti istituzionali fanno promesse che sanno di non poter mantenere, perpetuando un sistema marcio. Molto probabilmente chi sta governando contro gli interessi del popolo vincerà anche queste elezioni, anche a Crotone.
Che fare, dunque? Non arrendersi. Unirsi e costruire comunità solidali e mutualistiche, pronte a lottare principalmente per i diritti di chi non ha diritti. Dar vita a comunità che non hanno nel loro DNA la competizione neoliberista e lo sfruttamento delle persone per arricchirsi a tutti i livelli ma una visione mutualistica e di sostegno reciproco.
La storia è ciclica, toccherà prima o poi di nuovo a chi vive del proprio lavoro e al popolo di imporre le proprie priorità!
Filippo Sestito
Presidente
Arci Crotone Aps