La Fiom condivide le “ragioni e le finalità, il 16 novembre”, e per questo motivo parteciperà con le sue strutture, i suoi militanti ed iscritti, alla manifestazione regionale indetta dalla Cgil e dalla Uil confederali della Calabria.
“Mai come in questo momento in primo luogo le lavoratrici ed i lavoratori metalmeccanici, insieme a tutti gli altri ed alle fasce sociali più deboli, stanno avvertendo il peso della crisi, l’assenza totale di una politica industriale, una visione regionale capace di promuovere e sostenere una azione di contrasto alla desertificazione industriale che da tempo sta riducendo drasticamente il gracile apparato produttivo dell’intera Calabria. Da tempo decine di vertenze riguardanti centinaia di lavoratori hanno come unico approdo licenziamenti e perdita di buona occupazione. Tutte le politiche per il lavoro adottate dal Governo nazionale e fatte proprie pedissequamente dal governo regionale, come jobs-act, tirocini, garanzia-giovani, alternanza scuola/lavoro, hanno fallito nel loro intento quantitativo e lasciato un grave vulnus sui diritti contrattuali e normativi”.
“Drammatico è stato ed è l’impatto sulle forme di sostegno al reddito della riforma degli ammortizzatori sociali voluti dal governo Renzi con l’esclusione dagli stessi per oltre 20.000 ex lavoratori. Ad esso, nonostante diversi positivi accordi istituzionali regionali sottoscritti e che prevedevano un mix di politiche attive e finalmente un reddito di inclusione, a tutt’oggi la Giunta Regionale non ha saputo dare seguito, facendo fallire ogni occasione e perciò alimentando anzicché contrastarne le negatività. Addirittura, come da anni ormai stiamo denunciando, investimenti di straordinaria importanza, come la posa della fibra ottica per il cablaggio del nostro territorio, gli investimenti sull’ammodernamento delle reti ferroviarie, si stanno consumando senza nessuna ricaduta determinante sul piano occupazionale e di riconversione professionale di centinaia di lavoratori”.
“Cosi come assolutamente inadeguata è l’azione di governo per l’innovazione tecnologica e l’ammodernamento gestionale di importanti servizi pubblici come il ciclo dell’acqua, dei rifiuti, della produzione energetica, e della mobilità, dei quali sarebbe possibile, in una visione di crescita industriale, non solo migliorare la qualità ma, implementare i livelli occupazionali stabili e duraturi. Serve un cambio di passo in direzione di un’altra politica, per il lavoro e per i diritti. Non si può continuare con una azione di governo regionale tutta giocata sulla propaganda e lo scontro di potere. Perfino il conflitto su alcune questioni col Governo appare più una manfrina di posizionamento politico che di sostanza”.