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Il Premio Tajani al magistrato calabrese che ha arrestato Messina Denaro

Redazione

Guido per la sezione Legalità, Viesti per la sezione Mezzogiorno, Bota per la sezione Giovani Tutto pronto per la seconda edizione che si terrà il prossimo 8 giugno a Cutro

Il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido per la sezione Legalità, l’economista Gianfranco Viesti per la sezione Mezzogiorno, la mediatrice linguistico-culturale Diana Bota per la sezione Giovani.
Queste le personalità alle quali sarà conferito il Premio nazionale Diego Tajani la cui seconda edizione si terrà a Cutro, il prossimo 8 giugno, presso la sala polivalente Falcone e Borsellino, a partire dalle ore 10. La manifestazione è promossa e organizzata dal Centro studi e ricerche Diego Tajani. L’associazione, presieduta dal senatore Maurizio Mesoraca e composta da un gruppo di studiosi e professionisti, intende promuovere la ricerca storiografica su Diego Tajani, magistrato e statista nato a Cutro l’8 giugno 1827, valorizzarne l’opera e il pensiero, contribuire alla diffusione della cultura della legalità anche attraverso l’elaborazione di studi qualificati sul fenomeno mafioso e l’attivazione di laboratori aperti alla società. La presidenza del Premio è stata assunta nelle settimane precedenti dallo storico Antonio Nicaso. L’evento è patrocinato dai Comuni di Cutro, Vietri sul Mare e Reggio Emilia. Il programma dei lavori prevede un’introduzione a cura di Maurizio Mesoraca, presidente del Centro studi, e un intervento di Antonio Nicaso, presidente della giuria del Premio.
La tavola rotonda con i premiati sarà moderata dal giornalista Antonio Anastasi. Previsti interventi degli studenti delle scuole di Cutro e Crotone e i saluti istituzionali del sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, del sindaco di Vietri Sul Mare, Giovanni De Simone, della consigliera del Comune di Reggio Emilia Palmina Perri. I premi sono stati realizzati dal maestro orafo Michele Affidato. Diretta Facebook alla pagina Centro Studi e Ricerche Diego Tajani (https://www.facebook.com/profile.php?id=100082490106197).

PAOLO GUIDO, 55 anni, originario di Acri (CS), coordinatore unico della Dda di Palermo, dal 2017 ha diretto le indagini che hanno portato, il 16 gennaio scorso, all’arresto del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, considerato il ricercato più pericoloso in Italia e tra i più pericolosi al mondo, dopo una latitanza durata 30 anni. Entrato in magistratura nel 1995, si è occupato precedentemente di mafia trapanese ed agrigentina.
GIANFRANCO VIESTI, 65 anni, nato a Bari, professore ordinario di Economia applicata presso la Facoltà di Scienze politiche dell’UniBa, è direttore dell’Istituto di ricerche Cerpem. Si è occupato di economi internazionale, industriale e regionale e delle relative politiche. Negli ultimi tempi ha animato il dibattito nazionale sulle conseguenze pratiche che l’approvazione del Disegno di legge sull’autonomia differenziata porterà nelle vite degli italiani.
DIANA BOTA, 26 anni, nata in Ucraina, studentessa di Editoria e giornalismo presso l’Università di Verona, è mediatrice linguistico-culturale per la Rti di Reggio Emilia e la cooperativa L’Ovile. Fa parte dell’Associazione dei volontari ucraini in Italia e da anni è un punto di riferimento per i connazionali. In seguito al conflitto russo-ucraino, ha intensificato la sua attività facilitando l’accoglienza di rifugiati, in particolare donne e minori.

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