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MOSCATO SARACENA, MKT TERRITORIALE DA SECOLI MONTESANTO A RADIO 1: COSÌ LA CALABRIA EMOZIONA

Redazione

Il grande patrimonio di biodiversità, dalle produzioni agroalimentari di qualità alle eccellenze enogastronomiche, in abbinata a paesaggi e borghi storici, continua a promuovere in tutti i mesi dell’anno l’immagine e la proposta turistica e culturale distintiva e più emozionante della Calabria in Italia e nel mondo. Tra questi, il Moscato al Governo di SARACENA resta da millenni uno fra i migliori e più efficaci strumenti di marketing territoriale sia di SARACENA che del Pollino e dell’intera regione.

 È quanto ha dichiarato Lenin MONTESANTO Fiduciario della Condotta Slow Food POLLINO SIBARITIDE ARBERIA intervistato, nei giorni scorsi, da RAI RADIO 1 nell’ambito del servizio UN PASSITO DI 1000 ANNI a cura di Francesco VENTIMIGLIA.

 Il MOSCATO DI SARACENA, il cui particolare e distintivo metodo millenario di produzione (attraverso la famosa bollitura) è attestato da numerosi ed autorevoli fonti storiche e che nel 2012 con legge regionale è stato dichiarato anche Bene Culturale Immateriale della Calabria, rappresenta – ha aggiunto – uno di quei marcatori identitari da mettere in rete insieme agli altri (agroalimentari e non) di cui questa terra è ricca. È su di essi che bisogna investire – ha continuato – per rafforzare in modo sistemico l’offerta già disponibile di turismo identitario, culturale, enogastronomico, emozionale e responsabile. Non c’è altra uscita di sicurezza – ha chiosato – per lo sviluppo eco-sostenibile e durevole di questa terra.

Alle pendici del Pollino, in Calabria, sorge SARACENA, un borgo discreto, senza tempo, tra castagni, pendii e dirupi a vedetta della Piana di Sibari. Qui le memorie greche, latine, arabe e normanne sopravvivono per diventare vita quotidiane nelle piazze, nelle botteghe, nei campi; quasi a preservare atmosfere e valore di un’antica civiltà contadina. Terra di agrumi, ulivi, ortaggi, di clementine e liquirizia, ma anche e soprattutto di uva e vini nelle sue forme più originali. Chi ad inizio autunno attraversa il saliscendi di SARACENA, non può non incontrare donne e uomini davanti a grandi pentole di rame intenti a mescolare il mosto per produrre la scorta familiare di un vino simbolo stesso del paese: il MOSCATO, un raffinato passito da meditazione. – È, questa, la descrizione che in onda sul primo canale radio della RAI VENTIMIGLIA fa di questo territorio e del suo principale marcatore identitario il MOSCATO, spinto dal basso, dalla rete di produttori locali, per diventare efficace e strategico strumento di promozione culturale e di marketing territoriale.

La bollitura per ottenere MOSCATO al Governo di SARACENA (uno dei pochi vinial mondo riconosciuto da slow food come presidio da tutelare) viene fatto risalire fino al periodo magno-greco e romano. Ma acquista una identità riconoscibile e documentata nel XV e XVI secolo quando viene attestato e indicato come vino da accompagnamento del dessert portato dalla Calabria a Roma perché apprezzato e richiesto dai Pontefici.

 

Fatto per secoli con uve guarnaccia, malvasia e moscatello, dal colore giallo ambrato, con delicato aroma, dolce, vellutato, caldo e gradevole, il MOSCATO DI SARACENA, così come fonti diverse attestano, è segnalato inoltre come graditissimo dai viaggiatori del Gran Tour a partire dal XVII secolo. Ieri come oggi il MOSCATO era e rimane strumento efficace di comunicazione turistica, capace di attrarre viaggiattori attraverso le emozioni inimitabili del proprio patrimonio enogastronomico .

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