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Nel 2022 Calabria bocciata per assistenza, meglio in ospedali

Redazione

Nell’anno 2022, la regione Calabria presenta due aree di assistenza, la prevenzione collettiva e la distrettuale, con punteggi molto bassi, pari rispettivamente a 36,6 e 34,9 (i peggiori tra le Regioni italiane).

Di poco superiore alla sufficienza il punteggio registrato dall’area ospedaliera (63,8).

E’ quanto emerge dal monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), relativo al 2022, realizzato attraverso il nuovo Sistema di garanzia del ministero della Salute presentato oggi.
    Lo strumento, introdotto nel 2000, definisce un set di 88 indicatori, distribuiti per macro aree, ripartiti tra le attività di prevenzione collettiva e sanità pubblica, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera, al fine di assicurare a tutti i cittadini che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza e uniformità. A ciascun indicatore è stato attribuito un punteggio da zero a 100, in cui 60 rappresenta la soglia di sufficienza.
    Analizzando i singoli indicatori “Core” dell’area prevenzione, si evidenziano il punteggio pari a 0 nelle coperture vaccinali nei bambini a 24 mesi sia nel ciclo base che per Morbillo, Parotite e Rosolia (sul quale potrebbe aver inciso anche il passaggio alla fonte informativa dell’Anagrafe vaccinale nazionale) e i punteggi inferiori alla soglia dell’indicatore composito sugli stili di vita (54) e dell’indicatore “proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato per mammella, cervice uterina e colon-retto”.
    Nell’area distrettuale, nell’anno 2022 c’è solo un indicatore che supera la soglia di adempienza con un punteggio massimo (tasso di ospedalizzazione standardizzato in età adulta per complicanze per diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva e scompenso cardiaco). Ottengono invece punteggi molto bassi gli altri 7 indicatori: intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso (28 minuti); tasso di pazienti trattati in assistenza domiciliare integrata per intensità di cura; percentuale di re-ricoveri tra 8 e 30 giorni in psichiatria; numero deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative; numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura); percentuale di prestazioni, garantite entro i tempi, della classe di priorità; consumo di farmaci sentinella/traccianti per 1.000 abitanti – Antibiotici.
    Gli ultimi due indicatori registrano un peggioramento rispetto all’anno precedente.
    Nell’area ospedaliera risultano fortemente critici gli indicatori proporzione di colecistectomie laparoscopiche con degenza inferiore ai tre giorni (punteggio pari a 45,6); percentuale di pazienti di età 65+ con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario (30); percentuale di parti cesarei (32,6).
    Per quanto riguarda il sottoinsieme no “Core”, si evidenziano criticità anche sui seguenti indicatori: area prevenzione su: “Proporzione di cancri in stadio II+ rilevati dai programmi di screening per il tumore della mammella (cancri screen-detected) ai round successivi a quello di prevalenza”.

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