L’assoluto silenzio nei confronti di tutte le nostre precedenti richieste – afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – denota uno sprezzante disinteresse dell’Amministrazione Abramo per le vittime di quella che è una vera e propria piaga sociale e che riduce sul lastrico tantissime famiglie.
Il Codacons aveva chiesto al Comune capoluogo di regione di dotarsi di un regolamento per contrastare questo fenomeno dilagante e, nel contempo, essere da stimolo a tutti gli altri comuni calabresi. Ulteriore urgenza per intervenire poteva essere la circostanza che, come sembrerebbe emergere da una serie di attività investigative, su questo gigantesco affare da tempo ha messo i propri artigli la criminalità organizzata. Eppure nulla. La nostra richiesta – prosegue Di Lieto – si fonda sulle molteplici sentenze che riconoscono agli enti locali il potere di intervento autonomo sulle sale slot, indipendentemente dalle norme nazionali.
il Codacons torna a diffidare il Comune affinché voglia limitare gli orari di apertura e stabilire delle distanze dai luoghi sensibili (scuole, asili, ospedali, luoghi di cura e di riposo, aree giochi…) con l’obiettivo di scongiurare continui ulteriori stimoli al gioco.
La ragione sta nei numeri. Nell’ultimo anno in Calabria si è registrato un giro d’affari di ben 3miliardi di euro. Mediamente ogni famiglia Calabrese – prosegue Di Lieto – dilapida 300 euro al mese in questo “buco nero” e, purtroppo, parliamo solo del business “legale” ! Un enorme affare che miete vittime ogni giorno. Ma non ci sono soltanto costi per le vittime – incalzano dal Codacons – i nostri amministratori hanno una visione miope se pensano che sia un problema solo per le vittime e per le loro famiglie.
Bisogna considerare i costi sociali legati a questo fenomeno. Le vittime sono per lo più persone con problemi psicologici o relazionali che inseguono il miraggio di una vincita per evadere da una drammatica realtà. Il gioco diventa, quindi, fonte di gratificazione e stordimento davanti ai problemi, trasformandosi in dipendenza. Non è infrequente che si giunga a contrarre prestiti, per continuare a giocare e continuare a perdere.
Per non parlare dei dati relativi ai minori. Almeno 7 adolescenti su 10 giocano e scommettono, nonostante divieti e limiti che rimangono solo sulla carta. Il gioco d’azzardo è un’attività pericolosa – prosegue Di Lieto – e, come tale, chi la esercita deve dimostrare di avere adottato, ai sensi dell’art. 2050 c.c., tutte le misure necessarie ad evitare il danno. Danno che, nello specifico, è la dipendenza da gioco d’azzardo, patologia, oramai, riconosciuta. Per cui si rende indifferibile una verifica mirata presso tutte le sale scommesse presenti in regione nonché sostenere la nostra battaglia per regolamentare il gioco online, offerto 24 ore su 24 senza limiti spaziali e temporali. In considerazione dei gravissimi danni prodotti dal gioco d’azzardo, il Codacons invita tutti i Comuni Calabresi ad prendere una posizione chiara contro chi lucra sulla disperazione. Non è possibile rimanere inerti dinnanzi alla rovina di tante famiglie.