“Sono passati tredici anni ed ancora la Calabria non può sapere chi ha tolto la vita a Gianluca Congiusta. La corte di cassazione, con una sentenza di qualche giorno fa, ha infatti deciso che ancora non possiamo conoscere chi ha “commesso il fatto”. Ci uniamo – si legge in una nota del Comitato 100 Associazioni – allo sconforto dei genitori e di quanti, noi compresi, ci siamo appellati alla giustizia per dimostrare che ribellarsi ai soprusi sia un obbligo morale da cui nessuno deve sottrarsi.
Di questa vicenda ci ha colpito molto la determinazione dei protagonisti. Che non sono solo quelli noti alle aule giudiziarie ma molti di più. Determinato è stato Gianluca, che non ha piegato la testa. Determinato è stato chi ha voluto la sua morte, perché ha agito senza preavviso, senza concedere appello. Ma non ci si ferma qui. Determinato è stato Mario, padre di Gianluca che in questi anni, con tutta la sua famiglia ha portato avanti una battaglia di dignità e forza che non si fermano davanti a nulla.
Possibile vuole prendere esempio da lui e da tutta questa storia, perché nelle aule di tribunale la giurisprudenza segue la sua strada, ma per le vie della Calabria c’è bisogno di avere esempi in grado di cambiare la storia e le sorti della nostra terra. Se un giorno ci dovessero chiedere da cosa partire per salvare la nostra regione, noi sicuramente indicheremmo questa famiglia, che usa i legami di sangue per perseguire la giustizia, rafforzare le regole del vivere civile e capovolgere i paradigmi negativi della Calabria.”