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Mobilità urbana. Bianca Rende (Pd): “C’è mancanza di chiarezza sulla viabilità alternativa”

Redazione

“Andando, vedendo”, questo è il principio che sembra ispirare l’amministrazione in merito alla viabilità urbana e in genere alle politiche di mobilità. Continua infatti l’estemporaneità delle ordinanze sul traffico, che dalla sera alla mattina vanno a “colpire” interi quartieri, stravolgendone l’equilibrio senza alcun preavviso e senza rispondere ad alcun atto di pianificazione, per come sarebbe opportuno e normativamente regolamentato. E’ di pochi giorni fa l’annuncio a sorpresa sulla chiusura al traffico del centro storico, con l’istituzione delle ennesime ZTL, che ha “colto nel sonno” i residenti di un quartiere, quello della città antica, già danneggiati dalla mancanza di servizi e di attenzione da parte del governo cittadino.

Dopo la chiusura d’imperio di via Roma, per la realizzazione di una piazza che costringe gli automobilisti a tortuosi e defatiganti giri in auto nello stesso quadrilatero (e addirittura alla guida a sinistra su Piazza Bilotti, che sarà molto british ma poco usuale in Italia), con aumento di stress e inquinamento, a dispetto degli annunci sulla città del benessere, è previsto a giorni l’inizio dei lavori sul Viale Parco, cioè sull’unico asse in grado attualmente di assorbire i notevoli flussi veicolari dal centro della Città da e verso l’area urbana. Viale, realizzato a suo tempo, dall’amministrazione di centrosinistra, perché regolarmente previsto nel vigente Piano del Traffico approvato dall’Organo Democratico rappresentativo dei Cosentini, cioè dal Consiglio Comunale che il “sindaco-architetto” continua ad ignorare; ancora una volta si è costretti a ricordargli che anche a Cosenza sono tuttora vigenti:

– l’art.36 del Nuovo Codice della Strada (D.lgs.285/1992  e s.m.i) che, al comma 1, prescrive per tutti Comuni di popolazione superiore a 30.000 abitanti l’adozione del Piano Urbano del Traffico (PUT) che, in virtù del comma 5, dovrebbe essere aggiornato ogni 2 anni;

– l’art.22 della L.n.340/2000 che prevede l’adozione dei Piani Urbani di Mobilità (PUM), intesi come progetti del sistema della mobilita’, comprendenti l’insieme organico degli interventi sulle infrastrutture di trasporto pubblico e stradali, sui parcheggi di interscambio, sulle tecnologie…;

Se non ritiene di dover rispettare, con il suo operato, il Consiglio Comunale, rispetti, questo sindaco, almeno le norme di Legge che  non consentono di utilizzare le Ordinanze Sindacali per iniziare lavori che non si sa quando finiranno e che hanno un notevole impatto sulla mobilità cittadina, specialmente senza aver preliminarmente programmato interventi alternativi di mobilità ed accesso in una zona in cui, a settembre, affluiranno giornalmente oltre 2000 studenti provenienti da tutta l’area urbana.

Si vorrebbe sostenere che la chiusura del tratto del Viale Mancini prospiciente le Scuole è urgente perché propedeutica alla realizzazione della metro tranvia Cosenza-Rende-Unical; noi, diversamente dal “sindaco-architetto”, siamo tra quelli che da sempre credono nella valenza di una infrastruttura di questo genere, che, oltre a favorire la realizzazione della tanto necessaria conurbazione, migliorerà la mobilità nell’area urbana e ridurrà drasticamente il trasporto su gomma, altamente inquinante e dispendioso. Ma, proprio per tali ragioni, abbiamo chiesto da tempo, in tutte le sedi istituzionali, l’adeguamento del Piano del Traffico e del PUM alle esigenze della città, perché qualunque grande opera richiede un adeguato lavoro di impatto sulla città, attraverso, in questo caso, l’elaborazione di piani di mobilità e della sosta alternativi, calibrati in base ai carichi veicolari, da stimare con sufficiente approssimazione. Niente di tutto ciò è fin qui avvenuto e la popolazione tutta, compresi i consiglieri comunali di ogni parte politica, e le migliaia di pendolari che ogni giorno raggiungono Cosenza con ogni mezzo, si interrogano su quali saranno i percorsi alternativi, dal momento che la strada di viale Magna Grecia indicata nell’accordo di programma come preliminare all’inizio dei lavori, risulta “icto oculi” ancora lontanissima dal vedere la luce.

Ci chiediamo: saranno, come si può oggi prevedere, Via XXIV maggio e via Popilia le due sole strade urbane candidate a supportare tutto il traffico deviato dai lavori, ma saranno in grado di sopportarlo? E gli abitanti di tali quartieri, ad alta densità residenziale, a quali disagi andranno incontro? 

Vale la pena di ricordare che in tutte le città del mondo si realizzano grandi opere, ma in nessuna si opera con questo grado di dirigismo e approssimazione, oltreché di indifferenza verso le legittime esigenze di informazione e qualità della vita dei suoi abitanti. 

Volendosi candidare al riconoscimento di città del benessere, occorrerebbe avere maggior cura proprio dell’equilibrio psico fisico di chi non prende l’auto per diletto ma per necessità e che non può essere solo per questo rinchiuso in un girone dantesco, oltre che di coloro i quali rischiano di diventare cittadini di serie B trovandosi di qui a breve a dover affacciarsi su un traffico degno della tangenziale di una metropoli.

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