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Gal “Serre Calabresi”, il progetto “Filiere corte e mercati locali” per la valorizzazione di prodotti tipici e identitari ha fatto tappa a San Floro e Stalettì

Redazione

Sono approdati anche a San Floro e Stalettì, gli eventi che il Gal “Serre Calabresi” ha inteso
sostenere, con la concessione di un contributo, nell’ambito del progetto “Filiere corte e mercati
locali”, previsto dalla misura 19.3 “Sostegno allo sviluppo locale Leader”.
Un progetto di cooperazione che prevede specificatamente la partecipazione e l’organizzazione di
eventi, quali sagre, degustazioni, show cooking, da tenersi in comuni ricadenti nell’area del Gal.
Ne sono stati finanziati in totale ventiquattro, con la finalità di promuovere l’agricoltura di
prossimità, i prodotti a km 0 e con essi anche la ricchezza della tradizione gastronomica locale che
riflette l’eterogeneità delle diverse realtà territoriali, dal mare alla montagna.
Dopo l’evento inaugurale, la festa della Montagna di Girifalco, seconda tappa a San Floro per
l’undicesima edizione della Fiera di Sant’Anna, promossa dal Comune e dalla Pro loco “Tommaso
Scarcella”.
Una manifestazione contraddistinta dalla degustazione, vendita di prodotti, show cooking e antichi
mestieri. Elemento forte: la sagra dei maccaruni alla contadina, filati a mano come da tradizione da
signore del luogo e conditi con sugo di pomodoro sanflorese.
Terzo appuntamento a Stalettì, con la rassegna gastronomica ed artigianale, organizzata dal
Comune. A connotare la rassegna la “pitta cu’ a sarda” e il “morzello con pitta”, stand per la
degustazione del miele, mielata realizzata con estratto di fico secco e marmellata di frutta locale,
degustazione di olio, vino e show cooking per la realizzazione delle zeppole.
«Grazie a questo progetto – ha evidenziato il presidente del Gal “Serre Calabresi”, Marziale
Battaglia – si dà la possibilità di arricchire le manifestazioni estive dei nostri territori con prodotti di
eccellenza, trasformati in piatti saporiti della tradizione. Questi eventi hanno lo scopo di animare i
borghi, per renderli più ospitali, per i turisti, ma anche per gli stessi cittadini. Sono occasioni per far
conoscere i prodotti, ma anche per trasmettere saperi, per offrire, sotto il profilo turistico, esperienze
uniche, non ripetibili altrove. Il prodotto agroalimentare sotto questo aspetto è foriero di cultura e di
tradizioni».

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