“Aumento quasi doppio rispetto all’anno precedente”
Da gennaio a dicembre 2021, a fronte di 905 nuove iscrizioni, sono state denunciate 631 cessazioni che hanno portato lo stock complessivo di imprese a 18.318.
Il tasso di crescita rilevato nella nostra provincia si attesta a +1,52%, dato superiore a quello registrato nel territorio nazionale (1,42%) ma inferiore a quello registrato nella regione Calabria (1,62%).
E’ quanto si afferma in una nota dell’Ufficio studi della Camera di Commercio di Crotone che ha elaborato i dati relativi alle iscrizioni, cessazioni e variazioni di imprese.
“Aumentano di 268 unità – è detto nella nota – le imprese della provincia crotonese nell’anno 2021 (quasi il doppio rispetto all’anno 2020), nonostante la forte crisi economia causata dall’emergenza sanitaria Covid”.
“Il 2021 si è chiuso con un andamento positivo, confermato dai dati sulla creazione di nuove imprese – sostiene Alfio Pugliese, Commissario straordinario della Camera di Commercio di Crotone – tuttavia, non siamo ancora tornati ai valori precedenti alla pandemia ma l’auspicio è che la crescita possa mantenersi costante e dare luogo ad un’effettiva ripresa economica”.
Secondo le rilevazioni Movimprese nell’anno 2021, la consistenza dell’imprenditoria crotonese tra aperture e chiusure di imprese fa registrare un saldo positivo di 274 unità, dato in netta ripresa rispetto all’ultimo biennio. “L’analisi dell’andamento dei tassi di sviluppo per settore di attività – riporta la nota – evidenzia che a contribuire maggiormente alla positività dei dati relativi al 2021, oltre alle imprese non classificate (17,23%) è stato soprattutto il settore Attività finanziarie e assicurative (6,77%), Servizi di informazione e comunicazione (5,11%), Istruzione (5,06%) e Attività professionali, scientifiche e tecniche (3,99%). Dall’analisi si evidenziano i saldi negativi di Attività manifatturiere (-17 imprese), Agricoltura, silvicoltura e pesca (-12 imprese), e Trasporto e magazzinaggio (-10 imprese). Il tessuto economico provinciale nel 2021 risulta, pertanto, formato per il 67,14% da ditte individuali, per il 21,65% da società di capitali, per l’8,33% da società di persone e per il restante 2,89% da imprese con altra forma giuridica. (ANSA).