L’11 marzo 2023 rimane una data indelebile nella memoria collettiva calabrese e italiana. In seguito alla strage di Cutro, che ha spezzato 94 vite nel Mediterraneo, migliaia di persone sono scese in piazza per gridare basta alle stragi di frontiera, denunciare le politiche di chiusura e riaffermare il valore dell’umanità. Quel giorno, abbiamo dimostrato che un’altra narrazione è possibile: una narrazione che non criminalizza chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà, ma che rivendica diritti, accoglienza e giustizia.
A distanza di due anni, il ricordo di quella tragedia ci spinge a ricordare, riflettere e lottare. Perché le stragi non si sono fermate. Perché le politiche di esternalizzazione delle frontiere, di detenzione e di respingimenti continuano a mietere vittime. Perché la criminalizzazione dei migranti e la chiusura dei porti restano la norma, mentre i corridoi umanitari e i canali sicuri e legali rimangono un’utopia.
L’11 marzo 2026 sarà un’occasione per riaffermare il nostro impegno. Vogliamo trasformare questa giornata in un momento di proposta e azione, coinvolgendo attivamente le università italiane, europee e dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, insieme alle organizzazioni sociali, alle associazioni, alle forze politiche e a tutte le realtà della società civile. L’obiettivo è agire sulla dimensione sociale, culturale ed economica delle migrazioni, promuovendo un ruolo più incisivo del mondo accademico, della ricerca e delle reti associative nella definizione di nuove politiche e strumenti normativi che pongano al centro la dignità delle persone e la costruzione di un futuro sostenibile.
La collaborazione tra università, organizzazioni sociali, associazioni e forze politiche sarà fondamentale per affrontare le sfide migratorie in modo integrato, unendo competenze scientifiche, esperienze territoriali e pratiche di solidarietà. Solo attraverso un impegno condiviso e trasversale potremo costruire un modello di accoglienza e inclusione che sia davvero efficace e umano.
L’11 marzo sarà un giorno per ricordare le vittime di Cutro e di tutte le stragi dimenticate. Un giorno per riaffermare che un’altra Europa è possibile: un’Europa che non alza muri, ma che apre vie sicure per chi cerca protezione.